
Week end fuori porta!
Segovia, Salamanca e Avila (Spagna)
Di ritorno dal viaggione agosto 2023 19-20 agosto, atterriamo a Madrid ore 11, prendiamo auto per Segovia per vedere sia il famoso acquedotto che l'alcazar, praticamente un castello medioevale più che un mix moresco!
Quindi auto fino a Salamanca, giro della città pomeriggio e mattina successiva, quindi incursione veloce ad Avila per il pranzo e un giretto, infine diretti verso aereoporto di Madrid.
Due giorni secchi post vacanze impegnativa, quindi non abbiamo visitato le tre città come avremmo fatto normalmente...sarebbe comunque da tornarci perchè meritano davvero!
Amburgo
Volo Ita, 80 euro a testa da Linate, partenza sabato mattina 6 maggio 2023, rientro 7 pomeriggio. Per fortuna Amburgo è servitissima dalla sua metropolitana, con poco meno di 4 euro in 40 minuti si arriva in pieno porto dall'aereoporto!
L'obiettivo del week end non era altro che il concerto degli Helloween, che giocavano in casa, e degli Hammerfall, ma casualmente nello stesso weekend si teneva luogo anche il festeggiamento della festa del porto di Amburgo.
Prima del concerto ci siamo spostati anche nel quartiere St Pauli
Monte Soratte e Scarzuola
30 aprile - 1 maggio 2023
Approfittando di due giorni liberi, ecco che ci dirigiamo verso il Monte Soratte, nel Lazio. Siamo appassionati di bunker, di guerra mondiale e guerra fredda, oltre che di mondo sovietico ovviamente!
Per quanto riguarda il Bunker Soratte, si tratta di 4 km di gallerie scavate a partire dal 1937 per volere di Benito Mussolini, viene gestito da una associazione no profit, costa 10 euro l'ingresso con guida appartenente all'associazione e ne vale decisamente la pena!
Non solo per le caratteristiche e la storia del bunker, ma anche la passione con cui i volontari spiegano la storia di questo luogo.
Il Monte Soratte e il Bunker sono sempre stati oggetto di leggende e di racconti dei propri nonni che parlavano di una montagna piena di oro, il cosiddetto “oro di Mussolini”. E pare anche che qualche avventuriero alla ricerca dell’oro ci sia stato e abbia provato a entrare in questo Bunker.
Il bunker sarebbero dovute fungere da rifugio antiaereo per i vertici del governo italiano.
I lavori iniziano nel 1937 in gran segreto. «Il Duce visita le Officine protette». Questo il titolo che esce sui giornali quando Mussolini va al Soratte. Fabbriche di armi della Breda, questo doveva pensare il grande pubblico, altrimenti la copertura sarebbe saltata.
Nel 1943 la Wehrmacht rimane senza base e ad Albert Kesselring, capo del “Comando Supremo del Sud”, viene in mente un posto di cui gli aveva parlato Mussolini.
Quindi dal settembre 1943 al maggio 1944, il Bunker fu scelto per diventare rifugio delle truppe naziste, quando il Comando Supremo del Sud occupò il Soratte. Per proseguire i lavori dentro al bunker i nazisti hanno bisogno di operai. Il “matto del villaggio” è l’ideale per loro: fa doppi turni, non si stanca ed è anche simpatico. I tedeschi lo fanno entrare anche nei luoghi più interni: quelli che custodiscono i più importanti segreti. Che mai potrà dire un uomo che va in giro con una gabbietta in cui tiene un uccello con cui parla? Quel linguaggio strano è in realtà un codice e “San Francesco” del Kansas, come veniva anche chiamato in paese, non è altro che una spia americana. Quando gli Stati Uniti decidono di bombardare il bunker, lui chiede che venga risparmiato Sant’Oreste e gli abitanti del paese che l’hanno accolto e sfamato. Il 12 maggio del 1944 arriva la pioggia di fuoco americana, ma il bunker resiste. Muoiono 100 nazisti su 900. Quindi avvelenano i pozzi, ma anche in questo caso resistono perchè utilizzano l'acqua non contaminata piovana contenuta in cisterne.
Solo l’armistizio di Badoglio porta i tedeschi a fuggire. C’è però un modo per distruggere il rifugio: dargli fuoco da dentro e prima di andarsene, Kesselring dà l’ordine di incendiare tutto. Teoricamente viene distrutto tutto, tranne quello che doveva essere l'oro di Hitler
Da qui a oltre la metà degli anni ’60, quel Bunker lasciò posto a un silenzio assordante, riempito solo nel 1967 dai nuovi lavori che lo vedevano diventare, giorno dopo giorno, quello che sarebbe stato fino al 1972 il rifugio anti atomico per il Presidente della Repubblica e per tutto il governo qualora la Guerra Fredda avesse sganciato su Roma un attacco atomico.
La Scarzuola
Immerso nel cuore dell'Umbria, La Scarzuola è un luogo che affascina e incanta con la sua straordinaria combinazione di storia e visione artistica. Questo complesso architettonico unico nasce come convento francescano fondato da San Francesco d'Assisi, e oggi si presenta come un viaggio tra il sacro e il profano, grazie alla trasformazione operata dall'architetto milanese Tomaso Buzzi nel XX secolo.
Accanto al convento storico, Buzzi ha creato la sua "Città Ideale", una serie di strutture surrealiste che sfidano le convenzioni tradizionali dell'architettura. Ogni angolo de La Scarzuola è intriso di simbolismi esoterici e richiami a miti e leggende, offrendo un'esperienza di profonda riflessione e meraviglia. Il giardino stesso si rivela come un labirinto di forme geometriche, statue enigmatiche e costruzioni oniriche, capace di trasportare i visitatori in un mondo di sogno.
La visita a La Scarzuola è un viaggio visivo e filosofico attraverso il sogno di Buzzi di una civiltà perfetta. Qui, teatri, piazze e templi rappresentano diverse tappe della crescita spirituale e intellettuale, in un dialogo costante tra architettura e natura, antico e moderno. Questo sito è considerato un'opera d'arte totale, dove ogni elemento è pensato per esplorare l'umanità e l'universo, rendendolo una destinazione imperdibile per chi cerca un'esperienza culturale e spirituale unica.
Berlino....decima volta
24-25 e 26 febbraio 2023: destinazione 25 febbraio Berlino per concerto dei Manowar!
Stop a Tuchersfeld e passaggio per la baviera e l'austria completamente innevate!
Siamo partiti venerdì sera post lavoro con stop allo Stiftskeller di Innsbruck per una cotoletta. Devo dire che, rispetto agli anni passati, anche in questo caso il tutto è aumentato brutalmente, penso che sarà l'ultima volta che ci fermiamo qui, il rapporto qualità prezzo è decisamente non più rispettato!Non ci fermiamo a visitare la città, ci siamo già passati N volte!Per arrivare a Berlino da Milano, dopo anni e anni di attraversate svizzere dolorose e faticose, possiamo dire che l'opzione del passaggio Brennero e Austria rimane quello più favorevole!
Guidiamo fino a Norimberga dove arriviamo verso le 23, per un riposino (anche in questo caso non visitiamo di nuovo Norimberga, ci siamo stati almeno 3 volte!!).
Il giorno dopo ci fermiamo in un supermercato dove è presente il Sushi Daily (https://sushidaily.com/de-de/), ovvero banchi dove vendono ovviamente sushi, economico e buono, una validissima variante al cibo tedesco.
Lo stop è Tuchersfeld: questo villaggio, nella valle del Püttlach e raffigurato su francobolli tedeschi, stupisce con il suo gruppo di case a graticcio, incastonate come incollate alla roccia. CI si può fermare per la cheesecake e la torta ai semi di papavero o per una birra, ad esempio dal birrificio Held.
Ci dirigiamo subito verso Berlino, arriviamo alle 16 del sabato e ci fermiamo a mangiare al Gasthaus Kater Alex (solo contanti e aperto dalle 12 alle 22, orario continuato), dove mangiamo di nuovo una cotoletta e un dolce a base di crema per cui finalmente vale la pena spendere due lire (in due abbiamo speso 50 euro, due cotolette enormi, patate al forno, dolce, birra e coca cola). Si trova nel quartiere di Charlottenburg, in particolare degno di nota il castello (già visitato in un precedente viaggio, possibilmente in estate, primavera quando ci sono eventi, street food e simili) e Gedachtniskirche, la chiesa commemorativa di Guglielmo I che è stata costruita in onore del fondatore dell’impero tedesco, ma durante la guerra è stata gravemente danneggiata. Da ammirare il soffitto, decorato di mosaici, e la torre Glockenturm. Accanto alla Gedachtniskirche è stata costruita una nuova chiesa da visitare di sera, quando si illuminano i blocchi di vetro blu.
Terminata la "cena" delle 17, ci dirigiamo verso il velodromo, dove ci sarà il concerto, che si trova esattamente dall'altra parte del quartiere Charlottenburg.
Mentre inizia a nevicare passiamo per il palazzo del Reichstag (costruito per ospitare la dieta imperiale), il quartiere Mitte, ovvero il centro storico di Berlino, nel territorio della ex Berlino Est, dove si trovano l‘isola dei musei, la torre della televisione e il viale Unter den Linden che termina alla Porta del Brandeburgo. Passiamo vicino ad Alexanderplatz dopo aver superato il Tiergarten che nemmeno riconosciamo (l'ultima volta l'abbiamo percorso durante il trentennale della caduta del muro di Berlino, per cercare di raggiungere la torre della televisione, praticamente inarrivabile!).
La Colonna della Vittoria (Siegessäule) è uno dei monumenti più celebri di Berlino. Si trova al centro del Tiergarten ed è circondata da una rotonda molto trafficata. L'altezza complessiva è di 66.89 m comprende anche la statua in bronzo del peso di 35 tonnellate che fu aggiunta per celebrare le vittorie della Prussia contro l'Austria e la Francia.
Dalla collocazione originaria nei pressi del Reichstag la colonna è stata spostata nell’attuale sistemazione dal regime nazista perchè potesse essere vista dalla porta di Brandeburgo.
Arriviamo al velodromo nel quartiere Prenzlauer Berg dove non ho memoria di essere passata: il quartiere fin dagli anni ’60 ha accolto parte delle sottoculture sviluppatesi in città come quella della comunità gay o quella degli artisti indipendenti. Questo quartiere è caratterizzato da edifici in stile Guglielmino, eretti tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900. Oltre l’80% di tutte le abitazioni in questa zona, scampate alla guerra, è stato costruito prima del 1948, e l’edificio più antico ancora in piedi, l’abitazione al numero 77 di Kastanienallee, risale al 1848.
CI fermiamo a dormire 1 oretta prima di entrare in velodromo e assistere al solito epico concerto. Terminato alle 22 torniamo in auto e decidiamo di fare una bella tirata Berlino-Seregno per poterci godere una domenica di riposo (questo anche dato dal fatto che questa parte di Germania la conosciamo decisamente bene!).
Partiamo da Berlino verso le 22:30 sotto la neve, ha iniziato a nevicare prima del concerto verso le 18 e non ha mai smesso per tutti i 800 e rotti km che ci separano dal Brennero!Però l'atmosfera notturna sotto una bufera di neve ha dato quel quid in più all'operazione!
Puglia
20-21 febbraio 2023, maggio 2023
Bari: molto buona la Tana del Polpo, immancabile un panzerotto fritto in largo albicocca (pizzeria di cosimo).
La Basilica di San Nicola è dedicata al Santo Patrono di Bari. Una storia lunga, anzi più storie lunghe, a cominciare dal fatto che il santo è venerato in due confessioni del cristianesimo, il Cattolicesimo e la Chiesta Ortodossa, perché egli era originariamente il Vescovo di Myra in Turchia. Da qui la sua carnagione olivastra o comunque scura, completamente annullata nella rivisitazione in chiave “occidentale” del Babbo Natale odierno, personaggio che trae in effetti spunto da San Nicola.
Protettore dei marinai, ma anche santo che porta i doni ai bambini e che supporta le donne in cerca di marito, San Nicola è festeggiato a Bari in ben due occasioni durante l’anno: il 6 dicembre, giorno della sua morte, e l’8 maggio, vera e propria festa patronale con tanto di rappresentazione sull’acqua a ricordare l’arrivo delle ossa del santo dalla Turchia. La Basilica, costruita in tufo, ha il tipico stile romanico delle architetture ecclesiastiche del Sud, e merita una visita all’interno, sia alle navate che alla cripta, ove sono conservate le ossa di San Nicola.
Cattedrale di San Sabino, copatrono, o patrono antecedente a San Nicola, o comunque uno dei tre patroni della città accanto, appunto, a Nicola e Maria Ss. Odigitria.
Città Vecchia, iniziando da Piazza del Ferrarese e piegando verso Piazza Mercantile: si arriva al castello Normanno-Svevo di Bari, fortezza che ha servito evidentemente entrambe le civiltà con scopi di difesa e controllo della cittadina pugliese, occupata, nel corso della storia, da varie popolazioni: romani, longobardi, normanni, arabi, bizantini, francesi.
Possibile giro: Bari Vecchia – Basilica di San Nicola – Corte Carducci – Basilica Cattedrale San Sabino – Castello Svevo – Arco Alto ed Arco Basso – Via delle Orecchiette – Largo Albicocca – Porto di Bari – Piazza del Ferrarese – Piazza Mercantile – Fortino di Sant’Antonio
Ovviamente, di sera, quando ho girato per Bari, la via delle orecchiette era deserta, anche se un banchetto era ancora presente!
Di giorno si trovano le donne che ai loro tavolini e sgabelli preparano le famose orecchiette.
Invece il molo da il meglio di sé di mattina quando ci sono i pescatori che tornano sulla terraferma con le reti piene, chi prepara i banchi con esposto il pescato del giorno, chi urla a destra e sinistra per farsi notare, chi sbatte i polpi sugli scogli per ammorbidire la carne e chi pulisce il pesce fresco per farlo assaggiare ai turisti che passano, accompagnato da una bella fetta di limone...ovviamente non ho potuto godere nemmeno di questo!
Atterrata a Brindisi con notte a Lecce, non c'è stato modo di girare per le due città, ma una capatina a Santa Maria di Leuca passando per tricase, sì!
L’attrazione turistica più importante della zona è sicuramente la Basilica di “Santa Maria di Leuca o De Finibus Terrae”. De Finibus Terrae deriva dal nome che i Romani avevano dato a questa zona rischiarata dal sole ai confini della terra. L’origine della zona come luogo di culto risale molto indietro nel tempo. In principio su quel promontorio c’era un tempio pagano dedicato al culto della Dea Minerva ed esistono in merito anche alcuni cimeli come un’ara, conservata all’interno della basilica, su cui venivano offerti sacrifici alla Dea. La leggenda poi narra che l’apostolo San Pietro, proveniente dalla Palestina e diretto a Roma, sia approdato proprio a Santa Maria di Leuca e così il tempio pagano sul promontorio diventò un luogo di culto cristiano. Per ricordare la predicazione di San Pietro a Leuca sulla piazza del Santuario c’è la Croce Pietrina, una colonna ottagonale con in cima una croce di ferro.
Punta Meliso, nonostante l’estremo sud del tacco d’Italia si trovi a Punta Ristola, forse per la presenza dell’imponente faro è il punto che chiude convenzionalmente il Golfo di Taranto.
Sempre a punta Mèliso, per convenzione nautica, viene posto il confine tra la costa adriatica e quella ionica. Questa divisione che è solo di tipo convenzionale è ritenuta tale anche dalle credenze popolari anche in relazione alle differente linea cromatica ben visibile a volte all’alba ed al tramonto proprio in questa zona. In realtà questa separazione cromatica non è altro che l’effetto del gioco delle correnti di differente salinità del Golfo di Taranto e del canale d’Otranto.
In realtà il confine ufficiale tra i due mari è tra Punta Palascia (lato più ad est nel canale d’Otranto) e Capo Linguetta in Albania.
La sera andiamo a cena da Don Carlo, a San Pietro in Lama. San Pietro in Lama si trova nell’area della Cupa, al centro della Piana Messapica. Una leggenda fa risalire al 43 d.C. l’origine del paese, quando l’apostolo Pietro, sbarcato a Porto Badisco e diretto verso Roma, si ferma in questa zona acquitrinosa (‘lama’) per evitare la pagana Lecce.





Monopoli