
Grande Madre Russia
Ok lo ammetto: così come ho una passione morbosa per la California del sud, anche la ex Urss non mi lasci indifferente!
Sarà che sono cresciuta con il mito russo, sarà che la sua storia mi ha sempre affascinato, sarà che mi piace la loro arte...
La mia tesina delle superiori si è intitolata "I demoni della lussuria: Rasputin alla corte dello zar" (sorvolando sulla censura che ho dovuto subire dai miei prof, figli di una brianza bigotta...)
Tesina fantastica su un personaggio pragmatico ed enigmatico allo stesso tempo, già prima di raggiungere la maggiore età uno dei miei desideri era quello di visitare San Pietroburgo e il luogo dove Rasputin è stato ucciso, il palazzo Yusupov.
L'EX URSS


Russia
Finalmente nel 2011 sono riuscita a spuntare questo aspetto della mia lunga lista dei desideri!
C'è da dire che il visa costava un occhio nella testa, cioè...100 euro di visa mi sembra una follia. Da fare tramite un'agenzia a Milano (pagamento cash) e dopo aver prenotato albergo là e aver ricevuto lettera di invito...una seccatura, ma pace, si fa.
Per il resto vitto e alloggio e logistica è a buon mercato!
Viaggio Russia (Mosca e San pietroburgo): non mi ricordo la spesa totale, è passato del tempo...in ogni caso l'ostello, 1 settimana si aggirava intorno ai 60 euro a persona, volo 150 euro circa, 100 euro visto, 100 euro per il treno (come leggerete, la scelta è stata piuttosto obbligata essendo due ragazze sole!).


Maggio 2011: 1 settimana, tutto incluso 700 euro

CIBO: a San Pietroburgo alloggiavamo in un ostello con cucina annessa quindi, visto che a san pietroburgo la vita è più cara, ci siamo arrangiate da noi.
A mosca invece siamo state a mangiare ad un ristorante Caucasico - Giorgano. Diciamo che per un errore della nostra "guida", un ragazzo che ci faceva da cicerone, abbiamo lasciato giù una cifra considerevole..per contro abbiamo mangiato da dio!
Gli spiedini sono un cibo assolutamente da non perdere!

Khachapuri: semplicissimo pane al formaggio..tanta roba

Mamaliga: polenta di mais con formaggio bianco (mangiata anche in Romania)

Ci siamo concesse sia una "cena" alle tre del mattino al giapponese, perchè fortunatamente a Mosca i ristoranti rimangono aperti fino a tardi

Ma ci siamo anche concesse un sanguinoso pranzo da 18 portate, più simile a un pranzo di nozze soprattutto per il costo, al ristorante caucasico più rinomato di Mosca....la nostra guida per la giornata, un impiegato di un amico di mio padre, ci ha portato in giro per la città e ci ha accompagnato in questo ristorante...buono era buono, sicuramente, ma ragazzi, che salasso!Il costo del pranzo è stato pari a 6 notti in ostello, per altro fantastico, a San Pietroburgo....
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Mosca
Un viaggio in Russia non può comunque prescindere dalla visita di Mosca!
Bisogna concentrarsi sul centro nevralgico: piazza rossa, Cremlino. Mentre bisognerebbe passare mezza giornata solo a girare per la famosa metropolitana!
PIAZZA ROSSA: Piazza adiacente al Cremlino e che ospita il mausoleo di Lenin.
La piazza Rossa è la piazza principale di Mosca. È adiacente al muro orientale del Cremlino, sede istituzionale del presidente russo. Le sue dimensioni sono: 700 metri di lunghezza, 130 di larghezza. La sua superficie è di 74.831 metri quadrati.
La piazza separa il Cremlino, ex cittadella zarista e attuale residenza del presidente della Federazione Russa, da uno storico quartiere di mercanti, conosciuto come Kitaj-gorod. Dato che le principali vie di Mosca nascono da qui e vanno in ogni direzione (divenendo poi autostrade una volta fuori dalla città), la piazza Rossa è considerata la piazza centrale di Mosca e di tutta la Russia.
Il nome "piazza rossa" non deriva né dal fatto che gli edifici e le costruzioni attorno ad essa sono per lo più di colore rosso, né dal collegamento fra il colore rosso e l'ideologia comunista. Il nome deriva infatti dall'aggettivo russo красная (krasnaja, femminile di красный, krasnyj, "bello"), che significa sia "rossa" sia, in passato, "bella": l'aggettivo fu originariamente applicato (col significato di "bella") solo alla cattedrale di San Basilio, e successivamente esteso alla piazza in cui essa sorgeva. Si ritiene che la piazza abbia acquisito il suo nome attuale nel XVII secolo (in precedenza, essa era chiamata Požar, ovvero "posto bruciato", poiché gli edifici in legno che vi si affacciavano erano facilmente soggetti agli incendi).
Dopo la morte di Lenin, avvenuta il 21 gennaio 1924, la salma del padre della Rivoluzione russa fu imbalsamata per poter restare esposta al pubblico in permanenza.
Cattedrale di San Basilio nel 1556, costruito da uno che non poteva che essere un genio, essendo stato denominato Ivan il Terribile
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Metropolitana di Mosca
Il regime sovietico ne concepì la creazione tra il 1931 e il 1935.
Le prime furono progettate quando alle ricerche del costruttivismo si sostituiva un ritorno ai canoni dell’architettura classica. Fu deciso quindi che i temi decorativi sarebbero stati legati ai nomi delle stazioni o al paesaggio urbano di superficie e questo criterio è stato mantenuto ancora fino ai giorni nostri. Le stazioni più belle sono quelle di Mayakovskaya, Kievskaya (la cui decorazione evoca naturalmente l’Ucraina) e Komsomolskaya. La Belorusskaja è decorata in ceramica colorata per rendere omaggio alla ricchezza agricola della Bielorussia. La Komsomolskaya è tutta in marmi e stucchi che ricordano un palazzo imperiale, con una “sala delle vittorie” che esalta i successi dell’Armata Rossa. La Teatralnaja appare come un immenso foyer di teatro decorato con bassorilievi sul tema della danza, e da essa, non a caso, si accede al teatro Bolshoi. La Krasnye Vorota è tappezzata da marmo rosso, per ricordare l’arco di trionfo dello stesso colore che sorgeva in questo luogo. Alcune scalinate sono piuttosto ripide e si ha l’impressione di scendere al centro della terra.
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Campanile di Ivan il Terribile

Teatro Bolshoi

Cattedrale dell'arcangelo michele

Giardini di Alessandro e mura del Cremlino
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Via Arbat



Passeggiata nel parco Gorky, che si estende lungo le rive del fiume Moscova

Bolotnaya Square in Moscow: vizi umani
Poco distante del Cremlino: i vizi dell'uomo e le conseguenze che questi comportano sulle generazioni future, è questo che M. Shemyakin vuole rappresentare in un complesso di dodici statue bronzee e animalesche con due bambini al centro.
Il tutto si snoda a mezzaluna con al centro una pedana che sorregge i due bambini: una femminuccia e un maschietto bendati, quasi non possano giudicare loro stessi; rimangono in equilibrio davanti all'indifferenza rappresentata assai bene da una figura più alta delle altre con le braccia flesse verso l'alto impegnata a tapparsi le orecchie. Agli estremi troviamo due figure alate. Rispettivamente rappresentano laGuerra a destra e la personificazione della Droga a sinistra.
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A proposito di monumenti particolari: il monumento in onore dello scrittore Sholokhov, costruita nel 2007 in via Gogolevskiy Boulevard . Una parte rappresenta la figura dello scrittore su una barca per pescare, nella sua caratteristica posa e dietro di lui un fiume dove dei cavalli stanno affogando.
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Quindi da Mosca a San Pietroburgo, abbiamo preso un treno notturno!All'inzio avevamo prenotato in terza classe...un nostro amico che lavora in Russia ci ha decisamente convinte a cambiare con una cuccetta a due posti di prima. A quanto pare la terza classe è frequentata dal ceto estremamente basso russo, per di più proveniente dagli stati più poveri della ex urss, spesso costituito da omaccioni ubriachi. La terza classe consisteva in un vagone di treno allestito con alcune cuccette, ma tutto aperto. In effetti forse non adatto a due ragazze sole!
La seconda classe comprende 4 posti letto e anche questo ci è stato vivamente sconsigliato (sempre per il fatto di essere due ragazze sole)...a questo punto ci siamo lanciate sulla sicura prima classe!



San Pietroburgo
finalmente arrivate!Siamo andate in ostello, praticamente dietro l'Ermitage...la struttura esterna mi ah lasciata subito interdetta, ma una volta entrate ci siamo ritrovate in un alloggio perfetto!Ad un costo ridicolo pera altro!Camera due posti letto e bagno in comune, ma che bagno!



E quindi subito in giro per la città
Ermitage
O Palazzo d'Inverno, ospita una delle più importanti collezioni d'arte del mondo; l'edificio in origine faceva parte della reggia imperiale che per due secoli ospitò le famiglie degli zar Romanov, fino al 1917, anno dell'inizio della Rivoluzione d'Ottobre.
Questa è una parte di storia che mi ha sempre affasciano: La Rivoluzione d'Ottobre è la fase finale e decisiva della Rivoluzione iniziata in Russia nel febbraio 1917 con la caduta del regime zarista. Dopo alcuni mesi in cui la Russia fu sconvolta da conflitti tra i partiti politici e dalla crescente disgregazione militare ed economica, il partito bolscevico guidato da Lenin e Lev Trockij, decise l'insurrezione contro il debole governo provvisorio di Aleksandr Fëdorovič Kerenskij per assumere tutto il potere a nome dei Soviet degli operai e dei contadini. L'insurrezione avvenne il 7-8 novembre 1917 a Pietrogrado e si concluse con successo; i bolscevichi formarono un governo rivoluzionario presieduto da Lenin e furono in grado di estendere progressivamente il loro potere su gran parte dei territori del vecchio Impero zarista.
Dal palazzo d'inverno hanno sempre regnato gli zar russi fino a Nicola II.
Il 23 febbraio 1917 a Pietrogrado il popolo insorge per la mancanza di rifornimenti alimentari, e la polizia zarista si schiera questa volta dalla sua parte. Dal diario di Nicola II al quartier generale, il 10 marzo:
« A Pietrogrado alcuni giorni fa sono cominciati i disordini. Anche le truppe, purtroppo, hanno cominciato a prendervi parte. È una sensazione terribile sentirsi così lontani e ricevere soltanto notizie brutte e frammentarie! Dopo pranzo ho deciso di andare a Carskoe Selo al più presto e sono corso al treno. »
Il prigioniero colonnello Romanov il 22 marzo arriva a Carskoe Selo, dove si ricongiunge con la sua famiglia e una piccola parte del seguito, anch'essi prigionieri. Dal diario:
« Giovedì. Sono arrivato a Carskoe Selo alle 10 e mezzo. [...] Dio Mio! che differenza! Per le strade e intorno al palazzo ci sono le sentinelle, all'interno aspiranti ufficiali. [...] ho visto la mia dolce Alix e i cari figli. [...] Ho fatto una passeggiata con Valja e ho lavorato un po' con lui in giardino, poiché non potevo spingermi più in là. »
Durante gli arresti domiciliari, la famiglia Romanov passa molto tempo in lavori di giardinaggio e orticoltura, sebbene subiscano costantemente gli improperi e gli scherni delle guardie addette alla loro sorveglianza.
In seguito alla Rivoluzione d'ottobre e alla salita al potere di Lenin, il Soviet degli Urali reclama i prigionieri; nell'estate del 1918 in seno al partito bolscevico si consuma una prima lacerazione: da una parte Trotsky vorrebbe trasferire Nicola a Mosca per giudicarlo in un plateale processo, trasferendo al contempo la famiglia all'estero; dall'altra Sverdlov suggerisce una soluzione immediata e intransigente nei confronti di tutti i rappresentanti dei Romanov. In particolare il radicale Soviet di Ekaterinburg si fa portatore principale di questa corrente: più volte invia distaccamenti di guardie rosse a Tobol'sk nel tentativo di rapire i prigionieri, ma senza successo. Tuttavia quando, nell'estate del 1918, Mosca manda un plenipotenziario a prelevare l'ex zar e i suoi, il Soviet di Ekaterinburg intercetta il convoglio e costringe gli uomini di Mosca a consegnare i prigionieri: il destino dei Romanov può dirsi segnato. A Ekaterinburg è già stato deciso di trasferire i Romanov nella palazzina del mercante Ipat'ev, confiscata per l'occasione e rinominata "Casa a destinazione speciale".
Lì i prigionieri condividono l'abitazione con le guardie addette alla loro sorveglianza e sono sottoposti da queste ultime a numerose angherie. Vista l'avanzata della "Legione cecoslovacca" appartenente all'Armata Bianca controrivoluzionaria, il soviet locale dà ordine di accelerare i tempi dell'esecuzione. L'operazione viene affidata a un commissario della Čeka, Jakov Jurovskij, il quale subito si occupa di organizzare la fucilazione e il successivo occultamento dei corpi. Di fronte al diniego di numerosi čekisti che si rifiutano di sparare sull'intera famiglia, è creato un commando composto da ex prigionieri di guerra austriaci e ungheresi.
Nella notte tra il 16 e il 17 luglio 1918 Jurovskij sveglia l'ex-zar e la famiglia, dando l'ordine di preparare i bagagli per una partenza. Sgomberate le stanze che occupano, i Romanov e gli altri prigionieri sono condotti nello scantinato della casa e Jurovskij ordina di disporsi per una fotografia di notifica; dopodiché chiama il commando.
Secondo quanto hanno testimoniato Jurovskij e altri membri del commando, quando viene letta la sentenza, l'ex zar si volta verso la sua gente, poi rivolge al commissario una frase confusa: «Cosa? Cosa?»; Jurovskij ripete frettolosamente l'ordine e ordina di far fuoco. Nella confusione che segue, il primo a cadere è Nicola II; poi la moglie Aleksandra Fëdorovna; i membri del seguito, il medico dott. Botkin, l'inserviente Trupp, il cuoco Charitonov; i cinque figli, Ol'ga, Tat'jana,Marija, Anastasija, Aleksej, e la dama di compagnia Anna Demidova. Tre figlie (non identificate) rannicchiate in un angolo non muoiono all'istante ed è necessario che gli uomini le trafiggano con le baionette. Durante il trasporto dei cadaveri si rinvengono anche i corpi di Jimmy (il cane di Anastasija) e Ortino (il bulldog di Tat'jana).
I corpi vengono portati nel vicino bosco di Koptiakij e, dopo una previa divisione (sono bruciati a metà strada i corpi di Aleksej e di Marija), vengono denudati, fatti a pezzi e gettati nel pozzo di una vecchia miniera. Quindi i resti sono sciolti con acido solforico e infine dati alle fiamme: è necessario che i Bianchi non trovino alcuna traccia dell'esecuzione avvenuta.
Il giorno seguente all'esecuzione, Sverdlov interrompe i lavori del comitato centrale di Mosca, e mormora qualcosa a Lenin; quest'ultimo allora dice ad alta voce: «Il compagno Sverdlov ha da fare una dichiarazione». «Devo dire» dice Sverdlov «che abbiamo ricevuto notizie da Ekaterinburg. Per decisione del Soviet regionale, è stato fucilato Nicola II in un tentativo di fuga mentre le truppe cecoslovacche si avvicinavano alla città. Il presidium del comitato esecutivo centrale panrusso approva tale decisione.» Segue un "silenzio generale", fino a quando Lenin non propone di continuare il lavoro interrotto.
Il comunicato ufficiale alla popolazione è diramato solo il 20 luglio. In quella data il quotidiano di Ekaterinburg Ural'skij rabočij pubblica la notizia assieme a un articolo del giornalista Safarov:
« Ammettiamo pure che in questo caso siano state violate molte regole del processo borghese e non sia stato rispettato il tradizionale cerimoniale che nella storia è sempre stato riservato all'esecuzione delle teste coronate. Ma il potere degli operai e dei contadini ha manifestato un eccezionale spirito democratico. Non è stata fatta eccezione per l'assassino di tutte le Russie, che è stato giustiziato al pari di un qualsiasi brigante. Nicola il sanguinario non c'è più. E a buon diritto operai e contadini possono dire ai loro nemici: «Avevate scommesso sulla corona imperiale? Essa è perduta, raccogliete in cambio una testa coronata vuota»
Nel 1990 i corpi vengono ritrovati, e identificati con l'esame del DNA. Mancano però i resti dello zarevič Aleksej e di una delle due più giovani granduchesse, Marija o Anastasija, probabilmente bruciati dopo l'esecuzione, come attestano le note di Jurovskij.
Il 16 luglio 1998 la famiglia imperiale è inumata nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo in seguito a un funerale di Stato presenziato dal presidente Boris El'cin.


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L'interno.....
L'esterno....

Palazzo Yusupov: uno dei sogni da bambina!visitare palazzo Yusupov dove il principe Felix uccise il grande Rasputin!Come dicevo, sono sempre stata una appassionata della storia Russa, soprattutto del periodo zarista e in particolare del periodo della rivoluzione d'ottobre. Ho fatto anche la tesina delle superiori su Rasputin!
Rasputin fu avvelenato col cianuro durante una cena a casa di Feliks Jusupov; ma, poiché resisteva al veleno, i congiurati gli spararono al fianco con una pistola. Rasputin però si riebbe: venne così colpito da un nuovo colpo alla schiena e, mentre veniva trascinato verso il cancello del cortile, fu finito con un colpo in fronte. Il suo cadavere fu gettato nel fiume Moika, da cui riemerse il giorno dopo.
Ancor più incredibile è il fatto che, secondo l'autopsia, il corpo non presentava tracce di veleno: ciò dètte luogo a dispute tra gli storici circa l'effettiva causa della morte. È molto probabile che il cianuro aggiunto agli zuccheri del dolce abbia sviluppato cianidrine, che sono commestibili e non danno avvelenamento. Fu riscontrata acqua nei polmoni: quindi, nonostante il veleno e i colpi di pistola, Rasputin fu gettato nell'acqua ancora vivo, dimostrando così un'inaspettata e sorprendente vitalità.
Egli fu sepolto, ma il suo corpo venne poi dissotterrato e bruciato sul ciglio d'una strada.
Giusto per dare due info basic!consiglio a tutti di leggere la sua biografia...
Grigorij Efimovič Rasputin (9 gennaio 1869 – 17 dicembre 1916) è stato un monaco e mistico russo, consigliere privato dei Romanov e figura molto influente su Nicola II di Russia.
All'età di 8 anni Rasputin cadde in un torrente, insieme al cugino di 10 anni Dimitri e quest'ultimo morì dopo una polmonite che colpì entrambi.
Per anni condusse la normale vita dei contadini russi siberiani, alternando il lavoro dei campi all'allevamento di cavalli e all'attività di vetturino ma Crebbe nella totale ignoranza non potendo frequentare la scuola, poiché i genitori non ritenevano l'istruzione fondamentale per un contadino. Fin da ragazzo dimostrò comunque un'indole fortemente tesa alla spiritualità e al misticismo ossessivo, fenomeno che in realtà era diffuso da secoli e frequente tra i popolani della Russia centrale che non avevano conosciuto l'oppressione della servitù della gleba tanto quanto era accaduto nelle campagne della Russia europea.
Nel 1887 si sposò con Praskovia Fedorovna Dubrovina, da cui ebbe sette figli.
Rasputin ancora in giovane età intraprese lunghi pellegrinaggi, che lo condussero al monastero di Verchotur'e, dove incontrò lo starec Makarij e imparò a leggere e scrivere, nonché ad interessarsi di religione, e fino al Monte Athos.
Sospettato di aver aderito alla setta dei Chlysty, una congregazione clandestina di orgiastici che stigmatizzava gli eccessi di secolarità della Chiesa ortodossa e poi di aver frequentato il Movimento nazionalista dei veri russi, malgrado la mancanza di istruzione ottenne una fama per i suoi presunti poteri curativi su malati terminali e allestì una rete di relazioni di altissimo livello che in breve tempo lo condussero alla corte dello zar Nicola II, accompagnato dalla fama dei suoi poteri sciamanici.
Nel 1905 fu quindi presentato alla zarina Aleksandra Fëdorovna Romanova, nella speranza che potesse essere di aiuto per contenere l'inguaribile emofilia di Aleksej, il piccolo zarevič. Al primo incontro Rasputin riuscì ad ottenere qualche effetto sul piccolo malato, così lo zar e la zarina gli permisero di visitare sempre più spesso la loro riservatissima casa, situata nel parco di Carskoe Selo. Secondo una teoria, Rasputin sarebbe riuscito ad interrompere le crisi emolitiche di Aleksej utilizzando un tipo di ipnosi che rallentava il battito cardiaco del bambino, riducendo in questo modo la pressione del sangue. Secondo un'altra ipotesi, sembra che i medici di corte tentassero di guarire l'emofilia dello zarevic con l'aspirina che, se da un lato leniva i dolori articolari, dall'altro acuiva le emorragie causate dall'emofilia. Secondo questa versione, senza aspirina la salute di Aleksej migliorava e il merito veniva attribuito a Rasputin.
Occorre tuttavia menzionare un fatto, avvenuto il 12 ottobre 1912: in quell'occasione venne ricevuto da Pietrogrado un telegramma della famiglia reale che lo informava di una grave crisi di emofilia dello zarevic ormai in punto di morte ("I medici sono disperanti. Le vostre preghiere sono la nostra ultima speranza"); pare che Rasputin si sia immerso in preghiera per diverse ore nella sua casa in Siberia, cadendo in uno stato di trance. Terminate le preghiere, si dice che inviò un telegramma alla famiglia reale in cui assicurava la guarigione del piccolo, cosa che effettivamente avvenne nell'arco di poche ore, dopo giorni di cure mediche che non avevano però dato frutti.
Il suo carisma mistico esercitò sulla famiglia Romanov, in particolar modo sulla zarina Alessandra, un'influenza così intensa da dare adito a molte congetture: si giunse al punto che le numerose segnalazioni sul suo intenso libertinaggio con le dame dell'aristocrazia venivano regolarmente smentite dalla coppia reale, talvolta anche con la punizione degli zelanti segnalatori. Rasputin, oltre che dare speranze alla famiglia imperiale circa una possibile guarigione del giovane Aleksej, sembrava andare incontro alle ispirazioni più intime dei sovrani. Infatti egli, essendo un semplice figlio delle campagne, rappresentava ciò che Nicola II e Aleksandra Fëdorovna avevano sempre desiderato: un contatto diretto con l'autentico popolo russo, senza intermediazioni di etichetta e convenzioni sociali.
In seguito alla sua stabilizzazione nella capitale, visto l'enorme ascendente che il contadino aveva sulla zarina, presto attorno a lui si creò una vastissima rete di noti personaggi e politici, che in cambio di intercessioni rispetto alla sovrana erano disposti a soddisfare le richieste che Rasputin faceva loro da parte di migliaia di postulanti. Dalle campagne contadini e artigiani accorrevano chiedendo aiuto e intercessione allo starec, a tal punto che l'appartamento durante la giornata era sempre affollato e il telefono squillava in continuazione. Nelle mani di Rasputin passavano centinaia di rubli, che egli indiscriminatamente distribuiva ai postulanti; richieste di denaro, di occupazione, e anche lamentele dalle campagne verso i grandi proprietari giungevano a Rasputin che, in quanto creditore presso personaggi dell'alta società, le faceva andare nella maggioranza a buon fine.
Il resto dell'enorme quantità di denaro era spesa, come attestano i numerosi verbali di polizia, in locali notturni e in incontri ai bagni pubblici con donne di ogni classe ed età: numerose sono le leggende circa la sua insaziabile libidine; la stampa pubblicava in continuazione scabrosi racconti di fantasia sulle sue leggendarie notti; ciò accrebbe le dicerie non solo su una sua presunta super dotazione, quanto su una improbabile e sempre smentita relazione con la sovrana. È provato invece che, con il tempo, acquistò sempre maggiore influenza sulla mistica zarina, inviandole sempre più consueti messaggi con consigli perentori di carattere morale, religioso e politico.
Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, Rasputin si oppose fermamente all'entrata in guerra della Russia, e pronosticò che avrebbe portato immani catastrofi ai contadini, che sarebbero morti a migliaia. Tuttavia, non poté esercitare la sua influenza sul sovrano, perché subì un attentato nel suo villaggio siberiano il 28 giugno, lo stesso giorno dell'omicidio di Sarajevo. Si limitò ad inviare un disperato telegramma ai sovrani:
« Credo, spero nella pace. Stanno preparando un orribile misfatto, ma noi non ne siamo partecipi »
(telegramma del 19 luglio 1914)
Lo Zar stracciò il messaggio. In quegli stessi giorni i tentativi di accordo personale fra lui e il cugino Kaiser di Germania fallirono perché il ministro della Guerra russo riuscì ad ottenere dallo Zar la mobilitazione totale su tutta la frontiera europea della Russia, costringendo così la Germania ad una mossa identica e mettendo in moto il meccanismo delle alleanze che condusse alla deflagrazione del conflitto europeo.
Nel 1915, con la partenza dello zar per il fronte, le denunce di Rasputin contro le collusioni di ministri e alti funzionari con il traffico illegale d'armi e le speculazioni sui latifondi ai danni dei contadini si intensificarono. La zarina, che assente lo zar deteneva il potere a san Pietroburgo, effettuò su suo consiglio continui, disastrosi e repentini cambi al vertice di governo, proprio nel momento (durante la prima guerra mondiale) in cui, in assenza del sovrano dalla politica interna, si necessitava di un governo forte.
Si sospettò, forse non senza ragione, che avesse effetti sulle decisioni dei reali in tema di politica (in particolare in direzione di una politica pacifista e di buone relazioni con la Germania, paese originario della zarina e con il quale i rapporti erano tesi). Ad un certo punto venne accusato anche di corruzione e per questo allontanato dalla residenza imperiale dallo stesso zar; però, le condizioni del piccolo Aleksej andavano peggiorando, così la zarina decise di rivolgersi nuovamente a lui. La risposta fu che le condizioni di suo figlio sarebbero migliorate anche in sua assenza, cosa che effettivamente accadde
Nel 1916, in piena crisi di governo - che Rasputin stesso con la sua rete clientelare aveva contribuito a creare - e tra le alterne fortune degli eserciti russi sul fronte orientale, una congiura ordita dal granduca Dmitrij Pavlovič, dal principe Feliks Feliksovič Jusupov e dal deputato conservatore Vladimir Mitrofanovič Puriškevič, decise di assassinarlo.




Se poi non interessa il fatto storico di per sè, direi che la villa non è che sia proprio da cestinare...
con teatro privato
con la cantina dove hanno banchettato Felix e Rasputin prima della "esecuzione"
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Museo degli orrori (foto di repertorio, non era permesso farne!): KUNTSKAMERA
Voluto da Pietro I il Grande, grande in tutti i sensi. Scienziato, promotore della cultura, lo zar non avrebbe mai voluto terrorizzare gli sguardi, ma semplicemente persuadere la cultura del tempo, liberandolo il popolo da stupide e superstiziose credenze.
All'epoca, una donna che dava alla luce un bambino deforme veniva considerata una indemoniata e allontanata dalla comunità.
Si tratta di feti abortiti o stillborn oppure morte in utero, raccolti in un liquido formulato da un Olandese per lo zar...sono perfettamente conservati...penso sia formaldeide, ma questa informazione non l'ho trovata...Viso con cranio aperto. I resti di una sezione anatomica del viso di un neonato. La formula segreta del liquido di conservazione permette a tutt'oggi di conservare la pigmentazione della pelle di questi corpi
Nel museo sono presenti esemplari di animali deformi, con due teste o con più zampe.
Non solo questo però!
Macchina della tortura strizza cervello. Questa macchina della tortura è terrificante. Per prima cosa provocava la rottura della mandibola, poi comprimeva la testa fino a spappolare il cervello del condannato.
Sedia della tortura. La classica sedia della tortura, chiodi e manette per impedire la fuga del condannato e infliggere la pena più dolorosamente
Sedia a punta per la tortura. Questa è forse uno tra i più dolorosi strumenti di tortura. Il condannato veniva seduto sulla punta della piramide e soffriva un'agonia lenta e crudele.
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Incrociatore Aurora:
L'Aurora è un incrociatore protetto russo costruito nei cantieri navali di San Pietroburgo e varato l'11 maggio 1900.
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Nel 1904-1905 prese parte alla guerra russo-giapponese. Dopo la battaglia di Tsushima, che vide una schiacciante vittoria giapponese, fu una delle poche navi russe superstiti.
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Dopo la guerra venne usata come unità di addestramento.
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Nel 1908 fu una delle prime navi a portare i soccorsi alla popolazione di Messina e Reggio Calabria colpite dal terremoto del 1908.
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Durante la prima guerra mondiale, prese parte alle operazioni militari nel mar Baltico.
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Nell'ottobre del 1917 sparò il colpo che diede il segnale per la conquista del Palazzo d'Inverno di San Pietroburgo durante la Rivoluzione russa, alla quale partecipò attivamente.
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Nella seconda guerra mondiale, durante l'assedio di Leningrado, venne ancorata a Oranienbaum, combattendo come batteria antiaerea, fin quando non venne affondata, nonostante gli sforzi del suo equipaggio. I suoi cannoni vennero rimossi e usati in prima linea nelle difese della città. Nel luglio del 1944 venne finalmente recuperata.
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Dopo la guerra fu restaurata (1945-1947) e riportata approssimativamente all'aspetto che aveva nel 1917. Questa decisione venne presa già prima della fine della guerra. In quel periodo divenne una nave d'addestramento per la scuola navale Nakhimov
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Dal 1950 si iniziò a trasformarla in nave museo (non fu più in servizio come nave d'addestramento dal 1961), diventando parte del Museo navale militare centrale nel 1956. Vennero fatti altri lavori di riparazione nel periodo 1957-1958 e nel 1966-1968. Ulteriori restauri vennero eseguiti nel periodo 1984-1987, nei quali l'incrociatore venne reso il più simile possibile alla sua configurazione originale del 1917, incluse le decorazioni.
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Fortezza pietro e paolo

Chiesa del salvatore sul sangue versato
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Prospettiva nevskij
è la strada principale che attraversa la città di San Pietroburgo, partendo dalla Piazza del Palazzo, dove si affacciano il Palazzo d'Inverno e loStato Maggiore, e l'Ammiragliato, sulle rive del fiume Neva, incrocia prima la Mojka, il Canale Griboedov all'altezza della Cattedrale di Kazan', più a su la Fontanka per terminare nuovamente lungo le rive della Neva.

Cattedrale di Sant'Isacco
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Ammiragliato


Uno dei miei posti preferiti fuori San Pietroburgo, la residenza estiva a Peterhof
Funse da residenza imperiale fino alla Rivoluzione d'Ottobre, nel 1918 i palazzi divennero musei ma durante la Seconda guerra mondiale Peterhof fu occupato dai soldati nazisti dal 1941 al 1944. Tuttavia prima dell'occupazione si riuscì a sgombrare più di 8 000 oggetti dell’arredamento dei palazzi e circa 50 statue, che vennero salvate mentre il complesso fu quasi completamente distrutto da bombardamenti e combattimenti vari.
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E come non andare al balletto!!epica figura!Praticamente la mia amica, prima di partire, mi esorta a prendere un vestito da sere. "è una cosa seria il balletto, bisogna essere super eleganti" mi dice. ovviamente non me lo faccio dire due volte e mi prendo un abito da sera con piume e strascico...ovviamente lei si presenta con un sobrissimo vestito nero lungo...comunque arriviamo al punto. ovviamente giungiamo al teatro con un leggero ritardo, sono già tutti seduti e dobbiamo correre per raggiungere i nostri posti in prima fila...corriamo su per le scale e apriamo il grande portone che da al teatro...sorpresa!Tutti i presenti si girano...erano praticamente tutti in jeans.....tra l'ilarità, lo stupore e perfino le foto, scendiamo la grande scalinata che attraversa tutto il teatro per arrivare ai nostri posti in prima fila...ovviamente ridendo come delle pazze!In compenso ho spezzato il cuore alle maschere e ho rimediato un numero di fotografie che nemmeno la Campbell dei tempi d'oro!



