top of page

Spedizione in Antartide

27 dicembre 2022-9 gennaio 2023

Partiamo subito con il punto più importante, i COSTI. Dopo 4 anni di riflessione, di valutazione, finalmente a febbraio trovo l'offerta. 

Hurtigruten spedizione in Antartide a partire da Buenos Aires, eccetto voli intercontinentali, a 6500 euro a cranio, in pieno capodanno. Si certo, una cifra considerevole, a cui vanno aggiunti 900 euro solo per volo a testa, ma sempre meglio del prezzo pieno a 10.000 euro!

E' inoltre necessario stipulare una assicurazione valida per Antartide, noi abbiamo fatto tramite Columbus assicurazioni, dopo aver chiamato per sicurezza.

Vero che si può trovare a meno, ma non in pieno capodanno. Le spedizioni partono da metà novembre fino a metà marzo, ai turisti non è possibile visitare l’Antartide nel periodo invernale (insomma durante la nostra estate e primavera). Devo dire che i prezzi stanno scendendo, le spedizioni si stanno moltiplicando, consiglio comunque di affidarsi a compagnie con esperienza (vedere l'incidente mortale della Viking dove ha perso la vita una viaggiatrice americana, con altri ospiti feriti): sono considerata abbastanza "spericolata", ma in questo caso è necessario aver presente che si sta andando in mezzo al puro nulla. Puro nulla nel più concreto, se succede qualcosa, si è a 1000 km dal primo agglomerato urbano come noi lo conosciamo (ed è Ushuaia...), bisogna passare il temibile Drake Passage, non è sicuramente da prendere a cuor leggero. Da qui il concetto dell'evitare di risparmiare proprio su questo viaggio. Ho visto la Viking, la nave che ha appunto avuto un incidente mortale lungo il Drake proprio un paio di settimane prima del nostro viaggio, subito si può notare una enorme differenza rispetto alla nostra nave.

QUANDO ANDARE:

L’Antartide è l’ultimo continente che ancora resiste all’esplorazione umana, una massa di terra e ghiaccio di una bellezza estrema e ricca di storia e di avventura. È una massa bianca, blu e grigia che copre l’orizzonte in ogni direzione. L’Antartide non è uno Stato e non appartiene a un Paese in particolare, non ha nemmeno un fuso orario (abbiamo tenuto quello di Buenos Aires!). È gestita sulla base del Trattato Antartico firmato da 45 nazioni che sono presenti sul continente per svolgere attività di ricerca. Non ha nemmeno un bandiera: nel 2018 è stata proposta una valida possibilità, già adottata in alcune basi (True South, ogni elemento della bandiera è stato maniacalmente scelto per rappresentare delle caratteristiche dell'Antartide, ovvero: le strisce orizzontali color blu marino e bianco rappresentano i lunghi giorni e le interminabili notti caratteristiche dell’estrema latitudine dell’Antartide. Al centro si trova un picco bianco che s’innalza solitario da un campo di neve e ghiaccio, ricordando gli iceberg, le montagne e le creste di pressione che definiscono l’orizzonte antartico. La lunga ombra che proietta forma una freccia della bussola puntata verso Sud, un omaggio alla lunga storia delle esplorazioni antartiche. Insieme, le due forme centrali creano un diamante, che simboleggia la speranza che l’Antartide continuerà ad essere un luogo di pace, scoperta e cooperazione per le generazioni a venire).

Più grande dell’Europa, durante l’inverno la calotta di ghiaccio si estende sul mare che circonda il continente, raddoppiandone le dimensioni e creando una barriera impenetrabile. È solo con il “caldo” dell’estate australe, tra novembre e dicembre, che turisti e ricercatori possono andare in Antartide.

L’estate inizia tra Ottobre e Novembre, il ghiaccio inizia a sciogliersi e i pinguini iniziano la stagione dell’amore, corteggiandosi e accoppiandosi. Alcune crociere partono già da fine Ottobre, ma il rischio di non poter scendere con gli zodiac è molto alto a causa del meteo instabile e degli enormi iceberg che popolano il mare intorno all’Antartide. Novembre invece è il periodo più economico. Le giornate sono caratterizzate da 15/18 ore di luce e si iniziano ad avvistare alcuni animali, seppur in piccole quantità. In questo periodo però le basi e gli edifici visitabili sono ancora chiuse.

Dicembre e Gennaio sono i mesi più caldi dell’estate australe e sono caratterizzati da giornate molto lunghe, fino a 20 ore di luce. In questi mesi i pinguini covano le uova e nascono i cuccioli. Questo è considerato il periodo migliore per un viaggio in Antartide. I prezzi però, sia dei voli per l’Argentina sia delle crociere, sono più alti rispetto ai mesi precedenti e l’afflusso turistico è un po’ più elevato.

Febbraio e Marzo invece sono gli ultimi mesi estivi. È il periodo in cui si hanno più possibilità di avvistare le balene e di osservare la muta delle penne dei pinguini adulti. Inoltre in questi mesi i prezzi tornano ad abbassarsi essendo considerata fine stagione. Di contro però le giornate iniziano ad accorciarsi e il tempo a disposizione per i landing con gli zodiac è minore.

 

QUALE NAVE:

Mi faccio coraggio e via, prendo la tanto agognata spedizione. Quindi primo consiglio...tenere ben d'occhio i siti ed essere pronti all'acquisto. Hurtigruten l'ho scelta per il costo e per il brand conosciuto nell'ambito di spedizioni polari, con il senno di poi...sceglierei sempre la stessa.

E' vero che, una volta raggiunta la penisola antartica, solo 100 persone alla volta possono scendere tramite gommoni, zodiac, dalla nave e quindi una nave grande come quella che abbiamo preso implica la discesa in turni.

Siamo scesi due volte al giorno per un'ora, un'ora e mezza a volta, ma posso dire che: va bene così perchè personalmente ero molto stanca dopo anche solo una camminata di un'ora sulla neve. Non tanto perchè fosse faticosa l'escursione, probabilmente è effetto della riduzione di ossigeno nell'atmosfera, particolarmente evidente nelle regioni polari.

Comunque, l'aspetto più importante per cui sceglierei ancora questa nave sono le dimensioni appunto. Perchè prima di vedere le meraviglie dell'Antartide, bisogna arrivarci.

Questo implica, almeno per noi, macchina fino a Roma, quindi diretto Roma Buenos Aires, 13 ore. Buenos Aires Ushuaia il giorno successivo, quasi 4 ore, e infine il piatto forte, 2 giorni pieni di navigazione nel passaggio di Drake.

Ecco il punto per quanto mi riguarda è proprio questo, il passaggio di Drake. Posso dire che ad oggi, e ne ho fatte di cose "particolari" per temprare il mio fisico, non sono mai stata male quanto questi due giorni per andare e due giorni per tornare. A volte penso che tornassi indietro non lo rifarei. Malessere da Drake e il maledetto jetlag provocato dalle solo 4 ore di fuso, mi hanno provata terribilmente, ci ho messo un mese intero prima di riprendermi del tutto!

Un altro aspetto che è stato fondamentale nella scelta della spedizione è stato il pacchetto, in particolare il volo charter. Perchè i voli da Buenos Aires a Ushuaia spesso sono in ritardo, quindi per essere sicuri è meglio arrivare in terra del fuoco almeno due giorni prima della partenza della nave. Questo implica ancora più tempo da avere a disposizione. Prendendo il pacchetto che parte da Buenos Aires siamo andati sul sicuro!In ogni caso siamo arrivati due giorni prima della partenza da Buenos Aires per lo stesso motivo...non rischiare che ci fosse un problema con il volo intercontinentale (di questi tempi con covid si sa mai) e perdere il charter e quindi perdere tutta la vacanza.

La lingua ufficiale è l'inglese....ma anche il tedesco!Tutto viene riportato in doppia lingua, il personale non parla ovviamente italiano.

In ogni caso, partiamo dal principio.

Ad oggi, 2022, 6500 euro (che comprende, hotel a Buenos Aires, trasporto aereoporto, volo charter dedicato, trasferimento in nave, 9 giorni di navigazione con discese) + volo intercontinentale a capodanno è una cifra bassa. Inoltre la compagnia offre una assicurazione in caso di fallimento e annullamento (anche per covid). E' inoltre possibile acquistare ulteriori escursioni, come kayak o ciaspolata. Si può essere anche estratti a sorte per passare una notte in campeggio su suolo antartico, ovviamente non siamo stati sorteggiati (ci avrei scommesso, con la fortuna che mi contraddistingue non poteva che andare così!), peccato, ci tenevo!Ovviamente questo è l'unico modo per un turista (anche se pare esistano delle specie di cupole dove dormire, a cifre non accessibili per un comune mortale, 5 cifre a notte) per dormire sulla terra ferma invece che in nave.

Hurtigruten ti fa scendere due volte al giorno dalla nave, non molto meno di navi piccole. Le cabine sono belle comode e spaziose, non che sia una discriminante, solo un plus. Si mangia molto bene (e questo è stato molto apprezzato, anche se ho saltato colazione pranzo e cena per tutto il Drake, ovviamente), c'è una sauna con vista, le jacuzzi riscaldate e una piscina tiepida di cui abbiamo usufruito. Dal punto di vista ambientale è una nave ibrida, altro plus. Sono organizzati abbastanza bene, anche se i ritardi nello scendere dalla nave sono all'ordine del giorno. Ogni giorno ci sono degli approfondimenti scientifici che ho ritenuto comunque piuttosto elementari. Avendo il wifi sempre disponibile, anche nel mezzo del puro nulla, utilizzavo il mio caro vecchio web per cercare informazioni più dettagliate nel caso gli approfondimenti fatti in nave non fossero di mia soddisfazione (quasi sempre).

Le stanze vengono rifatte tre volte al giorno, si può decidere se essere green (e non farsi pulire lenzuola e asciugamani) o richiedere una volta al giorno il cambio biancheria. La nave è green e non esiste plastica, tutto è in vetro e ci sono distributori di acqua ovunque in nave. Viene data in regalo una borraccia a ospite.

Come vestirsi? per scendere in Antartide, seguendo le linee guida IAATO, ovvero la regolamentazione mondiale per garantire che l'Antartide rimanga un luogo incontaminato, prevedono per esempio che gli scarponi vengano offerti agli ospiti dalla nave stessa, in quando devono essere lavati accuratamente, cosa che succede prima e dopo ogni escursione. Questo per garantire l'eliminazione di qualsiasi organismo vegetale, anche se non ce ne sono molti, che possa contaminare un sito dove non sono presenti. Quindi bastava partire con delle scarpe comode e leggere per camminare a Buenos Aires e Ushuaia (dove c'erano 37 e 30 gradi rispettivamente), noi ci siamo portati anche gli scarponi che avevamo comprato per il Nunavut. Ecco anche no, partite leggeri. Mi sono portata anche una calzamaglia pesante, una maglietta tecnica, felpa, giacca e pantaloni da sci. Sulla nave ci hanno regalato una giacca a vento obbligatoria per tutte le escursioni.

Siamo stati fortunati: su 5 giorni effettivi, 4 erano stupendi e caldi, quindi sono sempre scesa in felpa e con la loro giacca a vento. I pantaloni impermeabili, quindi per me solo quelli da sci, erano obbligatori. Morivo dal caldo. è anche vero che il primo giorno, unico in cui non siamo potuti scendere, la temperatura si aggirava intorno ai -17 gradi contro gli 0 o i +8 degli altri giorni!

Che cosa è stato davvero fondamentale?Occhiali da sole e crema solare. Non era assolutamente possibile uscire dalla cabina senza gli occhiali da sole, il bianco era a dir poco abbagliante. La crema solare?Durante la prima escursione mi sono dimenticata di metterla....dopo meno di un'ora di camminata la mia faccia era completamente marrone, di un colore che non penso di aver mai visto in 38 anni e rotti di vita!

INZIAMO IL VIAGGIO

Day 1: arrivo ore 8 del mattino a Buenos Aires, andiamo in hotel, Hilton, a lasciare le valige per andare poi direttamente a mangiare una bella bistecchina da Santos Manjares, totalmente consigliato. Si trova ovviamente in pieno centro, vicino alla zona del porto e al nostro hotel. In generale non sono particolarmente amante di Buenos Aires, facciamo comunque una passeggiata per Puerto Madero e San Telmo, camminando fino al quartiere la Boca. Tutto questo con mascherine perchè...il giorno dopo, prima di prendere l'areo, saremo costretti ad effettuare un tampone rapido necessario per prendere il volo charter per Ushuaia.

Questo ha significato una cosa sola: natale con la mascherina, ansia perenne. Mi sono ripromessa che sarà l'ultima volta, non accetterò mai più una imposizione senza senso come questa. Siamo a dicembre 2022, nemmeno si sente più parlare di covid, per altro sono trivaccinata. Vaccino che non guardano più nemmeno per entrare in Argentina. Probabilmente il costo basso della spedizione dipende anche da questo, è stato comunque un bel rischio visto l'obbligatorietà del tampone, per altro non effettuabile dall'Italia, era assolutamente necessario farlo tramite loro in hotel il giorno prima del volo (alla modica cifra di 65 euro...per un tampone rapido!).

Non parliamo dell'ansia del giorno del tampone, tutti ammassati in una sala dell'hotel sperando di non essere lo sfigato positivo che non potrà partire e dovrà farsi la quarantena a Buenos Aires. La motivazione di questo scrupolo, e di altri eccessivi scrupoli dei giorni successivi? Scoperto immediatamente. I nostri compagni di viaggio erano per il 30% tedeschi, e fino a qua tutto ok, due italiane, due francesi e...tutti gli altri americani. Quindi ovviamente abuso e stra-abuso di WOW, HAVE FUN e-....SAFE. Quindi per essere SAFE...natale, i giorni precedenti, tutto il volo di 13 ore, tutto il giorno a Buenos Aires, ansia pazzesca, per questo tampone. Per essere SAFE. E siamo stati tremendamente, esageratamente SAFE per tutta la spedizione....

Day 2: Come si può immaginare, eravamo SAFE e quindi, partenza alle 7 del mattino per Ushuaia con un volo charter della Hurtigruten. Panorami pazzeschi della terra de fuoco, che mi hanno distratta dalle quasi 4 comodissime ore di volo. Tempo pessimo, per fortuna al ritorno abbiamo avuto modo di vedere la città e il panorama un pò meglio con appunto ben 30 gradi!

Abbiamo due ore di tempo per girare a piedi la cittadina, minuscola, farci timbrare il passaporto all'ufficio del turismo, fare foto di rito con il cartello Fine del Mondo, e mangiare la famosa centolla, ovvero il granchio reale. Costo di 4 anni fa?20 euro, costo adesso?100. Un vero insulto, ma non resisto e investo per la gustosa centolla.

Alle 16 finalmente mettiamo il piede sulla nave!Ci danno la giacca, gli scarponi, il patch con il nome del nostro gruppo per i turni delle escursioni, lasciamo tutto in camera e esploriamo la nave per poi gustarci una cena mentre salpiamo verso il Drake. il tempo è brutto quindi non è possibile ammirare il canale di Beagle, il canale che da Ushuaia porta al Drake, per fortuna ci rifaremo al ritorno.

Siamo pronti per partire!

saliti sulla nave subito facciamo un giro di perlustrazione, soprattutto delle zone comuni dove nei giorni successivi si sarebbero tenute delle lezioni scientifiche su fauna antartica.

Queste lezioni, oltre a erudire gli avventurieri sulla vita di pinguini, foche e balene, servono anche a passare in modo costruttivo i successivi due terribili giorni di navigazione attraverso il Drake.

Subito vediamo un cartellone con la fauna che incontreremo durante la spedizione...da perfetta ignorante noto che non è presente né il pinguino imperatore né il pinguino re!

Infatti, il pinguino imperatore, che è il pinguino più grande del mondo e forse è anche il più bello, purtroppo vive in luoghi molto remoti ed isolati, lungo le coste più impervie del continente antartico, spesso irraggiungibili. Eccetto per una piccola colonia di pinguino imperatore presente lungo l'estremità settentrionale della Penisola Antartica, sulle sponde del mar di Weddel, tutte le altre famiglie vivono molto più a sud e possono essere visitate soltanto attraverso spedizioni sicuramente più impegnative e, se possibile, ancora più costose!

Inoltre, i pinguini imperatore si riproducono in inverno (unici animali antartici a riuscirci) e durante l'estate si riversano quasi tutti in mare per riprendere le forze, soprattutto le femmine!Non che sia un deterrente alla partenza, ma bene saperlo.

Sarebbe bastato controllare la cartina qui sotto per rendermene conto ben prima della partenza!

Ci parlano invece dei pinguini che vedremo sicuramente:

- becco rosso: Gentoo

- faccia bianca: Chinstrap

- testa nera: Adele

Finita la cena e la lezione sui primi animalucchi che vedremo sicuramente, andiamo a Letto, mi prendo il sonnifero di ordinanza.

Un altro punto fondamentale è il seguente: sembra scontato, ma non tutti realizzano che con una crociera in Antartide non si supera il circolo polare Antartico, o almeno, non con questa da 12 giorni, tanto meno ovviamente si raggiunge il Polo Sud. Qualcuno sulla nave ne era convinto...

Parlando del Polo Sud, ecco due note storiche: il polo sud geografico (ovvero il punto più a sud dell'asse rotazionale terrestre, dove convergono tutti i meridiani) fu raggiunto nel 1911 da Amundsen, norvegese, e dal britannico Scott, solo un mese dopo (ignorando di essere arrivato secondo). Amundsen portò a termine l'impresa sano e salvo, mentre Scott morì di freddo, fame e stanchezza, indebolito dallo scorbuto. Come ha fatto Amundsen?mangiando carne di pinguino!Questo perchè, tredici anni prima di imbarcarsi per il Polo Sud, il norvegese sperimentò per la prima volta che cosa significasse passare l'inverno nell'antartico (durante una spedizione belga). Durante questa spedizione lui e l'equipaggio rischiarono di morire di scorbuto, la fortunatamente il dottore della nave aveva vissuto per molto tempo con gli inuit (eschimesi) e si era reso conto che godevano di ottima salute....mangiando carne cruda appena cacciata. Amundsen non solo si cibò di pinguini e foche...ma sacrificò anche alcuni cani...

Un altro punto a favore di Amundsen, è che utilizzo i cani da slitta e sci, mentre Scott pony che sprofondavano nella neve.

In ogni caso nel polo sud geografico, abbiamo la base permanente Amudsen-Scott, vicino alla quale è presente un altro "polo sud" il Polo delle Cerimonie (costituito da una sfera metallica appoggiata su un cilindro, circondato da bandiere degli stati firmatari del Trattato Antartico).

In realtà i ricercatori della stazione americana Amundsen-Scott segnano ogni anno il polo sud geografico (90 gradi sud) con un apposito marcatore, che si sposta di 10 metri all'anno! Dal 1959 si svolge una cerimonia, il primo di gennaio: ogni anno esiste un concorso per la progettazione del nuovo marcatore, il vincente viene posizionato nell'esatto punto in cui si trova il polo sud. I precedenti marcatori vincenti vengono conservati nella stazione scientifica in una apposita bacheca.

Per completezza esistono altri 3 poli!Il polo sud magnetico (si muove di circa 5-10 km ogni anno), il polo sud Geomagnetico (si tratta di un punto artificiale, è variabile e si trova vicino alla stazione russa Vostok). L'ultimo polo è quello della Relativa Inaccessibilità, ovvero il luogo più lontano dell'Oceano antartico e più remoto (scoperto dalla spedizione sovietica antartica nel 1958).

Ma torniamo al nostro racconto, stavo ritardando il più possibile l'inizio della tragedia.

Circa 1000 km di navigazione tra Capo Horn e la penisola Antartica.

Avevo letto che alcuni decidono però di arrivare nel continente bianco in volo, per evitare i due giorni necessari per attraversare lo stretto di Drake. Ovviamente il costo triplica e quindi desisto. "ok, ma che sarà mai questo Drake?". Illusa che sono.

Ovviamente avevo letto tutto e per questo mi ero ben equipaggiata con travel gum come caramelline, antistaminico e sonnifero nel caso dovessimo stenderci del tutto. Non posso dire di aver preso alla leggera il passaggio, ma mai mi sarei aspettata di stare così male.

Il Drake è uno dei tratti di mare più movimentati dell’intero globo, con onde che possono arrivare ai 10-15 metri. Qui infatti la Corrente Circumpolare Antartica fa il giro del globo senza incontrare ostacoli e mantenendo intatta la sua forza. 

Si può essere fortunati, e incontrare il Drake Lake, ovvero calma piatta, oppure essere sfortunati (2 volte su 3) e incontrare lo SHAKE Drake. Per inciso, l'avventuriero Drake è passato dallo stretto di Magellano, non dal passaggio che porta il suo nome, non un uomo stolto.

Stiamo parlando di Francis Drake, la cui ultima nave, dopo aver passato lo stretto di Magellano, nel settembre 1578 fu spinta ancora più a sud, a dimostrazione dell'esistenza di un collegamento tra l'Atlantico e il Pacifico.

Un secolo prima questo canale era stato chiamato mar di Hoces da una flotta di navi spagnole che nel 1525, guidate da Francisco de Hoces, furono spinte a sud prima di entrare nello stretto di Magellano e ipotizzarono l'esistenza di questo canale.

Il primo a navigare nel canale di Drake fu invece l'esploratore olandese Willem Schouten nel 1616 a bordo della nave Eendracht, che diede anche il nome a capo Horn.

Per dare l'idea, ho citato all'inizio la Viking...spedizione partita 8 dicembre 2022, onda di 9 metri ha completamente sfondato il vetro di 3 cabine, sfondato il pavimento e ucciso una persona e ferite 4. Insomma effettivamente non si scherza per niente.

Day 3: mi sveglio perchè scaraventata in aria. Sembravo Regan dell'esorcista che fluttua sopra al letto e rimbalza continuamente sul materasso. Ore 9 del mattino mi sveglio così, circondata da onde di 9 metri, impossibile alzarsi dal letto. Ed ecco che parte un annuncio del capitano "siamo spiacenti, dobbiamo tornare indietro". Cosa?!!! dopo 15 ore dobbiamo tornare indietro?!! e perchè?!!Pare che un simpatico anziano signore, mentre stavo sdraiata a letto cercando di non vomitare (come del resto il 90% dei passeggeri della nave), abbia deciso di fare due passi in giro ed è caduto dalle scale dopo uno scossone. Si è rotto tutte le vertebre, deve essere operato di urgenza. Nessun elicottero può venire a prenderlo visto che siamo in piena tempesta. Cerco di non pensarci, non mi vengono sicuramente pensieri positivi...passo le successive 15 ore, prima di tornare al porco di Ushuaia, sballottata sul letto, con gli occhi chiusi e immobile. Siamo anche al piano più basso, scelto oculatamente. Peccato che non sia stata molto intelligente...vero che ci troviamo al piano più basso, ma siamo a prua, completamente a prua, quindi sentiamo ogni singolo movimento della nave.

Comunque arriviamo a Ushuaia, in porto riesco finalmente ad alzarmi e mangiare qualcosa. CI assicurano che non perderemo nemmeno un giorno, cambieranno rotta e ce la faremo. Ci dicono anche che siamo fortunati!i prossimi due giorni non saranno così SHAKE, un pelino meno, solo 6 metri di onda.

Cattura.PNG
324660521_714729663696402_8125555596518564636_n.jpg
324715504_1149030832455289_9018028611184828819_n.jpg
321762159_706188797578052_6122440635863517500_n.jpg
324731920_640671297812073_7824345771245586900_n.jpg

Day 5: capodanno! ovviamente il Drake non era così Shake, ma con 6 metri ero comunque impossibilitata a muovermi dalla posizione del morto sul letto. Non ho potuto mangiare nulla se non a cena perchè il fabry è andato a prendermi da "asporto" il cenone, buonissimo, di capodanno. Anche perchè nel pomeriggio si era tenuta la spiegazione dettagliata dei principi IAATO (https://iaato.org/documents/10157/13325/Visitor+Guidelines+%28English%29.pdf), obbligatoria la presenza e passare il proprio badge. L'avevo vista dalla tv della cabina, mentre il Fabry era riuscito ad andare di persona...sono stata obbligata ad andare a passare questo benedetto badge, e quindi?sono riuscita a tornare in cabina in bagno appena in tempo. Da lì il sacchetto del vomito è stato utile fino a cena.

La IAATO (International Association of Antarctica Tour Operators) è un’organizzazione internazionale fondata nel 1991 che regolamenta e controlla lo sviluppo sostenibile del turismo in Antartide facendo rispettare totalmente le regole del Trattato Antartico redatto nel 1959. 

La IAATO ha stabilito alcune regole che tutti gli operatori turistici devono seguire per svolgere la propria attività sul territorio antartico, tra cui:

- È vietato lo sbarco sul suolo antartico alle navi con più di 500 passeggeri;

- Agli operatori turistici è richiesto di coordinare gli itinerari tra di loro. Questo serve per non avere mai passeggeri di due navi diverse a terra nello stesso luogo durante lo stesso giorno;

- Non è consentito lo sbarco di più di 100 passeggeri alla volta.

La IAATO, seguendo le regole del Trattato Antartico, inoltre ha stabilito alcune linee guida che tutti i viaggiatori sono tenuti a rispettare durante un viaggio in Antartide:

-  Non avvicinarsi troppo alla flora e alla fauna e non arrecare disturbo. Mantenere sempre una distanza di almeno 5 metri dagli animali. Se siete vicino ad animali e uccelli, evitate di fare rumori forti e mantenete un tono di voce basso. Non ostruitegli la loro strada verso il mare e non dategli alcun tipo di cibo;

- Non introdurre piante o animali in Antartide. Per prevenire l’introduzione di malattie e specie non native lavate i vostri stivali e pulite la vostra attrezzatura come vestiti, borse, cavalletti fotografici, tende e bacchette da montagna;

-Mantenete l’Antartide incontaminata, la più grande area selvaggia sulla Terra. Non lasciate segni della vostra visita, ovvero evitate di disseminare rifiuti a terra o in mare;

- non portasi a casa souverir "organici" (insomma non raccogliere conchiglie, sassi, gusci di uovo etc etc);

- La fauna ha sempre la precedenza. Se notate un cambio nei comportamenti degli animali, soprattutto durante la nidificazione o la muta, vuol dire che si sentono disturbati. Fermatevi, arretrate lentamente e osservateli da maggiore distanza;

- La flora, tra cui muschi e licheni, è fragile e cresce molto lentamente in un ambiente così ostile come l’Antartide. Evitate di danneggiare o camminare sul muschio o sulle rocce  ricoperte dai licheni. Seguite sempre i percorsi indicati dalle guide e se non esiste, seguite la via più breve evitando la vegetazione e il terreno sdrucciolevole.

Nel frattempo siamo arrivati a capodanno: ci eravamo comprati uno spumante al supermercato di Ushuaia (sulla nave solo vinacci a partire da 80 dollari...seee come no!), facciamo in tempo a brindare l'arrivo in territorio sub antartico, le isole Shetland Meridionali sono in vista, e il mare migliora!

Day 6: 1 gennaio, in mattinata raggiungiamo la prima meta della nostra spedizione: Deception Island, appunto nelle SHeltalnd Meridionali.  Si trova a 120 km a nord-est della penisola Antartica e si trovano alla stessa latitudine delle isole Faroe, poco più a Nord delle Shetland Settentrionali.

I soli luoghi abitati dell'isola sono costituiti da basi di ricerca scientifica dipendenti dalle Forze Armate argentine e spagnole.

RIporto anche la storia di tutti i luoghi che abbiamo visto, direttamente da wikipedia, perchè credo che la storia di queste esplorazioni sia parte integrante del viaggio.

Il primo avvistamento accertato dell'isola fu eseguito dai cacciatori di foche britannici William Smith e Edward Bransfield con il brigantino Williams nel gennaio 1820. Fu poi visitata ed esplorata per la prima volta dall'esploratore americano Palmer sulla nave Hero nell'estate australe seguente, il 15 novembre 1820. Palmer rimase nella zona per due giorni, esplorando la baia centrale.

Palmer la chiamò "Deception Island" (Isola dell'inganno) per via del suo ingannevole aspetto di isola normale, mentre la stretta entrata attraverso il Neptune's Bellows (Mantice di Nettuno) permise di scoprire che in realtà ha la forma di un anello attorno ad una caldera allagata.

L'isola ha una forma a ferro di cavallo, pressoché circolare, con un diametro di circa 12 km. Il punto più alto è di 576 metri, nei pressi del monte Pond che ha un'altezza di 539 metri. Il centro dell'isola è costituito da una caldera che è stata riempita dal mare formando una grande baia, chiamata Port Foster. Sul bordo interno della baia vi sono numerose zone visitabili, tra cui la Baia dei Balenieri, delimitata da un’ampia spiaggia con sabbia nera Il vulcano è ancora attivo e nel 1967 e nel 1969 vi sono state due violente eruzioni, che hanno provocato la distruzione della stazione scientifica cilena e l'abbandono della stazione scientifica britannica.

Il 26 agosto 2009, gli enti cartografici che mappano il Territorio antartico britannico, hanno denominato un piccolo lago vulcanico (255 metri di diametro) di Deception Island con il nome di "Ajmonecat Lake" .

Tutto davvero molto bello, ci dicono di prepararci che avremmo iniziato la discesa a poco, quindi ci vestiamo, usciamo all'esterno per fare alcune foto. Ma che tempaccio, che vento, che freddo, sto facendo le foto e le mani si stanno congelando, anche la faccia. 30 minuti dopo: il comandante annuncia, non si puà scendere, c'è vento e fa freddo, -17. Il bello alla fine di una spedizione in Antartide è anche questo, l'imprevedibilità del tempo. Però mi sono anche rotta, dopo l'anziano che ha deciso di rompersi, il doppio Drake all'andata, gradirei metter piede sulla terra ferma. Si scusano, dicono che partiremo subito per arrivare in Antartide e esplorare territori in più per recuperare. Mentre riparte la nave il tempo migliora sensibilmente, finalmente riusciamo a vedere il panorama, ma meglio così...continuiamo a navigare verso la penisola.

Nota di "colore" parlando di esploratori, il periodo di spedizioni in Antartide si divide in due, in base ai mezzi utilizzati per arrivare qui e passare il maledetto Drake: l'epoca degli eroi (e posso capire come mai, si tratta di spedizioni effettuate con vascelli, senza l'uso di motore) e l'epoca meccanica.

Ci sono opinioni discordanti riguardo alla fine dell'epoca eroica dell'esplorazione antartica. La spedizione Endurance di Shackleton viene a volte indicata come ultima delle spedizioni del periodo. Altri storici estendono il periodo fino alla morte di Shackleton, il 5 gennaio 1922, considerando la spedizione Shackleton–Rowett, o spedizione Quest, durante la quale morì Shackleton, il capitolo conclusivo dell'epoca, Secondo i biografi di Shackleton: "se fosse possibile tracciare una linea netta per dividere l'epoca eroica dell'esplorazione antartica e l'epoca meccanica, la spedizione Shackleton–Rowett potrebbe essere un buon punto"

IMG_1474.jpeg
IMG_1425.jpeg
IMG_1475.gif
20230101_DeceptionIsland_WhaleTanks_09284_TimHoffmann.jpg
20230101_DeceptionIsland_Mountains_0842_TimHoffmann.jpg
20230101_DeceptionIsland_WhalersBay_0839_TimHoffmann.jpg
20230101_DeceptionIsland_WhalersBay_09253_TimHoffmann.jpg
20230101_DeceptionIsland_WhalersBay_09252_TimHoffmann.jpg

Day 7: 2 gennaio, ore 00:45, non riesco a dormire per cui accendo la tv per vedere la mappa e capire dove siamo...ma siamo nella penisola antartica, devo uscire e vedere!Per fortuna che sono uscita, è stata l'unica volta che sono riuscita ad intravedere il "tramonto", tutti gli altri giorni sono stati bellissimi, ma nuvolosi proprio verso mezzanotte!Ed eccoli lì, i primi iceberg. Il Fabry non ha voluto alzarsi, mi aspettavo di trovare qualcuno sul ponte della nave, e invece ero lì, sola soletta ad ammirare i primi enormi pezzi di ghiaccio con una luce tutta particolare.

All'1 e mezzo torno a dormire, sveglia alle 7 per vedere il panorama della prima baia, Enterprise!

Alle 8 iniziano a scendere i primi gruppi della giornata, si tratta di un giro in zodiac per la baia. Ovviamente noi siamo gli ultimi, a mezzogiorno!Poco male, mi metto sul ponte alla ricerca delle prime balene. Media avvistamenti?almeno una ventina al giorno!

Enterprise è stata chiamata isola Nansen in un primo momento dall'esploratore belga Adrien de Gerlache durante la nave spedizione Belgica nel 1897 - 1899. All'inizio del 1900 era un importante sito di caccia alle balene. È stato poi ribattezzato in omaggio all'industria della caccia alle balene tra il 1916 e il 1930. C'è una vecchia nave baleniera che è stata bloccata dopo un incendio.

Effettivamente abbiamo visto un numero smisurato di balene, ma fortunatamente la caccia è assolutamente vietata. Il mare è ricco di krill, piccoli gamberettini, cibo delle balene, e di meduse luminescenti. Il mare è un mix di dolce e salato ed è molto calmo, molto profondo ed enormemente pulito. Tanto pulito da poter distinguere tutte le parti di una balena anche a 20 metri di profondità!

In generale, per riassumere, ecco gli animalucchi che popolano queste terre/acque: oltre ai pinguini di Adélie e ai Pinguini di Gentoo, si possono avvistare i Pinguini Chinstrap e altri uccelli marini, le foche di Weddell, la meravigliosa Foca Leopardo, le balene minke e le orche. A estate inoltrata è inoltre possibile osservare le balene Humpback, Finn e Sei. Da notare bene: il periodo gennaio è quando le foche partoriscono, non è facilissimo vederle!

IMG_1816.jpeg
IMG_1820.jpeg
324661612_873264603798793_3387565052489535887_n.jpg

Finalmente, ore 21, siamo pronti per la seconda escursione della giornata, toccare il suolo Antartico. Scenderemo su Orne Island, dove si trova anche la prima colonia di pinguini della spedizione.. Devo dire che questa da sola escursione è valsa il viaggio. Dobbiamo fare una salita fino alla cima del monte, non troppo faticosa, ed ecco. Si apre un panorama mai visto prima, con colonie di pinguini Chinstrap che rendono il tutto più magico. Le foto non rendono a sufficienza, ma possono dare una idea. Intanto una balena grida, insomma emette un suono che non credevo potessero emettere.

In realtà si parla di canto della balena: viene usata questa parola per descrivere il grido di questo mammifero perché è percepibile per miglia intorno. I marinai dell'epoca dicevano che questo suono fosse prodotto dalle sirene. Per questo viene usata la parola cantare o canticchiare per descrivere il grido della balena. La balena usa questo grido principalmente per comunicare con i coetanei, perché vive la maggior parte del tempo in gruppi che possono raggiungere diverse decine di individui. La balena usa anche il suo canto durante il periodo riproduttivo per attirare un partner. Questo grido è percepibile da molto lontano (fino a 100 km) e consente loro di massimizzare le possibilità di trovare un'altra balena nella vastità degli oceani. Alcuni scienziati ritengono che la balena canti per contrassegnare il suo territorio e scongiurare che potenziali maschi solitari si avvicinino troppo a un gruppo di femmine.

Ci sono centinaia di suoni diversi: alcune grida avvertono del pericolo, altre permettono di rimanere in contatto con altri membri dello stesso gruppo. C'è ancora molto lavoro da fare per gli scienziati per capire tutti i significati dei canti delle balene e in effetti, è uno dei linguaggi animali più complessi del nostro pianeta.

324625771_682814890168549_9054936694442591179_n.jpg
324091327_3472834446332621_6897395366377792271_n.jpg
324850516_554711156565358_1386262473513009210_n.jpg
324574489_869524497695283_8506833457532304477_n.jpg
324428795_729607185408240_5013838983730835667_n.jpg

Day 8: Petermann Island in gommone (scoperta nel 1873, il nome deriva da August Petermann, cartografo) e Hovgaard Island con discesa a terra. Originariamente era stata chiamata "Isola Krogmann" dalla spedizione tedesca guidata da Eduard Dallmann dal 1873 al 1874 che la scoprì, ma il nome Hovgaard, dato dalla spedizione antartica belga del 1897-1899, lo soppiantò. 

Questa volta siamo i primi a scendere!e siamo anche fortunati, eccola, lei, la bellissima foca di Weddell, scappata subito dopo il nostro passaggio.

Il nome di questa foca deriva da quello di Sir James Weddell, navigatore e cacciatore di foche britannico che fu il primo a descriverle (1820).

I maschi adulti misurano tra i 250 e i 290 cm di lunghezza, le femmine raggiungono i 330 cm. Il peso è compreso fra i 400 e i 600 kg, i predatori sono la foca leopardo e l'orca (che non abbiamo visto). Siamo abbastanza fortunati e, dal gommone, vediamo anche una foca leopardo che ci saluta con la zampina!

Ulteriore nota di colore: mi sveglio verso le 7 per l'annuncio del capitano, sono ancora addormentata, ma subito riconosco quella infausta parola...SAFE. Sono già pronta ad alterarmi e poi capisco cosa sta dicendo: ci sono stati due casi di covid in nave, per la nostra SICUREZZA, se abbiamo uno di questi sintomi, febbre, mal di gola, naso che cola....recarsi in infermeria per il tampone.

AH AH AH, naso che cola?tutta la nave ha il naso che cola. Il Fabry ha un raffreddore pazzesco, per forza, ha fatto il bagno in piscina ed è andato in giro scorrazzando per il ponte con una maglietta da surf fradicia! Io sono stata sul ponte in costume per due, dopo aver fatto il bagno in piscina, certo che abbiamo il naso che cola.

E anche se fosse...devo andare a farmi un tampone con il rischio di essere positiva, e asintomatica, e rimanere chiusa in cabina per tutti i giorni successivi, rimanere ad Ushuaia perchè sul charter non si sale, e quarantenata per chissà quanto tempo? Ripeto, da asintomatica???

"mettete le mascherine"!

Usciamo dalla cabina e praticamente nessuno ha la mascherina, quindi la togliamo anche noi ovviamente. Sentiamo qualcuno che decide di andare in infermeria per tamponarsi, così per...SICUREZZA!

Morale della favola?passato il primo giorno, non si è più sentito parlare di covid, tamponi o mascherine per i giorni successivi, così come deve essere. Per inciso, mi è passato il raffreddore dopo due giorni ed è finito tutto.

324742377_1806683199698422_7386343858796230943_n.jpg
IMG_2147.jpeg
20230103_PetermannIsland_EmergancyShelter_00807_TimHoffmann.jpg
324662096_5911875455568433_8481336447373239595_n.jpg
20230103_PlenauIslandCruise_Zodiac_1096_TimHoffmann.jpg

Durante l'esplorazione della baia, il nostro barcaiolo carica sullo zodiac un bel pezzo di ghiaccio, ma di quel ghiaccio trasparente da cocktail!Sottolinea la pericolosità di questo tipo di ghiaccio, proprio perchè trasparente spesso non viene notato dagli zodiac e, se di dimensioni notevoli, può provocare non pochi problemi che possiamo anche immaginare.

Subito dopo ci spiega la storia degli iceberg: la neve cade e cade e il peso della neve comprime gli strati più sottostanti, compattandoli. Per compattazione si intende il seppellimento e la cementazione delle acque di fusione.
Durante la fase di compattazione i cristalli di neve, che hanno un contenuto in aria superiore al 90%, si trasformano in cristalli di ghiaccio, riducendo drasticamente il cui contenuto in aria fino al 20% circa. Questo processo porta alla formazione di una spessa massa di ghiaccio che p quindi assolutamente di acqua dolce!

Un iceberg galleggia perché la densità dell'acqua allo stato solido è minore rispetto a quella dell'acqua allo stato liquido. Come avviene per tutti i corpi galleggianti, l'oggetto raggiunge un equilibrio tra la parte esposta e quella sommersa.
Noi riusciamo ad osservare solo la parte emersa degli iceberg, che corrisponde generalmente al 10% circa del volume totale. Questo vuol dire che circa il 90% di un iceberg si trova sott'acqua, in Antartide per altro...è possibile vederlo tutto!! 

324721995_574082287490385_301150991349136468_n.jpg
324840887_3349117045416777_8177781716580756964_n.jpg
324758943_522053646394021_1856635301818815433_n.jpg

Day 9: mi sveglio alle 4 del mattino e guardo fuori dalla finestra della cabina. Ci stiamo avvicinando al canale di Lemaire, nel frattempo ecco davanti a me degli iceberg con sopra una serie di pinguini. li osservo...cercano di entrare in acqua, devono essere cuccioli perchè cadono goffamente tutti nel modo più scomposto possibile, chi di testa, chi di pancia, inizio a ridere e mi riaddormento attendendo le 7 per entrare definitivamente nel famoso canale di Lemaire.

Il Canale di Lemaire viene considerato uno dei luoghi più scenografici della Penisola Antartica. Per la bellezza del suo paesaggio composto da picchi innevati, ghiacciai, iceberg e scogliere rocciose è divenuto una delle principali mete turistiche dell’Antartide. Qui si trovano anche piccole colonie di pinguini Papua (Gentoo penguin) e di cormorani antartici (Antarctic shag).

Il canale Lemaire che è lungo 11 km separa la penisola Kiev  dall’isola di Booth. Nel suo punto più stretto il Lemaire Channel è largo solo 1.600 metri. La profondità del canale si mantiene costante attorno ai 150 metri. L’ingresso settentrionale del braccio di mare è maestosamente dominato dal Cape Renard e dai picchi gemelli delle Una Peaks (conosciute anche come torri di Capo Renard). Il più alto dei due picchi di roccia basaltica raggiunge i 747 metri d’altezza.

Quest’area dell’Antartide fu esplorata per la prima volta tra il 1873 e il 1874 da una spedizione tedesca. Il Lemaire Channel fu attraversato per la prima volta solo nel dicembre 1898 dalla nave Belgica della spedizione Antartica Belga comandata da Adrien de Gerlache. Il canale fu da lui così chiamato in onore di Charles Lemaire (1863-1925), un esploratore belga del Congo, antica colonia del Belgio in Africa.

Il Canale di Lemaire è anche infinito...si perchè si ha sempre l'impressione di essere arrivati alla sua fine e invece sono passate ore prima di terminarlo!questo per l'effetto ottico del colore bianco. Quanto è vero che il bianco allarga!

Sicuramente notevole, ma il panorama che più mi ha colpito, è stata la baia alle 10 di sera: per uno strano effetto ottico sembrava che la terra terminasse all'orizzonte!Capisco il perchè si pensasse ad una terra piatta!effettivamente, fossi una esploratrice dell'epoca degli eroi, avrei avuto qualche dubbio nell'avventurarmi oltre, per paura di cadere nel nulla dopo aver superato il bordo della fine del mondo!

Demoy Point, Dorian Bay: interessante escursione, siamo riusciti ad entrare in vecchi "rifugi", inglese e argentino, in disuso oramai dal 1993. Ancora tutta la oggettistica e anche i cibi in scatola presenti. Si trattava di rifugi utilizzati ovviamente solo ed esclusivamente nel periodo estivo. Anche perchè in antartide in inverno la temperatura scende anche sotto i -70 gradi e gli studiosi vivono in silos adatti a sopportare queste temperature. D'altra parte...l'epoca degli eroi è finita da un pezzo!

20230104_DamoyPoint_Shelter_1288_TimHoffmann.jpg
324660945_566010691710651_1851788234024431340_n.jpg
323412620_1224757591790137_7688173624093218198_n.jpg

Day 10: Neko Harbour e Paradise bay.

Prima di descrivere questi luoghi incontaminati...devo dire che la giornata non era iniziata molto bene, la parola del giorno, eccola di nuovo, è stata...SAFE!sì perchè era previsto il tanto atteso polar plunge, ovvero il salto nell'acqua freschina una volta messo piede a Neko Harbour. Cosa è successo?Non abbiamo potuto farlo.

A Neko harbour, in questo periodo dell'anno, spesso si staccano pezzi di ghiaccio che cadono in mare, producendo delle onde. Quindi, non possono farci pucciare i piedi in acqua. Con un pò di sana arroganza chiedo come fosse fisicamente possibile che un pezzo di ghiaccio staccato a 500 metri di distanza potesse produrre uno tsunami tale da non farci bagnare a riva. Mentre lo chiedo si stacca un muro di ghiaccio, non un pezzo, un muro intero! Bene attendo l'onda anomala, il cataclisma, la calamità suprema. Circondata da "oh my gosh, oh my god, waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaw" ovviamente. Che succede?Nulla. Si alza il mare di forse forse 2 centimetri. E sento esclamare "no no non possiamo fare il polar plunge, non è SAFE". Devo dire che mi sono fatta sentire, perchè mi sono rotta con il SAFE. SAFE doveva essere il Drake, quando dovevano evitare che il nostro genio si rompesse tutte le ossa. In quel momento bisognava essere tremendamente SAFE e impedire alla gente di uscire dalle cabine. Comunque non me l'hanno fatto fare, ma "tranquilli, lo faremo sul ponte della nave e vi daremo anche l'attestato".....

Sono particolarmente critica perchè questa spedizione è stata interessante, emozionante, ma sarebbe potuta esserlo di più. In termini di avventura e anche ritmi. Perchè non lo è stata? Per essere SAFE, per garantire lo standard dei clienti paganti principali.

In ogni caso, togliendo l'incavolatura per la mancata sciacquatura in mare, che sinceramente mi interessava il giusto (era il principio del SAFE che mi urtava), lasciamo che le foto parlino da sole!

Terminata questa escursione, è finita la nostra permanenza in antartide, non prima di aver visto una foca leopardo accucciolata su un iceberg!

oh dio mio, sta per ricominciare il Drake!Dopo cena prendiamo qualcosa la bar dell'ultimo piano, godendoci il panorama, fino alle 23 quando arriviamo in mare aperto e si inizia a ballare. Vado in stanza, prendo un sonnifero...e prego che vada meglio!

20230105_NekoHarbour_GlacierCalving_1415_TimHoffmann.jpg
324657321_879658679823092_4036660258531978849_n.jpg
321139407_1355336258342537_4448377774102604255_n.jpg
324631562_1647515555708321_6775605793850964868_n.jpg

Prima di ripartire scopro un altro aspetto interessante che ignoravo: centinaia di milioni di anni fa l’Antartide era ricoperta da grandi foreste e aveva un clima tropicale. L'Antartide faceva parte della Gondwana, un ‘super continente’ che comprendeva anche parte del Sud America, dell’Australia, dell’Africa, dell’India e di altre terre. La separazione risale a circa 60 milioni di anni fa. 30 milioni di anni fa, con il distacco della Penisola Antartica dal Sud America, dando il via alla formazione del Passaggio di Drake e della corrente circumpolare antartica. Da allora l’Antartide si ritrovò completamente isolata ed ha iniziato a formarsi la calotta polare. I ricercatori hanno individuato oltre 250 tronchi fossili, inglobati nella roccia creata dall’attività di un antico sistema fluviale risalente a 245 milioni di anni fa. Questi tronchi sono parzialmente carbonizzati; questo dovuto, per prima ipotesi, da eruzioni vulcaniche, in seconda ipotesi dall’impatto di un asteroide. Insieme ai tronchi, sono state ritrovate numerose impronte di foglie fossili, che hanno permesso di identificare più accuratamente la vegetazione dell’epoca simile alla taiga.

Ritornando alla domanda fatale, ma quindi come è stato il Drake di ritorno?

Messaggio del capitano, giorno 10 ore 10 "siete fortunati, solo 4 metri di onde"!

Come è andata? non ho mangiato per 72 ore, bevuto solo per evitare di morire, non mi sono alzata dal letto per 48 ore, vomitato 3 volte. occhi chiusi per 36 ore. Perchè?Solo 4 metri di onda, ma sembrava di essere in una lavatrice. Anche il Fabry, vecchio lupo di mare che non è stato male nemmeno una volta, ha evitato colazione e pranzo del primo giorno. In realtà a pranzo del secondo giorno di navigazione abbiamo goduto del Lake Drake, purtroppo il mio stomaco ha deciso di punirmi. Nonostante il LAKE, non mi sono potuta muovere fino al giorno dello sbarco, anche se eravamo in porto oramai da 12 ore!Nemmeno la colazione da ferma in porto sono riuscita a consumare. 

Scesi dalla nave abbiamo fatto un giro ad Ushuaia con il bel tempo, praticamente non riuscivo a camminare!Trovato un bar, con fatica perchè p domenica e la domenica è tutto chiuso, ho buttato giù un dolcetto, giusto per riprender un pò le forze.

Dopo 1 ora siamo andati in aereoporto, attesa di 3 ore, 4 ore di volo, attesa di 5 ore in aereporto a Buenos Aires, 13 ore di volo, presa macchina  a Roma, guidato fino a Firenze, consumata la prima cena come si deve con Pici e Fiorentina, ore 1 e 30 a casa. Ore 5 del mattino a letto, maledetto jetlag, 4 ore sole sono devastanti! ore 9, operativa al lavoro. Questo l'ho pagato molto caro la settimana dopo, quando il mio corpo mi ha ribadito che non ho più vent'anni, che ne ho quasi quaranta, e che devo darmi una calmata!

Lo rifarei?!!non sono sicura al 100%, mai visti panorami simili, ma il Drake ha lasciato un segno indelebile nel mio stomaco!

Di seguito alcune foto di animalucchi incontrati durante la spedizione (foto inviateci di Hurtigruten 60 giorni dal rientro, evidentemente non fatte con il mio telefono!!)

Concludo con alcune curiosità dell'Antartide e con la mappa delle basi scientifiche

- è grande una volta e mezza l'Europa;

- è il continente più freddo (fino a -98 gradi), e più arido: il più grande deserto della terra (meno di 20 cm di precipitazioni annue);

- Il Monte Vinson è la vetta più alta dell’Antartide con i suoi 4.897 metri di altezza. Rientra tra le Seven Summits, le montagne più alte per ciascuno dei sette continenti della Terra;

- l’Erebus è il vulcano attivo più a Sud del Mondo e le montagne transantartiche dividono il continente in due parti: est e ovest. Si estendono per circa 3.500 chilometri di lunghezza ed è una delle catene montuose più estese sulla Terra;

- rappresenta quasi il 90% della riserva idrica del mondo;

- il 95% del suolo Antartico è ricoperto da ghiaccio; se la calotta dovesse sciogliersi il livello del mare aumenterebbe di oltre 60 metri;

- si trovano le due più grandi piattaforme di ghiaccio del Mondo: la Barriera di Ross e la Piattaforma di ghiaccio di Filchner-Ronne. Dalla Barriera di Ross si è staccato un enorme iceberg, lungo quasi 300 km e largo quasi 40.

20230105_NekoHarbour_GentooWithEgg_04729_TimHoffmann.jpg
20230101_OrneHarbour_BabyChinstraps_09827_TimHoffmann.jpg
Stazioni-di-ricerca-in-Antartide.jpg

Gli scienziati e il personale delle basi sono gli unici abitanti dell'Antartide, non esistono e non sono mai esistite popolazioni indigene.

Alcune basi sono dotati di ospedali, chiese, come delle vere e proprie cittadine. Due sono le basi italiane, la base intitolata a Mario Zucchelli nel 2005 (prima detta Baia Terranova, aperta solo durante la stagione estiva) e la base Concordia (in realtà italo francese). La base Concordia si trova sopra i 3000 metri, con temperature che in inverno arrivano a -80 gradi. Molto interessante perchè abitabile anche in inverno (da 16 persone massimo, 34 nella stagione estiva), è un capolavoro di ingenieria!viene spiegato nel video qui sotto.

  • email.png
  • MB__home.png
bottom of page