
SriLanka autoctona
Lo SriLanka è un paese non molto turistico e snobbato dai più....viaggiando con i mezzi locali si può facilmente visitare il paese che offre sia elementi culturali che naturalistici!A basso costo ovviamente!!Sulla costa cibo fantastico: tanta frutta fresca, aragoste, granchi, pesce magnifico a prezzi che nemmeno si possono immaginare.... un pò meno idilliaca la situazione nell'entroterra, cibo simil indiano, per me una tortura!
Si può girare tutta tranquillamente in bus, il tuk tuk è un mezzo pià comodo, ma sicuramente più costoso!Il treno è a buon mercato, ma lo consiglio solo per il tratto Kandy-Ella!
Pasqua 2014
COSTI: 10 giorni tutto compreso 700 euro a testa
CIBO
A Colombo, la capitale, ho mangiato l’unico cibo che definireri decente prima di arrivare sulla costa sud. I cingalesi mangiano fritto, piccante, ma sopratutto...mettono il curry d’appertutto!Sempre, ovunque solo Curry. Anche per gli amanti di questo miscuglio di spezie potrà essere nauseante. Alle bancarelle potrete assaggiare gli Ulundhu Vadai, ovvero piccole frittelle realizzate con le lenticchie e combinate con spezie, il tutto fritto. Oppure le Cassava Chips, ovvero delle patatine di manioca servite in un piccolo sacchetto di carta. O ancora dei bocconcini salati fatti in pastella e fritti....come avrete notato, il cibo di SriLanka non è molto salutare, quanto meno nelle aree centrali dell’isola. Si tratta infatti di un paese che ama perdutamente i suoi snack fritti, nonostante questo non posso certo dire di aver notato una dilagante obesità. Potrete anche assaggiare i triangolini presi dalla cucina indiana e, pare, anche dal Kenya, ovvero le samosa, uno spuntino ripieno di carne o di verdure...anche in qesto caso no ho molto gradito, sebbene sia una appassionata di cibo da strada. Esistono poi involtini triangolari che sono una specie dei più famosi roti riempiti con pesce, anche verdure, senza essere fritti come i samosa, ma solo spadellati.
Per fortuna nella capitale ho potutto rifarmi le papille gustative assaggiando dell’ottimo riso conservato in foglie di banana con carne di ogni tipo, ovviamente gustato con le mani!La frutta è molto buona, soprattutto le banane nane acquistabili ovunque e per pochi spiccioli (meno di 1 centesimo di euro). Sulla costa finalmente potrete mangiare dell’ottimo pesce, dell’ottima frutta, e non avrà gusto di curry!Anche al colazione cingalese è tipicamente....al curry!Il Daal curry, ovvero delle lenticchie immerse in una salsa speziata, sono comunissime. A colazione potrete assaggiare i Roti, ovvero una spessa tortilla, preparata con cocco fresco grattuggiato, farina, acqua e sale cotto su piastra calda. Ovviamente il tutto accompagnato da curry. Molto meglio i Paratha ovvero una grassa piadina unta, ma quanto meno più saporita!
Un pregio di questa isola è invece quello di poter bere ovunque, soprattto sulla costa sud, dei bellisismi frullati di frutta tropicale freschissimi, con o senza latte. Ovviamente potrei dirvi di stare attenti e di assicurarvi che i beveroni siano fatti solo con acqua minerale e non con acqua del rubinetto....ma sarei ipocrita. Non solo non me ne sono minimamente preoccupata, ma ho bevuto un intruglio fatto con acqua presa direttamente da un barile.....devo dire che è passato oramai un anno e non ho ancora sofferto di alcuna malattia acuta nè cronica!Potrebbe essere stata fortuna, ma sarà difficile assicurarvi la provenienza dell’acqua, a meno che non sia ovvio (vedi il barile). Magari, proprio per non sentirvi dire nel caso sfortunato “te la sei andata a cercare”, evitate di bere l’acqua dai rubinetti e dalle cisterne, questo è stato un accorgimento che perifno io ho preso in considerazione.
Infine, ovviamente non potete fare a meno di assaggiare il Tè!Lo Sri Lanka, ex Ceylon, è uno dei principali produttori al mondo di tè: sbizzarritevi con diversi gusti, dal classico al tè allo zenzero, ovunque e a qualunque ora
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DORMIRE
Fatevi un favore, spendete 10 euro a notte e non 3 o 4, almeno non vi troverete a dormire in tuguri luridi. L’ultima notte l’ho passata in stile mummia, con i miei asciugamani personali sul letto e completamente vestita, preoccupata di prendere chissà quale malattia, per poi svegliarmi all’alba per fare una doccia vestita e infine lasciare i miei indumenti direttamente in stanza. Per fortuna avevo fatto acqusiti appositi per il viaggio...questo non toglie che la mia sia stata una scelta veramente pessima. Attenzione nella prenotazione su bookng.com, questo è stato l’unico caso in cui si è sfiorato il disastro!Siamo arrivati davanti all’hotel e ci siamo trovati davanti un fabbricato ancora in costruzione senza maniglie nelle porte, cemento vivo a vista...ovviamente siamo scappati...
Sulla costa vi consiglio su mia esperienza di soggiornare al Coconut Island, sulla spiaggia di Marakoliya a Tangalle. Non è una delle spiagge più attrezzate, ma avrete tempo per essere circondati da altri turisti. I cottage meritano, tantissimo, sono puliti, molto pittoreschi, danno direttamente sul mare e sul lago e il personale, un ragazzo e al moglie,sono gentilissimi. Inoltre mangerete da re!Per due sere ho ordinato aragosta, al prezzo di 6 euro, cucinata divinamente. Anche la colazione è fantastica e potrete bere del buon latte di cocco direttamente dalle noci!

I TRASPORTI
Per quanto riguarda la macchina il discorso è stato toccato all’inzio di questo report: patente internazionale da convertire in patente cingalese in loco. Sono necessari pochi igiorni, ma sinceramente non vale assolutamente la pena, anche perchè, ovvamente, guidano veramente malissimo. Una opzione, nemmeno presa in considerazione dalla sottoscritta, sarebbe potuta essere il noleggio di auto con autista incluso, ma ho decido di affidarmi all’utilizzo dei mezzi pubblici. Gli autubus collettivi sono perfetti per la costa sud, passano spesso, costano poco e sono realivamente veloci. Ricordatevi che le donne non possono sedersi vicino a un monaco anche se ci sono semrpe due posti riservati al clero e sono solitamente quelli subito dietro all’autista. In otto giorni effettivi mi è capitata un paio di volte la possibilità di sedermi vincio ad un monaco, per fortuna avevo letto di questa regola prima di partire!I biglietti si comprano dal bigliettaio direttamente sull’autubus e il costo del dipende dal percorso e dalla distanza, in generale risulta essere molto basso sull’ordine di meno di cinque euro per duecento chilometri di strada.
Per la tratte poco battutte, ma che hanno di partenza un sito potenzialmente turistico, prendete i Tuk Tuk, anche se alcuni guidatori di questi splendidi furgoncini aperti sono pressochè sempre ubriachi... Per esempio è stato molto utile l’utilizzo di questi mezzi per il tratto Ella-Yala, con i mezzi pubblici sarebbe stato molto lungo, avremmo dovuto cambiare per quattro volte e allungare il tratto di decine di ore, invece con il fido tuk tuk, nonostante il diluvio unversale, abbiamo raggiunto la meta in un’ora. Il tuk tuk è molto comodo, si tratta di veicoli a tre ruote utilizzate anche dai cingalesi, ma usualmente dai turisti. Per essere pratici, in base al nostro itinerario vi darò due dritte che non sono risucita a reperire sul web, ma che ho deciso di provare a sentimento una volta in SriLanka.
Arrivo a Colombo e prima tratta per Dambulla: utilizzate il Tuk Tuk in quanto non esiste un treno o bus diretto, sono nencessari diversi cambi. Per un costo di 25 euro da dividere nel nostro caso in due varrà la pena utilizzare il mezzo diretto.
Dambulla –Sigyria: breve distanza, partite da Dambulla direttamente con i bus, evitate i tuk tuk perchè, essendo meta turistica, sono costosi e alcuni tendono alla truffa.
Sigiriya-Kandy: autubus. Kandy-Ella: treno. Ella-Yala: l’unica possibilità per non effettuare una deviazione troppo ampia è scegliendo un tuk tuk. Da Yala alla costa sud e tutta la costa fino a Colombo affidatevi ai bus locali.
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Partiamo da Malpensa per un volo con scalo a Muscat, in Oman, e subito la signorina al check in ci guarda con perplessità dicendo “e i bagagli?””Be sono solo questi, un trolley e uno zaino” le rispondo. “per 10 giorni?C’è gente che va a Sharm El Sheik e si porta due valige a testa!”. Non mi sentirò mai abbastanza felice nel dire che mai una scelta fu più azzeccata. Ci aspetteranno dieci giorni a zonzo per lo Sri Lanka, usufruendo solo de mezzi pubblici anche per le trasferte più lunghe, e più volte al giorno, senza avere come base di riferimento un albergo dove lasciare spesso e volentieri le valige...In ogni caso iniziamo!
Atterriamo a Colombo nel tardo pomeriggio e subito cerchiamo un tuk tuk per raggiungere la nostra prima meta, Dambulla. Il tragitto è piuttosto lungo, ben 2 ore, per circa 150 km, ma riusciamo a strappare il passaggio a poco molto facilmente: non posso descrivere il paesaggio dato che è oramai buioi!Verso le 19 arriviamo a Dambulla, anche se sembra piena notte, e ci facciamo lasciare davanti al nostro albergo. Non si tratta in realtà di un albergo, ma di una casa privata adibita a tale. La casa è molto bella, circondata da piante, con una sorta di piscina nella sala principale, una piscina domestica, non immaginatevi qualcosa alla occidentale maniera, si trattava di un buco nel pavimento piastrellato, ma tantè che mi è sembrata un’ottima idea, visto il clima .... E’ sera, ma fa sempre e comunque caldo. La stanza è buona, pulita, un pò “spartana” se posso dire, ma d’altra parte, avendo deciso di alloggiare in camere locali e non in alberghi all’occidentale non posso certo lamentarmi. Lasciamo subito il nostro trolley e lo zaino e ci incamminiamo per un giro per la città prima di chiuderci in camera per una dormita rilassante. Il centro diciamo che non mi lascia piacevolmente sorpresa: mi ha ricordato Xi’an in Cina di notte, in generale una città asiatica piccola in via di sviluppo. E’ difficile descrivere quello che potrete provare, sempre case fatiscenti con cemento a vista, pochissima gente in giro per le strade, qualche lampione che conferisce alla città un colore giallognolo fioco, tanti gatti e cani randagi, poche macchine che comuqnue non rispettano la segnaletica stradale...diciamo che la nostra priorità pare ovvio sia solo quella di trovare del cibo e tornare in stanza. Non esistono ristorantini, baracchini, ma solo qualche supermercato sempre aperto, dove entriamo e usciamo in tempo record senza acquistare nulla, e dei chioschetti che vendono frutta. Decidiamo di comprare le famose banane nane per pochi centesimi di euro, dell’acqua e torniamo direttamente in stanza. La mattina dopo, verso le 7, usciamo, dopo aver chiesto al proprietario dell’albergo di poter lasciare i bagagli presso di lui, per prendere il primo bus per Sigirya, ovvero un gigantesco pietrone sulla cui sommità si possono trovare le rovine di un antico palazzo, costruito tra il 477 e 485 dopo cristo. I bus da Dambulla partono dalla 6 e 30 del mattino fino alle 18 e percorrono i 25 km per il sito per pochi spiccioli. Vi consiglio di partite presto, la nostra scelta non è stata dettata solo dal poco tempo per veder tutto, ma sorpatutto da lui, il caldo. Durante il tragitto verso il sito vediamo a anche il nostro primo elefante!Rimaniamo un pò delusi nello scoprire che non si tratta di un elefante in libertà, che magari vagava per la foresta in solitario, ma di una attrazione turistica. Giungiamo in bus direttamente al sito e qui troviamo i primi turisti, ovviamente tutti occidentali. Iniziamo il percorso tra fossati e giardini fino al ticket office dove acquistiamo i biglietti, non costano pochissimo, sui 13 euro, ma ne vale sicuramente la pena. Sono le 8 del mattino e , tanto per non essere ripetitiva, fa caldo, molto caldo. Mi fermo subito sotto delle piante per prendere un pò di fresco e studio le origine leggendarie del sito archeologiclo e le caratteristiche: l’altezza della gigantesca roccia è di 370 metri ed è possibile raggiungere la sommità attraverso una centinaia di scalini. “Molto bene” mi dico, “centinaia di scalini...e fa caldo”. Prendo quindi coraggio e raggiungo il fossato più esterno fino ad arrivare agli scalini di roccia che partono alla base del masso, seguendo l’intero perimetro. Già i primi passi sono una sofferenza, il clima, oltre che caldo, è anche terribilmente umido, mi fermo più e più volte per salutare anche le molte scimmiette che accompagnano i turisti nella ascesa e per fare le foto del paesaggio. Con gran fatica raggiungo una prima terrazza, la cui roccia un tempo era completamnte decorata con affreschi, alcuni dei quali sono comunque ancora visibili, fino a raggiungere il termine della stretta terrazza che si apre in un giardino. Questo giardino è munito di un serbatoio di acqua!!!Ebbene sì, ho notato, anche nel tragitto per arrivare a Sigyria, la presenza di enormi cisterne di acqua: lo Srilanka, almeno nei villaggi e nelle città più piccole, non ha acqua corrente, ma utilizzano dei serbatoi d’acqua, soprattutto nelle aree centrali più aride. Decido di evitare di bere quell’acqua, anche perchè mi ero ben rifornita di bottiglie, ma di farmi letteralmente una doccia. Apro il rubinetto e mi fiondo sotto il getto d’acqua, bagnandomi da capo a piedi, forse la scelta più intellgente che potessi fare!A questo punto proseguiamo verso la così detta “porta dei leoni” ovvero oramai un paio di zampe scolpite nella pietra, resti di un enorme leone le cui fauci aperte fungevano da entrata per il palazzo reale. Da questo punto ci si arrampica verso la cima, attorno alle mura, con una scala di ferro che sostituisce l’originale in mattoni. Quest’ultima fatica è meno pesante, grazie al leggero vento che rinfresca la mia persona ancora zuppa, e finalmente raggiungiamo il punto più alto della roccia. Rimango un pò delusa dalle rovine del palazzo, rimane ben poco della costruzione originale, ma tutta quella strada vale il panorama che si può godere dalla sommità: mi sembra di guardare un quadro dipinto, da un lato del pietrone vedrete una distesa di alberi verdi, dall’altro lato vedrete una visione simile a una savana, più arida anche se mista ad alberi e attraversata da rigagnoli di acqua. In lontananza spunta una montagna. Molto soddisfatta da quanto visto, faccio un giro del perimetro dell’area, ma inzia a fare ancora caldo e quindi riprendiamo la discesa, prima che sia mezzogiorno!
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Prendiamo il bus e torniamo in albergo a ritirare il trolley e lo zaino per poi prendere un tuk tuk, per velocizzare lo spostamento, fino al tempio di roccia o tempio d’oro di Dambulla. Il tuk tuk ci lascia direttamente all’ingresso del sito, notiamo che lì vicino è presente la stazione dei bus, ci tornerà comodo in seguito. L’ingresso al museo, che non abbiamo visitato, è rapresentanto da un pacchianissimo e gigantesco Buddha d’oro....palesemente dipinto, e probabilmente di cartapesta, diciamo che la prima impressione non è delle migliori!In ogni caso siamo fortuanti e non troviamo una calca di persone per cui anche prendere il biglietto, da fare prima di inziare la salita, è veloce. Non riporto il costo perchè, nonostante mi sia informata sui prezzi pochi mesi prima, li ho trovati lievitati!Tanto per cambiare si staglano davanti a noi altri gradini in pietra, e fa caldo!!!Con non poca fatica percorriamo la salita fino all’ingresso dell’aerea delle grotte, non per la difficoltà o la pendenza, solo perchè è quasi mezzogiorno e il sole batte alto nel cielo. Dobbiamo lasciare le calzature, ovvero le mie famose ciabatte da trekking, all’ingresso, ma appena poggiati i piedi sulle pietre del tempio mi rendo conto che non sarà possibile effettuare la visita a piedi nudi, la nostra pelle delicata da occidentali non è abituata a certe tmeperature!Chiediamo gentilmente alla guardia dell’ingresso al sito se fosse irrispettoso effettuare la visita con i calzini: veniamo graziati e quindi, con le nostre calzettine di cotone, entriamo. Si tratta di un complesso di monasteri incastonati nelle rocce e alcune grotte all’iterno dei quali potete trovare delle statue di Buddha e delle pitture. Le grotte risalgono dal 3 secolo a.c in avanti e valgono una deviazione del vostro viaggio: ricordatevi di non farvi fare fotografie mentre date le spalle al Buddha, è poco rispettoso!ovviamente l’ho scoperto dopo essere stata ripresa da una guardia!Tutte le grotte e in generale il complesso intero, è pervaso da odore di fiori, bellissimi fiori bianchi e viola che vengono donati in omaggio al Buddha. Usciamo dall’ultima grotta e ci dirigiamo verso la terrazza per guardare il panorama, nulla a che vedere con quanto visto sul pietrone!Sono quasi le due di pomeriggio e decidiamo di essere soddisfatti dalla visita, per cui recuperiamo le ciabatte da trekking e scendiamo verso l’ingresso. A metà strada noto un baracchino che vende una bevanda costituita da acqua, ghiaccio e lime: “massì per 1 euro me la prendo,fa caldo e ho sete di qualcosa di fresco!”
Guardo il cingalese tirar su da un bidone dell’acqua, versarla in un bichierone, prendere alcuni cubetti di ghiaccio e spremere del lime, agitare il tutto ed ecco servito. Senza farmi alcuna domanda trangugio in un nano secondo la mistura, ed ecco che in quel momento, ovvero appena finito di bere tutto il bicchiere, mi assale il dubbio che forse non avrei dovuto bere quell’acqua....Fortunatamente il mio intestino è ben temprato da anni di azzardi e non soffro alcuna conseguenza...tenendo conto che ci aspetta almeno un’altra ora in bus, è stato un bel rischio!

Ricordate...se non volete essere cazziati non fatevi la foto dando le spalle al budda....


Tempio scavato nella montagna...... ovviamente a piedi nudi, tenute le calze perchè le pietre erano roventi...
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Verso Kandy, bus pubblico


Kandy: sinceramente non mi ha per nulla impressionato...anzi...siamo fuggiti il prima possibile!
insomma...fermatevi giusto il tempo di prendere il treno per Ella (cibo a bordo incluso)!
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Safari a Yala National Park
Leggendo su internet per quanto riguarda il safari, scopro dell’esistenza di molti abusivi che non rispettano le regole del parco e che, spesso, investono anche gli animali per quanto corrono. Decido quindi di spendere qualcosa di più, 40 euro a testa che per quei luoghi è una follia (tenendo conto che 17 euro costa l’ingresso al parco), e affidarmi a una agenzia con licenza. Prendiamo i biglietti e ci accordiamo per farci venire a prendere in albergo la mattina dopo, verso le 4. Giungiamo in albergo e lasciamo come al solito i bagagli per poi fare un giro dei dintorni: praticamente non c’è nulla, se non alcuni templi chiusi, siamo in mezzo al nulla e l’illuminazione è totalmente scarsa, quindi decidiamo di prendere delle banane fatte sulla brace a un baracchino e tornare in albergo. Praticamente una vacanza più simile allo sciopero della fame!Appena giunti in stanza facciamo consocenza con la signora che gestisce l’albergo: forse è stata la prima volta che avrei voluto eliminare sedutastante qualcuno appena conosciuto. Ci chiede del safari e le diciamo di aver fatto affidamento a una agenzia licenziata, a questo punto la vecchia inzia a riderci in faccia dicendo che con lei avremmo risparmiato l’equivalente di dieci euro. Continua a riderci in faccia, non risuciamo a cacciarla dalla stanza. Appena se ne va, torna e ci richiede quanto abbiamo speso, ridendoci in faccia di nuovo. A quel punto decidiamo di preparare le valige, fare il safari il giorno dopo e partire subito per la costa, senza pernottare due notti in quel maledetto “albergo”, sperando di riuscire a pagare una notte sola. Mando il mio compagno di viaggi dalla rara parlantina e riusciamo a saldare un’unica notte. Per fortuna è già tardi e da lì a breve saremmo partiti per il safari e poi via da quel maledetto posto!Sono le 4 ed ecco puntuale la gip, gigantesca, carica di altri 2 turisti occidentali, che ci viene a prendere nello spiazzo di fronte all’hotel. La vecchia ci porta la colazione, ridendoci di nuovo in faccia: ero tentata di regalarle i dieci euro a testa di differenza per farla zittire una volta per tutte, ma poi convengo che quei soldi potrei utilizzarli molto meglio, magari mangiando del cibo sano!Comunque inizia il breve tragitto verso il parco nazionale di Yala, l’attesa è molto corta, uno dei vantaggi di essere in una stagione non gettonata dal turista, ed ecco che entriamo nel parco!L’escursione durerà fino alle 13 circa e ci ha permesso di vedere elefanti, coccodrilli, il leopardo di Sri Lanka, con non poca fatica, e altri magnifici mammiferi come bufali e scimmie. Non avendo mai fatto un safari in Africa non saprei dirvi le differenze, posso dire che il paesaggio è molto verde, pieno d’acqua, motivo per cui non risulta così facile vedere decine e decine di animali tutti insieme. Non mi è paicuta molto la corsa al leopardo: questo animale è motot raro e appena viene avvistato da qualcuno, la gip sgasa per portare tutti i turtisti a vederlo. E’ anche possibile effettuare il safari di una giornata, ma mi sembra eccessivo, oppure in tenda nel parco, ma anche in questo caso non mi sembra il tipo di safari ideale. Portatevi un binocolo con voi per poter scorgere anche gli animali più lontani!
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Dopo le fatiche di questi primi giorni, si va al mare!
Maracollya, al Coconut Grove (solo 3 bungalow...fantastico posto, proprietari bravissimi e gentilissimi, cibo a prezzo ridicolo e ottimo...aragoste, granchi, frutta fresca)
Scendiamo dal bus, veniamo assaliti da tuk tuk, ma decidiamo di proseguire a piedi...fa caldo, terribilmente caldo, ma sono solo 500 metri e possiamo farlo, anche perchè l’intenzione è quella di buttarci direttamente in mare appena lasciati i bagagli. Lungo la via per raggiugnere il nostro albergo, prenotato sempre su booking, già ci sentiamo estasiati!Attraversiamo un ponte e ci fermiamo a guardare il fiume che entra direttamente nel bellissimo mare azzurro, palme ovunque. L’umore decisamente migliora e non vediamo l’ora di fare la prima giornata di mare. Ecco che raggiungiamo l’albergo già segnalato precedentemente, Coconut Island. Il proprietario ci accoglie salendo su una palma e prendendoci un cocco che finisco in un nano secondo, ci riposiamo su una amaca godendo della brezza del fiume e aspettiamo di essere portati al nostro cottage. Si tratta di strutture in muratura, con un bel letto con zanzariera e un fantastico bagno “aperto”, ovvero senza soffitto!Comunichiamo la volontà di cenare per la sera in albergo e infiliamo il costume e via!La spiaggia: bellissima, tropicale bianca con palme, il mare azzurro anche se un pò mosso. Troviamo letterlamente due letti sotto delle palme, in reatà appartenenti al lussuoso resort adiacente, lascio gli asciugamani e mi butto in mare dove vi rimango per quaranta minuti data la temperatura mite!Ritemprata mi sdraio sul letto e per giustificare la nostra presenza senza essere ospiti del lussuoso albergo, prendiamo due cocktail di frutta fresca al bar dell’hotel. Il paradiso!La sera ceniamo con fantastica aragosta, pesce fresco e granchio, per 6 euro a testa...il tutto cucinato in maniera sorpaffina!Passiamo il giorno successivo esattamente nello stesso modo e a malincuore prepariamo la sera i bagagli pe la partenza.
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La costa..viaggiando in autubus!Mirissa, Unawatuna e Hikkaduwa
Il giorno seguente prendiamo un bus e raggiungiamo la spiaggia di Hikkaduwa e il nostro albergo. Nell’arco della giornata passiamo la mattina i questa spiaggia, molto più turistica della precedente, e decidiamo di riprendere il bus per tornare indietro verso la spiaggia di Mirissa, dove passiamo il pomeriggio tra cocktail di frutta e bagni per poi cenare con dell’ottimo pesce, un pò più caro dell’aragosta a 6 euro, ma comunque buono e a buon mercato, direttamente sulla spiaggia. Il giorno dopo riprendiamo il bus per Hunawatuna, la spiaggia dei surfisti. Appena giunti facciamo un’ottima colazione a base di cocktail di frutta, frutta fresca e omelettes per poi recarci all’hotel prenotato su booking. Ed ecco la scoperta della baracca in costruzione con cemento a vsita!Assolutamente decidiamo di non pernottarvi e troviamo un hotel sulla spaiggia a 5 euro a notte...mai errore fu più grande, la stanza è enorme ma assolutamente lurida. Non me ne preoccupo in quel momento, voglio fare surf!Noleggiamo un paio di surf e via, sulle onde!Non solo, la città è ricca di negozietti, tra cui un fantastico rivendiore di pantaloncini da surfista e magliette da surf firmate...non false, ma originali, probaiblmente di qualche stagione passata. Per la cena ci affidiamo a un altro ristorante sulla spiaggia dove vi rimaniamo a rilassarci e a guardare le stelle fino alle 2 di notte, per evitare di andare in camera probabilmente!La notte pessima passata è già stata descritta nella parte deidicata al dormire nella parte introduttiva, vorrei evitare di ripercorrere quei momenti. Ricordatevi che in queste città non è presente il pos nè il bancomat, dovrete andare a Galle o Tangalle in bus a fare rifornimento di soldi!
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