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Non ho inserito questo viaggio nella sezione week end fuori porta perchè è stato un pelino più lungo, ma nemmeno così tanto!

siamo partiti venerdì sera 28 ottobre 2022 da Linate, fatto scalo a Madrid e quindi diretto per città del messico con arrivo sabato 29 ottobre ore 4 e 20 del mattino, partenza 1 novembre ore 20:15 con arrivo alle ore 19:30 del 2 a linate. Come dicevo anche per il week end lungo a Los Angeles, fisicamente è totalmente fattibile (anche prendendo una compagnia aerea davvero scarsa come comodità dei posti in economy), ma l'importante è necessario DORMIRE per tutta la durata del volo, questa è l'unica modalità per poter sostenere voli a lungo raggio e vacanze dall'altra parte del mondo per brevissimi tempi!Quindi anche in questo caso...pastiglietta circa 2 ore dopo la partenza e via!ho dormito per 8 ore!

Detto questo preambolo c'è da segnalare un ulteriore punto fondamentale: la sicurezza. "attenta, chissà se torni, è la città più pericolosa del mondo!"

Che ansia ragazzi!e quindi ovviamente, visto che sto invecchiando, sto sul chi va là e quindi: chiedo all'hotel un transfer visto che sono anche le 4 del mattino  (anzi le 6, ci abbiamo messo 2 ore ad uscire), di giorno vado in giro solo con il telefono messo in sicurezza e la borsa praticamente vuota. Il fabry con una carta di credito finta in tasca e quella vera sotto i pantaloni. Ecco...sfatiamo anche adesso e subito questo mito. Non mi sono mai sentita in pericolo, in difficoltà. Dopo le prime ore in giro in questo modo ridicolo siamo usciti normalmente. Ovviamente siamo contro ogni tentazione per il modo in cui siamo vestiti e non portiamo nulla di valore, ma di nuovo vorrei maledire chi fa inutile allarmismo. Per anticipare, abbiamo percorso 50km a piedi per i quartieri centrali, più Zona Rosa, Roma, Polanco, camminando fino a Coyoacan dove è presente il museo di Frida Kahlo, senza alcun tipo di problemi. Per gli spostamenti notturni o lunghi abbiamo sempre e solo preso Uber, affidabilissimo. Prenotando a volte anche la corsa (abituata a Roma che non si trova un uber nemmeno a pagare, ero più ansiosa nel non trovare passaggio che altro, e invece tutto liscio anche in questo caso).

Abbiamo girato nella bolgia in piena notte, sempre in centro a Città del Messico, senza alcun tipo di problema.

Quindi inizierò così: è stata una esperienza magica, per il fatto di essere lì durante i festeggiamenti del Dia de Los Muertos, le persone sono disponibili, molto di compagnia e pronte ad aiutarti. La città in sè mi è piaciuta molto, l'abbiamo girata in lungo e in largo sia da soli che con uber senza problemi, ma nemmeno la sensazione di poter avere un problema!quindi....nel 2023 tutti a vedere il dia de los muertos e a viverlo insieme agli amici messicani!

Primo punto: come spostarsi?Uber sempre e comunque, sicuro e veloce a qualunque ora del giorno e della notte. Scottata dall'utilizzo di ubver a milano e roma, praticamente impossibile averne uno in tempi inferiori ai 30 minuti quando va bene, all'inizio ero un pò preoccupata, soprattutto quando abbiamo deciso di muoverci in notturna. Per fortuna zero problemi. L'altro mezzo di trasporto sono stati appunti...i nostri piedi!alcune zone sono piacevolissime da visitare a piedi, per il resto è difficile perchè trafficate e con sopraelevate e autostrade con distanze siderali, altrimenti saremmo andati a piedi ovunque!

Secondo punto: hotel. Ho prenotato ancora prima di avere il volo, 7 mesi prima, Hotel Catedral per 4 notti, 200 euro. Ecco...a prenotare 2 mesi prima 200 euro si andavano a spendere a notte!Si trova a 200 metri dalla piazza principale di Zocalo, decisamente posizione perfetta sia per girare la città che per assistere alle celebrazioni della festa dei morti. Anche il volo è necessario prenderlo con mesi di anticipo, sotto dato costa più di mille euro! Per altro l'Hotel Catedral forniva gratis ogni giorno un buonissimo frutto, non riesco a ritrovare il nome...senza scherzare ne avrò mangiati una quarantina!

Terzo punto, il cibo. Mangiano sempre ovunque e comunque. Da provare il pane dei morti, non mi è piaciuto per inciso, il Mole (enciladas con salsa mole, ovvero al cioccolato, buonissima, ma mi è venuta una gastrite mai vista), enchiladas a colazione, vari tacos.

Nel dettaglio:

- a colazione facciamo i messicani veri e mangiamo Chilaquiles un piatto a base di tortilla di mais fritti o tostati conditi con salsa verde o rossa piccante e accompagnati da cipolle crude, pollo a pezzetti, carne macinata, uova, fagioli e formaggio

Enchiladas Piatto a base di tortillas preparate come pancake arrotolati che vengono farcite con diverse creme e ricoperte di salsa piccante.
Vengono servite con riso e solitamente una insalata per completare il piatto.

 

- pranzo o cena

Pozole: Antico piatto messicano servito nelle occasioni speciali fin dai tempi degli Atzechi, è una zuppa a base di granoturco servita con carne di maiale, cavolo affettato, peperoncino, aglio.

Nopales, insalata: Si tratta di foglie di cactus che possono essere consumate, dopo essere state ripulite dalle spine, cotte alla griglia o crude e sono un'eccellente fonte di proteine.

Gorditas: Pagnotte di farina di mais riempite con carne, formaggio e altri ingredienti.
Il termine "gordita" significa cicciotta e questo vi fa capire che questo piatto non è proprio il più sano e dietetico del mondo.

Tacos: E' uno dei cibi messicani più famosi che si trovano anche sulle tavole di Città del Messico. Queste piccole tortillas di mais scaldate alla piastra e farcite con carne o pesce e accompagnati da cipolla, coriandolo, salse piccanti e formaggio.

Mole con enchiladas (perchè c'è un litro di salsa, che ha portato alla mia gastrite)

- spuntino

Tamales: Specialità che risale all'8.000 a.c. caratterizzata da un impasto di mais cotto al vapore dentro la sua buccia o all'interno di foglie di banana.
Solitamente vengono accompagnati alla carne o verdura, esistono anche delle versioni dolci.

Tostadas: Tortillas di mais fritte e farcite con insalata tagliata a listarelle, verdure, pesce, carne e salse. Questo piatto nasce originariamente, dalla necessità di evitare sprechi, quando le tortillas diventavano rafferme e non più soffici per utilizzarle come accompagnamento ai piatti o tacos.

Pannocchie: Solitamente venduti nei banchetti di strada e nei mercati queste pannocchie vengono condite con cipolla, formaggio, peperoncini in grani e guarnite con maionese. Prima ancora di poterli fermare mi hanno riempito la mia di paprika e peperoncino, terribile

Anguria affogata nel peperoncino.

Almeno 2/3 di questi cibi sono street food, trovabili in ogni angolo della città!

RIstoranti consigliati:

- per colazione Cafè Tacuba Zocalo, molto turistico, si mangia decentemente, ma il posto è davvero fantastico!sembra un vechcio convento, molto riposante. 

- los cocujos, un baretto zozzo dove abbiamo mangiato dei tacos pazzeschi!attenzione alla salsa verde...potrebbe sembrare guacamole, ma è una salsa di una piccantezza indecente, palla di fuoco!

- la gruta vicino al sito archeologico di Teotihuacan dove abbiamo mangiato il mole, direttamente scavato in una grotta.

- Xochimilco: specie di molo/pontile pieno di ristorantini della peggior specie dove è possibile mangiare qualsiasi prelibatezza. 

In questo caso abbiamo prelevato alcuni pesos, per mangiare nei vari baracchini sono necessari, no carte di credito!

DIA DE LOS MUERTOS  CDMX

Il giorno dei morti è una tradizione antichissima. Veniva celebrata dalle popolazioni indigene mexica, maya, purépecha e totonaca. Le celebrazioni hanno luogo dal 1 al 2 novembre, nello stesso momento in cui vengono celebrate le feste cristiane dell’Ognissanti e della Commemorazione dei defunti. Il giorno dei morti è un grande carnevale, una festa importantissima per i messicani. In questa festa le tradizioni e i rituali si combinano a numerose rappresentazioni caricaturali della morte.
Il Dia de los muertos per la sua originalità e bellezza si è guadagnato il titolo di Capolavoro del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO. 
Il Dia de los muertos è il giorno, secondo la tradizione messicana, in cui i morti tornano a trovare parenti e amici. E’ quindi necessario farsi trovare preparati con i cempasúchil, fiori tipici del territorio messicano, soprannominati “i fiori dei morti”, che vengono sparsi a terra, proprio perchè secondo la tradizione servono ad indicare la strada al defunto. Questi sono anche posti su degli altari, soprannominati ofrendas, preparati sia a casa che dinanzi la tomba con del buon cibo a base di carne e fagioli, delle offerte e dei ricordi del defunto. Sugli altari sono posti diversi elementi: la terra, i cui frutti nutrono le anime dei defunti, il vento rappresentato dal papel picado, una fine carta bucherellata, l’acqua versata in un recipiente in modo che le anime possano dissetarsi ed il fuoco attraverso candele e lumini, una per l’anima da commemorare ed una per l’anima dimenticata. Le abitazioni rimangono aperte per permettere a tutti di rendere omaggio ai defunti. Addirittura c’è chi lascia dinanzi all’ingresso del cibo, bevande e un cuscino in modo da consentire all’anima dei propri cari di rifocillarsi e riposarsi. In città, invece, si festeggia con fuochi d’artificio, pupazzi di carta pesta, musica e tanta gioia. Alcuni addirittura lasciano dinanzi la porta cibo, bevande ed un cuscino così da consentire al defunto di poter rifocillarsi e riposarsi.

Noi abbiamo visto la parata, che solitamente si svolge di sabato, tutte le celebrazioni del 30 e 31...ci siamo persi la visita notturna dei cimitirei dell'1 novembre, purtroppo si fa quel che si può! 

Il Día de los Muertos non è una versione messicana di Halloween. Anche se hanno alcune caratteristiche comuni, le due festività differiscono notevolmente per tradizione e significato.

Certo, il tema comune è quello  della morte e sono entrambe basate sull’idea che gli spiriti ritornino in quel periodo dell’anno ma dal punto di vista del significato le due feste sono completamente differenti.

Le abitudini intorno a Halloween derivano dall’idea che gli spiriti siano malevoli (i bambini erano camuffati non per festa ma in modo da non essere riconosciuti e in qualche modo danneggiati), mentre nelle festività del Dia de Los Muertos, gli spiriti sono accolti con gioia: sono i membri della famiglia che tornano in mezzo ai vivi una volta all’anno, il 2 di Novembre.

Mentre Halloween è quindi una notte oscura di terrore e malizia, i festeggiamenti del Giorno dei Morti si svolgono per due giorni in un’esplosione di colori e gioia di vivere: in tutto il Messico si festeggia indossando costumi variopinti, si tengono feste e danze e si porgono offerte ai propri cari defunti.

DI seguito ho riportato la descrizione dei giorni che precedono il 2 di novembre trovate sul sito di città de messico.

Ho visto tanta spiritualità, attaccamento alla famiglia, molto commuovente. Ogni edificio espone l'altarino, ovvero l'ofrenda, appunto dove vengono poste le "offerte" ai defunti, compreso il nostro hotel.

Ogni elemento decorativo ha un significato ben preciso.

Il papado picado, strati di carta traforati o ritagliati a forma di scheletro, rappresenta il vento e la fragilità della vita ma il suo doppio colore (generalmente giallo e viola)  sta ad indicare anche la dualità della vita e della morte. I semi rappresentano la Terra, le candele il fuoco.

Il fumo dell’incenso, ricavato dalla resina degli alberi, trasmette le preghiere e purifica l’aria attorno all’altare.

Altri oggetti che sono collocati sull’altare includono teschi di zucchero, spesso con il nome  della persona inscritto nella parte superiore, il pan de Muertos, un pane speciale che è fatto appositamente per la stagione, e cempasuchil (calendule) che fioriscono proprio in questo periodo dell’anno.

In alcuni villaggi, i petali di calendula vengono posati a creare un sentiero dal luogo di sapoltura all’altare in modo da guidare le anime verso la loro casa.

In alcune comunità, è consuetudine trascorrere l’intera notte nel cimitero, ma non è vissuto come una cosa triste, piuttosto come una festa: si cena, si suona musica, si parla e si beve tutta la notte.

Non dimentichiamo i calavera, parola spagnola per dire teschio,  ma nella cultura messicana ha un significato molto più profondo.

Le calaveras le vedi in tutto il Messico, sono ricorrenti nei disegni e nelle incisioni delle rovine preispaniche degli  Aztechi e dei Maya fino ad oggi dove vengono rappresentati in graffiti, in vestiti, in gioielli e nei tattoo.

Anche se è possibile vedere calaveras durante tutto l’anno, li si vede più spesso  durante la stagione di Los Dias de Los Muertos. I calaveras ci ricordano di celebrare la nostra  vita e la nostra mortalità, di guardare al passato e al futuro, ma rimanendo nel presente.

Sono un modo per riconoscere che la vita è sacra, e che la morte, “La Muerte”, è solo un altro rito di passaggio, non meno  sacro della vita stessa.

Anche la morte è viva. L’inevitabile non deve essere temuto o evitato: deve essere abbracciato e festeggiato. Più di ogni altra cosa, i calaveras ci ricordano di vivere
ogni momento al massimo, di affrontare la nostra mortalità con un sorriso, con il coraggio e di credere nell’immortalità.

Durante i Los Dias de Los Muertos i calaveras si mangiano!

I calaveras infatti sono anche caramelle a forma di teschi. Sono  originariamente fatti di zucchero bianco, ma oggi se ne trovano anche a base di cioccolato o di qualsiasi altra cosa dolce.

Questi calaveras dolci vengono posti anche come offerta sull’altare dei defunti.

e poi? chi è la calavera Catrina?

La prima apparizione della Signora della Morte, ovvero dell’immagine onnipresente del Dia de Los Muertos, risale alla Dea Azteca Mictecacihuatl, regina degli Inferi la quale aveva il ruolo di proteggere le ossa dei morti.

La sua seconda apparizione nella cultura messicana è una versione molto più vicina alla nostra moderna Calavera Catrina. Fu creata dal vignettista José Guadalupe Posada in un’acquaforte (una tecnica di incisione) “La Calavera Catrina”, creata intorno al 1910-1913 e che originariamente era conosciuta come “La Calavera Garbancera”.

Vestita di abiti francesi la Calavera Catrina è stata creata come immagine satirica: l’artista puntava a deridere i messicani indigeni che cercavano di emulare la raffinatezza dello stile europeo.

La prima apparizione della Signora della Morte, ovvero dell’immagine onnipresente del Dia de Los Muertos, risale alla Dea Azteca Mictecacihuatl, regina degli Inferi la quale aveva il ruolo di proteggere le ossa dei morti.

La sua seconda apparizione nella cultura messicana è una versione molto più vicina alla nostra moderna Calavera Catrina. Fu creata dal vignettista José Guadalupe Posada in un’acquaforte (una tecnica di incisione) “La Calavera Catrina”, creata intorno al 1910-1913 e che originariamente era conosciuta come “La Calavera Garbancera”.

Vestita di abiti francesi la Calavera Catrina è stata creata come immagine satirica: l’artista puntava a deridere i messicani indigeni che cercavano di emulare la raffinatezza dello stile europeo. L'immagine così come la conosciamo è stata dipinta per la prima volta proprio da Diego Rivera.

IL VIAGGIO

Partiamo con la visita di Città del Messico dalla piazza principale, appunto proprio dietro il nostro hotel: Zocalo

La Piazza della Costituzione, comunemente chiamata Zocalo, è il centro del quartiere storico di Città del Messico. Questa piazza, una delle più grandi del mondo, era usata un tempo come centro cerimoniale della cultura atzeca. 

In seguito alla colonizzazione spagnola, i templi hanno lasciato spazio ai monumenti che si possono trovare oggi, ossia la Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Assunta, il Palazzo Nazionale ed il Municipio.

Sul lato est della piazza troverai il secondo punto di maggior interesse della città, il Palacio Nacional.
Sede del potere esecutivo, il Palacio National merita una visita, oltre che per la sua storia e la bellezza di alcune delle sale visitabili, anche per i murales creati da Diego Rivera, conosciuto anche per la sua storia con Frida Khalo. Ammirando i suoi dipinti, si possono rivivere alcune delle tappe più importanti della storia messicana e non mancheranno le provocazioni alla società ed alla chiesa. Peccato che...tutti i giorni in cui eravamo era chiuso per ristrutturazione....

lmmensa bandiera posta al centro della piazza, circondata dai bellissimi festoni utilizzati durante el Dia de los Muertos, compreso i luminari e le grandi rappresentazioni de la Catrina.

Il giorno della parata ci siamo subito adeguati!anche noi truccati da Catrina in uno dei negozietti del centro!

La prima parata del giorno dei morti si è tenuta nel 2016 a Città del Messico e in soli sei anni è diventata una tradizione popolare che viene replicata di anno, non si tratta di una tradizione antica!è stata una idea per il film di James Bond, Spectre.

Si può definire solo in un modo: bordello!

un vero bordello. C'era talmente tanta gente da rimanere bloccati nella folla, nemmeno davanti alle transenne in un concerto metal!

Per capire l'itinerario della parata, che è sempre più o meno lo stesso,e il giorno, meglio affidarsi al sito ufficiale di città del Messico, in questo caso il punto di inizio non è stato Zocalo come al solito, ma il punto di arrivo!

SIamo passati per il museo postal, il parco alameda, il museo di Diego Rivera, Paseo della Riforma con l'obelisco, il Sofitel con l'ofrenda di "marca" assolutamente inutile.

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Un giorno lo abbiamo dedicato al quartiere di Coyoacan, una specie di cittadina a se stante con il museo di Frida Kahlo, a 10km da Zocalo.

Questi 10 km ce li siamo fatti tutti a piedi!Ci siamo fatti tutta Paseo della Riforma fino appunto al museo di Frida.

In Coyocan abbiamo visto il museo di Frida (da prenotare in anticipo sul sito ufficiale assolutamente https://www.museofridakahlo.org.mx/), giaridno plaza idalgo, giardino centenario, il mercato di Coyoacan e la piazza principale tutta in festa!

Che fare dopo più di 10km a piedi, in giro dalle 8 del mattino e distrutti?

Prendere un Uber per raggiungere Xochimilco ovviamente!

Xochimilco, che in dialetto nahuatl significa "luogo in cui crescono i fiori", è un antico lago situato a sud di Città del Messico. Conta non meno di 89 km di canali, realizzati dagli Aztechi al massimo splendore della loro civiltà. Classificato come Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1987, è anche uno dei luoghi più visitati della città. È possibile percorrerlo su una trajinera, una barca multicolore, emblematica della cultura festiva del Messico, che può trasportare fino a 20 persone. Durante l'attraversamento dei canali, potrai scorgere altre barche, a volte occupate da mariachi e venditori ambulanti che canteranno o ti offriranno prodotti locali come rum o mais.

I locali spesso si fermano per consentire ai viaggiatori di ammirare i "chinampas", appezzamenti di fiori galleggianti. Molti di essi ospitano serre e aree di semina. Il più noto apparteneva a Julián Santana Barrera. Dagli anni '50 fino alla sua morte nel 2001, quest'uomo collezionò ed esibì delle vecchie bambole che trovava nei bidoni della spazzatura o nei canali circostanti. Sospese ai rami degli alberi, avevano lo scopo di calmare lo spirito di una ragazza che Santana Barrera aveva trovato morta proprio lì. 

Ovviamente anche in questo caso il molo era completamente addobbato a festa, con una band che suonava, i messicani compeltamente ubriachi che mangiavano e ballavano!

Ci siamo seduti tranquillamente ad ammirare la gente completamente sbronza e felice che ballava sulle chiatte (comprese signore oltre al sessantina) e giovani che stavano male e svenivano prima di scendere dalle barchette. Sicuramente sanno come fare festa qui!

Il nostro scopo non era quello di stare male fino al vomito, ma di attendere la sera per salire sulle chiatte e arrivare in centro al algo per vedere lo spettacolo della LLORONA, biglietti da prendere qui https://www.lalloronaenxochimilco.com/

SI tratta di uno spettro del folclore dell'America Latina. La llorona era una donna che, durante la colonizzazione degli Spagnoli si innamorò perdutamente di uno spagnolo. Purtroppo, dopo aver concepito 2 figli, venne torturata e uccisa. Mentre la leggenda ha molte varianti, a seconda del Paese, i fatti centrali però sono sempre gli stessi.

Esistono diverse varianti della storia riguardo le origine del mito: stando a quella più popolare, la Llorona sarebbe una donna che ha affogato i suoi figli nelle acque di un fiume e che, dopo essersi pentita del gesto, dettato da un attacco di rabbia improvviso, comincia ad aggirarsi per il luogo del pluriomicidio con un abito bianco, piangendo angosciata.

Stando al nome, La Llorona significherebbe la donna piangente e pare che i bambini la temano perché questa donna andrebbe alla loro ricerca per fargli del male. Una delle supposizioni più gettonate è che la donna piangente possa rapire e affogare i bambini che trova per sostituirli con quelli che ha perso, arrivando a decretarne la stessa tragica sorte.

Saliamo sulle chiatte che ci portano in 30 minuti al centro del lago, dove è presente un palco. Lo spettacolo parte al calar del sole, tutto in spagnolo, ma facilmente seguibile. Menzione d'onore alla Llorona che alla fine dello spettacolo risorge dalle acque del lago e inizia a urlare "i miei figli" con una voce, e anche una sembianza, davvero spettrale, vagando per il lago su una barchetta fatiscente.

Merita sicuramente di essere visto, attenzione che si tiene solo durante la celebrazione della festa dei morti!

Sono le 23, e siamo stanchi. Finalmente iniziamo a muoverci con la nostra chiatta guidata da un giovane fanciullo che spinge la chiatta con un lungo bastone...peccato che nemmeno a metà strada inizia a diluviare. C'erano stati dei lampi durante lo spettacolo, il che non aveva che accresciuto il pathos!la pioggia poteva anche essere un ulteriore elemento di atmosfera, le chiatte sono comunque al coperto!ecco...la pioggia sì, ma in questo caso non si è messo a piovere...sembrava di essere sotto il getto di una cascata!

il povero barcaiolo giovine che spingeva la chiatta si è lavato dopo 1 secondo netto, visibilità azzerata sembrava di essere su autoscontri con tutte queste chiatte che facevano a gara per tornare al molo. Intanto la nostra chiatta si riempiva di acqua, praticamente non potevo più appoggiare i piedi perchè l'acqua nella barca mi arrivava alle caviglie, quindi abbiamo iniziato a svuotare con dei bicchieri la barchetta!

nel mentre il nostro fidato barcaiolo con una mossa d'antologia, perde il bastone....non possiamo più muoverci e rimaniamo fermi 30 minuti, con il ragazzo del remo fermo immobile sotto l'acqua, attendendo che dei puri di cuore ci venissero a recuperare trainandoci fino al molo.

Scendiamo con i telefoni praticamente scarichi, riusciamo a chiamare Uber e raccattiamo due ragazzi colombiani che erano con noi in chiatta che erano impossibilitati a chiamare Uber. TUtto questo succedeva oramai a mezzanotte inoltrata, dopo almeno 15km a piedi, sveglia all'alba!E ovviamente...uber non riusciva ad arrivare fino al molo perchè tutto allagato!Quindi abbiamo dovuto fare un'altra camminata per raggiungere il nostro autista. All'1 e 30 siamo riusciti ad arrivare in hotel!

Il giorno successivo ci svegliamo all'alba, distrutti, chiamiamo un uber in direzione sito archeologico di Teotihuacan!

come tutte le zone di città del messico o limitrofe, è possibile raggiungere in bus o in metro, in questo caso in bus. In questo modo si possono spendere meno di 10 euro in due. Con 20 euro a testa ci siamo presi uber che ci ha portato comodamente nella metà del tempo e ci ha riportato sempre nello stesso tempo. va bene il risparmio, ma uber qui costa davvero niente!

Anche in questo caso, come pure per il museo di antropologia, avevo preso i biglietti online https://www.mna.inah.gob.mx/.

Ci mettiamo un paio di ore buone per arrivare al sito, nel mentre l'autista ci racconta un pò della sua vita, di come vorrebbe andare negli Stati Uniti dove stanno tutti bene e sono tutti ricchi, dove tutti hanno una possibilità, con una voce sconsolata che mi ha rattristato...quindi ci sentiamo in dovere di parlargli della VERITà....diciamo che gli raccontiamo una storia ben diversa, per l'amor del cielo, rimani dove sei che forse ti fai un vero favore! Pazzesco come la vera propaganda faccia danni su danni...non discuto che, pieno di soldi e con un buon lavoro, si possa stare bene negli Stati Uniti, ma avere l'immagine di un paese dove tutti prosperano felici quando chi sta bene è circa il 5% se va bene della popolazione...non si può sentire!D'altra parte appunto la vera propaganda è questa. Senza contare la profondità del popolo che ho visto in questi pochi giorni, pronfondità che non ho visto in una ventina di viaggi negli states e che sto vedendo scomparire anche nel mio paese. Fossimo un pò tutti più messicani non ci farebbe male..

Evitando altri commenti sull'argomento, arriviamo alle 7 spaccate al sito archeologico, entriamo subito grazie ai biglietti sul telefono, anche se eravamo solo noi due, facciamo qualche gradino e davanti a noi si manifesta una piramide che avevo scambiato per una montagna, circondata da mongolfiere (meglio andare così presto per vedere lo spettacolo da soli e con mongolfiere annesse, dopo 30 minuti erano sparite tutte!).

Le piramidi e i templi che si possono visitare oggi cominciarono ad essere costruiti intorno al I secolo d.C.. Al loro apice (III-IV secolo d.C.)  la zona era abitata da quasi 200.000 persone, tutte distribuite su 20 chilometri quadrati. Oggi Teotihuacan è famoso soprattutto per i templi del sole e della luna, di cui parleremo tra poco.

Quando arrivarono gli spagnoli, la città era in totale rovina. I suoi templi e gli edifici pubblici erano completamente smantellati, distrutti o bruciati. Ci sono diverse teorie a riguardo, e anche se gli scavi continuano oggi, non è stato ancora possibile confermare come e perché una delle società più influenti e potenti del Mesoamerica sia crollata.

La costruzione a Teotihuacan iniziò intorno al 200 a.C. Poiché l'etnia e la lingua parlata dagli abitanti di Teotihuacan sono sconosciute, vengono chiamate semplicemente "Teotihuacanos". Al suo apice tra il 300 e il 600 d.C., questa era una delle più grandi città del mondo, con circa 200.000 abitanti.

Teotihuacan fu abbandonata intorno all'800, considerata la fine del periodo classico in Mesoamerica. Le cause della caduta non sono note, ma è possibile che ci sia stata una siccità prolungata o un'epidemia. È anche possibile che ci sia stato un conflitto con un altro gruppo o un conflitto interno: alcuni edifici mostrano prove di distruzione da parte del fuoco, invece di essere semplicemente abbandonati, come molti dei siti archeologici Maya.

Gli Aztechi consideravano Teotihuacan un sito sacro anche se era stato abbandonato molto prima del loro tempo. Teotihuacan è il nome che è stato dato al sito dagli Aztechi e significa "città degli dei" o "dove gli uomini diventano dei".

Direttamente di fronte alla Puerta 2, troverai la Piramide più grande del sito archeologico.

Per la bellezza di 75m di altezza, fu costruita tra il 100 e il 400 d.C.

Sappiamo che era l'unica piramide in cui si poteva salire a piedi attraverso 250 gradini, ma al momento della nostra visita, non c'è stata questa possibilità (i motivi sono sconosciuti). A collegare le due piramidi più importanti, c'è la Calzada de Los Muertos, una grande strada circondata da piattaforme minori che si pensa fossero tombe.

Sorella minore, la Piramide della Luna (Puerta 3), alta 42m, dedicata alla Dea di Teotihuacan (la Dea dell'acqua) e secondo i ritrovamenti archeologici, legata a sacrifici umani.

Esattamente dalla parte opposta della piramide della luna, circa 3 km da fare a piedi, si trovano la cittadella e il tempio del serpente piumato, unico dove è possibile salire.

La Cittadella, o Ciudadela come è chiamata localmente, è un grande spazio chiuso che poteva ospitare più di 100.000 persone contemporaneamente.

Probabilmente era il centro religioso della città. Qui si svolgevano festival, cerimonie e sfilate. Pensa al Colosseo a Roma. La cittadella di Teotihuacan aveva lo stesso significato.

A un'estremità della Ciudadela, si erge la piramide del serpente piumato o il tempio di Quetzalcoatl, il mitico dio serpente dei tempi precolombiani.

È interessante notare che Quetzalcoatl fa la sua comparsa in diverse civiltà mesoamericane, inclusi i Maya. 

Il Tempio del Serpente Piumato è la piramide più piccola dell'insieme di Teotihuacan. Tuttavia, è uno dei più iconici a causa delle sculture di serpenti piumati che adornano le sue scale e le sue pareti: uno degli edifici più antichi della città e sicuramente teatro di migliaia di sacrifici umani con inumazioni rituali, poiché, alla base della piramide, sono stati trovati 120 scheletri disposti in simmetria e con le mani legate dietro la schiena. Si crede infatti, che la costruzione di Teotihuacan alluda precisamente al cammino ascendente dello spirito umano, perché il Tempio del Serpente Piumato è ribassato rispetto alla planimetria della città e alla solennità della Piramide del Sole. Inoltre, volendo dare un significato alla sequela delle teste di rettili piumati o teste di Tlaloc ivi presenti, si potrebbe pensare ad un collegamento figurativo esistente nel dramma umano dell’incarnazione e della vita. Una vita che può originarsi solo da elementi opposti: acqua e fuoco, dunque considerate quasi come un incontro-scontro di materia e spirito, vita e morte, luce e tenebre.

COme si può capire, si tratta di una scarpinata non indifferente, meglio farla al mattino presto, sicuramente non con il caldo, per poi andare a rinfocillarsi nel ristorante La Gruta, anche questo prenotato dall'italia sul loro sito https://lagruta.mx/

Torniamo in hotel verso le 16, dormiamo un paio di ore e usciamo per recarci dal nostro venditore di tacos oramai favorito, sempre lui, los cucuyos e quindi ci dirigiamo a piedi, sempre almeno 3 km, verso il cimitero di San Fernando. Questa notte iniziano ad accendere i ceri, d'altra parte è il 31, e l'1 è il giorno in cui tornano le anime dei bambini. Inoltre il cimitero è palco per una rappresentazione teatrale ispirata a Oscar Wilde, e subito dopo, verso le 22, parte una proiezione di Nosferatu....insomma un mix tra dia de los muertos e helloween.

Ultimo giorno a Città del Messico!alle 21 abbiamo il volo per madrid, non potevamo lasciare la città senza visitare il museo di antropologia.

Il Museo nazionale di Antropologia è il più importante di tutto lo stato. Contiene, al suo interno, la più grande collezione di arte precolombiana del mondo, collocata su due piani e suddivisa in due aree distinte. Non manca anche un cortile dove sono disposti monoliti e ricostruzioni di templi dell’epoca.

I reperti che attendevo da tempo di vedere erano la Piedra del Sol (nella foto precedente), un monolite che rappresentava il calendario della civiltà atzeca, dove venivano riportati i ritmi delle stagioni ma anche dove studiavano i principi cosmici ed il copricapo dell’imperatore Montezuma (anche se una replica...l'originale è in....Austria!).

Come l’oggetto sia arrivato a Vienna è ancora un po’ incerto, ma sembrerebbe che sia stato lo stesso Montezuma, affascinato dagli spagnoli e non comprendendone la pericolosità, a donarlo insieme ad altri oggetti a Cortes. Il conquistador ne fece a sua volta dono a Carlo V, al tempo contemporaneamente Imperatore del Sacro Romano Impero, Re di Spagna e arciduca di Austria.

Alla fine del 500 il copricapo arriva così nel castello di Ambras, a Innsbruck, nella collezione di curiosità del nipote di Carlo V, l’Arciduca Ferdinando del Tirolo e solo dal XIX secolo, dopo un primo restauro, è a Vienna.

Per comprendere fino in fondo la fattura della Piedra del Sol, che è nota anche come pietra di Tenochtitlan, bisogna prima capire come per questo popolo antico il tempo avesse un significato molto diverso da quello che ha per noi oggi, e questo per svariati motivi. Se infatti diciamo che la Piedra del Sol è un calendario, noi pensiamo a qualcosa che serve nella vita quotidiana, come la nostra agenda. Ma questo eccezionale monolito è ben altro. 

Per gli Aztechi (ma lo stesso si potrebbe dire di altre civiltà del passato) il tempo viene sempre inteso in senso cicilico. Raramente un uomo pensava solo al breve volgere della sua vita, in quanto si sentiva inserito in un movimento più vasto. Questo derivava dal fatto che si attribuiva una grande importanza agli eventi celesti, che come sappiamo sono ciclici, ovvero di ripetono in modo regolare e calcolabile. Non deve stupire che si ponesse tanta attenzione all’astronomia: basta pensare ad un mondo senza luce, dove la notte è buia e le stelle sono presenti come non sono più oggi.

Quindi, la Piedra del Sol era più che altro un elemento rituale. Per gli Aztechi, in assoluto, il tempo era diviso in cinque grandi ere, e la quinta era quella attuale. Quindi la pietra riporta questo concetto, quello dei “cinque soli”. Inoltre, unisce due diversi calendari: quello legato in modo più spicciolo all’avvicendarsi delle stagioni, utile per la vita dei campi, e un altro che potremmo deifnire invece “liturgico”.

Si calcola che questo monolite fu realizzato nei primi 20 anni del XVI secolo. Probabilmente fu commissionata dal sovrano che regnava sul popolo azteco in quel periodo, Montezuma II. Quello fu il periodo di maggiore espansione per la civiltà azteca, che però di lì a poco sarebbe stata invasa dai coloni spagnoli. La Piedra del Sol è davvero imponente: misura 3,60 metri di diametro, e ha un peso di 25 tonnellate circa. Venne scolpita da un blocco di basalto, ovvero pietra lavica.

Ultima tappa per non farci mancare nulla: chiamiamo un uber e ci facciamo portare a Mixquic, il cui cimitero pare sia quello più iconico del dia de los muertos. Ci mettiamo 3 ore per andare e tornare. 

Situato nella Delegazione di Tlahuac a Città del Messico (a sud-ovest del centro di Città del Messico) Mixquic è stato inghiottito dall’espansione  urbana della megalopoli, ma conserva l’atmosfera di un villaggio rurale con forti radici indigene.

Le bancarelle sono allestite nei giorni precedenti le celebrazioni. Una processione attraversa la città con una bara di cartone e conduce al cimitero dove si svolge una veglia a lume di candela. In generale proprio qui abbiamo visto più raffigurazioni della Santa Muerte e i sentieri che portano alle ofrende, fatti di fiori!

Santa Muerte (La nostra signora della morte santa) è il santo popolare messicano che ufficialmente personifica la celebrazione, adorata non durante il suo tempo sulla terra ma per dare ai mortali un passaggio sicuro alla miracolosa vita dopo la morte.

Santa Muerte, conosciuta anche come Santisima Muerte, è l'amata dea della morte le cui origini risalgono al periodo preispanico del Messico. I messicani la conoscevano con un altro nome: MICTECACIHUATL "Signora della terra dei morti"; un'altra ortografia potrebbe essere MICTLANTECIHUATL, si credeva proteggesse le anime che risiedono nel buio mondo sotterraneo. Mistress of MICTLANTECAHTLI Il signore della terra di Mictlan of the Dark Lord è morto.

La Santa Muerte è raffigurata come una donna in abbigliamento femminile messicano tradizionale, adornata o decorata con bandiere che venivano posizionate sui corpi preparati per la cremazione. Indossa una maschera cranica con un becco che sporge dalla cavità nasale della maschera cranica, o forse è un coltello o una lama di esso. Mictecacihuatl è la dea legata al sacro giorno dei morti in Messico: il Dia de los Muertos, originariamente il festival è caduto alla fine di luglio e all'inizio di agosto, dedicato ai bambini e ai morti.

Giriamo per il villaggio, pieno di bancarelle, e andiamo al famoso cimitero.

FInito il giro chiamiamo un uber e ci dirigiamo in aereoporto: di nuovo, una esperienza davvero indimenticabile!

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