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 JAPAN BY CAR 

 

Agosto 2010

Sicuramente il modo migliore per visitare il Giappone, controcorrente, più avventuroso e meno costoso: noleggiare una macchina!Patente internazionale necessaria e guida english!Nonostante i caselli, la benzina e il noleggio macchina, tutta l'operazione è costata meno del Japan Rail Pass ed è stato possibile visitare luoghi meno facilmente accessibili! 3 settimane ad Agosto, clima veramente provante...cibo fantastico, sushi fresco anche a colazione, ma con mia somma sorpresa non così frequente!Più facile alimentarsi con le magnifiche zuppone soba, udon, ramen e tempura...

 

COSTO: bisogna mettersi in testa che è necessario tirar fuori un pò di cash....comunque 3 settimane in Giappone tutto compreso, anche reflex inclusa e oggetti per il sushi vari che mi sono portata a casa: 2500 euri a testa

 

IL CIBO

Premetto che adoro il giappo, lo mangerei sempre, mangiavo pesce crudo e zuppone a colazione.

Primo mito da sfatare: i Giappi non mangiano sempre pesce crudo...anzi!Non è nemmeno così immediato trovarlo, tanto meno a buon mercato!Si cibano principalmente di zupponi di ramen, udon, soba...sopratutto soba e ramen, ovviamente preferivo gli udon e quindi ero sempre alla ricerca di posti che me li facessero!Con tempura e uovo crudo spesso e volentieri. La carne non l'ho trovata così frequentemente, ma poco importa!Inoltre vorrei sfatare il mito che in Italia non si mangia il vero giappo...certo se si evitassero uramaki al philadelphia e al tonno in scatola che spesso vedo in alcuni ristoranti (che non frequento)... e le varie "barche" (che invenzione?!?) allora sarebbe meglio!Se volete cimentarvi a casa....guardate qui nella sezione Giappone!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ODDIOOOO tutte le volte che vedo questa foto sto male...è invitante direte, è vero, le ragazze diranno..che bello, è violetto!e sono prugne!ed ecco che al primo morso la dura verità. Si sta parlando delle famigerate prugne Umeboshi.Perchè solo i giapponesi potevano commettere un tale reato contro natura: prendere delle prugne e dopo un laborioso procedimento (costano molto) modificarle geneticamente (unica spiegazione plausibile) per conferirle un gusto di PESCE! La follia dei giappi, qui il video dimostrativo per la preparazione delle famigerate prugne. L'unica cosa che mi viene da dire è "Ma perchè?!?"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

D'altra parte Dolph Lundgren è diventato quello che è diventando mangiando giapponese tutti i giorni (come dice nel film Resa dei conti a Little Tokyo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed ecco che si entra nel vivo della cucina giapponese!Partiamo dai piatti delle grandi occasioni: il Kaiseki. Praticamente incluso in qualunque stanza di ryokan, e quindi vi spiegherete le cifre abbondantemente sopra i 100 euro a testa a notte, facciamo anche i 200....in ogni caso imprescindibile in un viaggio in giappone!

Una tipica portata Kaiseki è caratterizzata dal prevedere molte pietanze servite in piccole porzioni. Si va dalle 6 fino alle 15 porzioni, Il cibo che viene servito varia a seconda del periodo e del luogo in cui ci si trova, prerogativa di una portata in stile Kaiseki è infatti la freschezza degli ingredienti usati, che dipendono dunque dalla stagione e da cosa si è trovato al mercato.
Altra particolarità di una portata Kaiseki è l'importanza dell'apparenza dei piatti: viene curato ogni minimo particolare, dagli abbellimenti di ogni singolo piatto alla disposizione dei piatti stessi. È veramente uno spettacolo anche solo guardare questi piatti.

Ovviamente il tutto accompagnato da sakè, per i bevitori, e the per gli astemi!

COMPRENDE:

  • “shiizakana” (antipasti serviti con sake giapponese)

  • “mukouzuke” (sashimi)

  • “kuchitori” (piatto piccolo di pesce)

  • “suimono” (zuppa)

  • “nimono” (verdure)

  • “aemono” (piatto simil insalata)

  • “kounomono” (verdure sotto sale)

  • “hassun” (chiamiamolo "mai e monti")

  • “sunomono” (marinatura nell'aceto)

  • “yakimono” (pesce grigliato)

  • “mushimono” (cibo cotto a vapore)

  • “nabemono” (pentola in argilla nella quale si inseriscono i cibi crudi che vengono serviti per poterli cuocere)

  • riso

  • miso 

  • dessert (nel mio caso degli spaghetti di gelatina condita con salsa di soia...parliamone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ristorante di okonomiyaki, non così frequenti, o almeno, io ho fatto fatica a trovarli, mi sono dovuta affidare ai passanti!okonomiyaki sono frittellone che si cucinano direttamente sulla piastra incastonata direttamente nel nostro tavolo in questo caso...sempre per ribadire che ai giapponesi piace soffrire!Già il loro clima è il più umido e caldo che nemmeno nelle foreste di Thailandia e Barbados....In ogni caso non mi ha fatto impazzire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                            

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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I takoyaki invece, palline di pastella con tocchi di pesce all'interno... ho molto apprezzato

 

Poi esistono ovviamente gli Yakitori, spiedini di carne. Ne ho assaggiati un paio giusto per onor di causa, ma con tutto quel bendiddio e gusti particolari non mi sono concentrata più di tanto su semplice carne!

 

 

Nella zona di Hiroshima, a Miyajima, sono famose le ostriche, cucinate nelle maniere più disparate....dite no alla salsa Teriaky sulle ostriche!!!!Seppie, ma anche pesce di lago spiedinato!Io non impazzisco, però sembra di essere in un cartone giapponese quando lo si addenta!

A tokyo potrete assaggiare anche i famosi polipetti, sì proprio quelli che vedete in tutti i cartoni giapponesi!

Uno dei “riti” che più mi ha colpito consiste nell’appoggiare sopra la scrivania, durante gli esami scolastici, una statuina di un polipo, il tako. Questo polipo può essere anche di peluches, di plastica o dei più svariati materiali, forme e colori.....in ogni caso porterà fortuna!

Non ho assaggiato il Fugu, il pesce palla...sempre per una questione di cash!Il pesce palla contiene una tossina neurotossica, la tetradotossina....per questo motivo bisogna essere chef certificati nella sua preparazione,  la fugu chorishi menkyo, a meno che non vogliate lasciarci la pelle..... si tratta di un piatto molto costoso per questo motivo, e molto richiesto perchè, nonstante venga preparato ad hoc, delle tracce di tossina rimangono inevitabilmente all'interno delle carni del pesce...il risultato uno stato di euforia simile a quello prodotto dalle droghe pesanti, così pare e così mi hanno narrato i cari giappi....come dicevo non ho avuto l'occasione di mangiarlo, si può arrivare anche a 100 euro per un pezzetto di pesce... è vero che si tratta di una varietà velenosa, ma la tossina che comunque si trova in tutto il pesce è irrisoria, solo alcune parti contengono la dose letale (fegato, ovaie, intestino) e il loro consumo e commercio è vietato per legge. 

Attualmente ogni anno il fugu causa almeno una decina di vittime. Coloro che sanno preparare il fugu, però, fanno notare che si tratta quasi sempre di principianti che tentano di preparare da soli il pesce. In Giappone esistono infatti leggi molto severe riguardo la preparazione del fugu. Ad esempio, se le interiora non vengono rimosse nel modo corretto il locale in cui si serve tal pietanza può essere condannato a chiudere i battenti per un intero mese. Se invece un ristorante, anche su richiesta, serve una porzione non preparata in conformità alle norme, e ne risulta un decesso, viene giustamente costretto a chiudere il locale definitivamente. Vige inoltre l’obbligo per il ristorante di gettare le interiora del pesce in appositi contenitori sigillati e chiusi con un lucchetto affinchè non possano essere mangiati, dopo essere stati gettati nella spazzatura, da animali o persone in cerca di cibo. 

 

Ricordatevi: i giapponesi sostengono che “si mangia prima con gli occhi e poi con la bocca”

Ma adesso parliamo della colazione!

Avete due scelte se state in hotel: colazione "occidentale" o colazione tipica.

Colazione occidentale: simil brioche e pane con all'interno simil spaghetti....non so voi, ma a questo punto tanto vale lanciarsi sul tipico!

Ovviamente questa colazione non è sempre disponibile in quanto complessa e lunga da preparare: nei business hotel che ho girato erano disponbili entrambe le colazioni, incluse nel prezzo ovviamente!

Gohan: riso bollito

Misoshiru: minestra di miso (condimento derivato dai semi della soia gialla)

Yakizakana: pesce arrosto

Tamagoyaki: frittata!

Yakinori: alga arrostita

Umeboshi: le tremende prugne umeboshi...ne parlerò più avanti

Tsukemono: sottaceti (zenzero per esempio)

daikonoroshi: pasta fatta con il "daikon" radice giapponese

I DOLCI se in questo modo possono essere chiamati!

I giappi non usano lo zucchero, fanno i dolci con il riso. Fondamentalmente sanno di poco, ma a me piacciono, hanno un gusto particolare, come sempre vige il degustibus!Usano gli Azuki, i fagioli rossi dolci...io li adoro, soprattutto se farciscono i panini dolci (di origine cinese, tali bao).

Con il termine Wagashi si indica la tradizionale pasticceria giapponese solitamente servita nel corso del cerimoniale del tè e che è composta prevalentemente da ingredienti vegetali.....chiamatemi pazza, ma io ne vado matta!!!Qui sotto riporto solo quelli che sono riuscita ad assaggiare!

Daifuku

Termine generico per indicare i dolcetti di riso pressato, composti da riso glutinoso farcito da pasta di fagioli azuki. I daifuku sono disponibili in molte varietà (il più comune è di colore bianco, verde pallido o rosa pallido), alcune delle quali contengono pezzi interi di frutta o miscele di frutta. Quasi tutti i daifuku sono coperti da un sottile strato di mais o fecola di patate per evitare che si attacchino gli uni agli altri; alcuni sono ricoperti di zucchero a velo o cacao in polvere. I miei preferiti sono senza alcun dubbio quelli bianchi con il ripieno di fagioli Azuki....

Mochi

Tortino a base di riso glutinoso pestato e plasmato nella forma desiderata (di solito sfera o cubo). In Giappone è tradizionalmente realizzato durante una cerimonia chiamata mochitsuki, durante la quale il riso viene pestato con mazze di legno e due persone si alternano nel lavoro, uno pestando e l’altro girando e bagnando il mochi. Esistono versioni molto simili anche nelle Hawaii, Corea del Sud, Taiwan, Cina, Cambogia, Filippine, Thailandia e Indonesia..... sono riuscita a provarli confezionati in Cina, Thai e Bali....una schifezza....o freschi oppure lasciate stare!!!

Dorayaki

Dolce rotondo e sottile costituito da castella (una specie di torta soffice) avvolta da pasta di fagioli; in giapponese dora significa “gong” e vista la somiglianza di questo dolce con il famoso strumento, si pensa possa essere questa l’origine del nome. La leggenda narra che il primo dorayaki sia stato fatto quando un samurai di nome Benkei dimenticò il suo gong a casa di un contadino, il quale utilizzò l’oggetto per friggere le sue frittelle.....tanta roba!consigliatissime!

Ed ecco la Fluffy Cheese Cake!Tipico dolce giapponese western style prodotto dalla catena Miki Ojisan No Mise (Uncle Miki's Shop), che potete trovare praticamente ovunque in Asia, dalla Thailandia alla Malesia!A onor del vero è molto difficile da trovare in Giappone, mi è capitato di assaggiarla a BangKok!In ogni caso, se dovesse capitarvi, provatela!Se volete farla a casa.....guardate qui nella sezione dedicata al Giappone!

Ed ecco il luogo dove potrete assaggiare praticamente tutto ciò, in una botta sola, a Tokyo, praticamente il mio paese dei balocchi: fermata Ikebukuro, ecco una food court che, nonstante sia parecchio distante dal centro città, mi ha conquistata!Praticamente ci facevo un giro un giorno sì e uno no!

LA GENTE: che dire, i giappi sono pazzi, tutti noi conoscono le strane usanze, sia tradizionali che non, legate a queste testoline particolari...ma bisogna aggiungere che, nonostante mediamente il loro inglese sia nullo, si prodigano il più possibile per aiutarti e sono di una gentilezza e raffinatezza (quanto meno apparente) veramente disarmante.

Un esempio: ero in giro da sola per Tokyo e stavo cercando il posto per salire sulla torre di tokyo per vedere lo skyline. Ho chiesto ad una coppia di ragazzi, i quali hanno fatto dietro front e mi hanno condotta per circa 15 minuti fino all'ingresso della torre, nonostante fosse dalla parte diametralmente opposta alla loro.

Penso che la criminalità sia ridotta ai minimi termini: girando in piena notte da sola a Tokyo (ok era shibuya)  non mi sono mai sentita minimante in pericolo. Mentre stavo aspettando i miei compagni di viaggio che erano scesi dalla macchina per andare in autogrill, il benzinaio giappo è salito tranquillamente sul posto di guida e ha spostato la macchina ahaha, ci sono rimasta abbastanza male all'inizio ahaha

Ma il migliore in assoluto è stato un ragazzo in bicicletta che abbiamo fermato all'inizio del viaggio: la nostra macchina era dotata di navigatore satellitare completamente in giapponese. Solo in seguito ci siamo resi conto che era sufficiente introdurre il numero di telefono della meta, ma i primi due giorni è stato un incubo.

Comunque....abbiamo fermato questo ragazzetto e gli abbiamo chiesto di inserire la meta...Ecco: il ragazzetto non ne era in grado, ma voleva assolutamente aiutarci e quindi è rimasto circa 30 minuti immobile con la mano marmorizzata davanti al navigatore, sudando freddo. Gli ho ripetuto più e più volte che non c'era alcun problema, ma non c'è stato verso...altri 20 minuti.

Ogni volta che si entra in un centro commerciale fanno gli inchini, che teneri!!

Insomma, i giappi sono giappi!

COSA VEDERE: I CLASSICI e le Grandi Città: visto l'innumerevoli informazioni che si possono reperire online riguardo le mete classiche, ho deciso di pubblicare solo delle foto esplicative, mentre mi focalizzerò in particolare sulle mete meno gettonate!

Tokyo        

Potete raggiungere qualunque punto di questa grande città con la metro, quindi....fatevi sotto!

Il mercato del pesce!Non potete visitare Tokyo senza fare un salto, alle 6 del mattino, a questo fantastico mercato!Vedrete specie animali di cui ignoravate l'esistenza.....e potrete assaggiare dell'ottimo sushi a prezzi irrisori!    

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Santuario di Meiji, santuario shintoista, si trova a poca distanza a piedi dalla stazione Harajuku ed è aperto tutti i giorni, dall'alba al tramonto, con ingresso libero.

Nel culto shintoista si venerano i Kami, cioè gli spiriti della natura, per questo i suoi santuari sono sempre immersi in zone naturali come parchi, boschi o giardini.
Il santuario Meiji Jingu è inserito nel parco Yoyogi, uno dei più grandi della città tanto da sembrare un bosco: è costituito da più di centomila alberi inviati da ogni angolo del Giappone per onorare la memoria dell’imperatore Meiji (1852-1912), che da il nome al santuario.

DUE PAROLE SULLO SHINTOISMO:

Lo Shintoismo è la principale religione del popolo giapponese ed è nativa del Giappone stesso, nata praticamente più di 2000 anni fa. La parola Shinto significa “Via degli Dei” e deriva dalle parole cinesi “shin” e “tō” che significano rispettivamente “kami” e “studio filosofico”; non ha delle scritture sacre a cui fa riferimento e non ha un vero fondatore. Un santuario shinto identifica un’intera area, composta da molteplici edifici e diversi componenti, al cui interno viene custodita la divinità (il kami) venerato presso quel santuario, non visibile dai fedeli. Esistono diversi stili architettonici in tutto il Giappone e solitamente il kami è custodito all’interno della sala principale (la honden) anche se può capitare che la divinità sia troppo “grande” per essere custodita in un edificio, ad esempio quando questa è una montagna o un oceano, per cui alcuni santuari non posseggono una honden.

Un santuario shinto identifica un’intera area, composta da molteplici edifici e diversi componenti, al cui interno viene custodita la divinità (il kami) venerato presso quel santuario, non visibile dai fedeli. Esistono diversi stili architettonici in tutto il Giappone e solitamente il kami è custodito all’interno della sala principale (la honden) anche se può capitare che la divinità sia troppo “grande” per essere custodita in un edificio, ad esempio quando questa è una montagna o un oceano, per cui alcuni santuari non posseggono una honden.

I komainu sono statue in pietra che rappresentano cani da guardia, leoni o, nel caso dei santuari dedicati ad Inari, kitsune (volpi). Sono disposti sempre in coppia all’ingresso dei santuari, per tenere lontani gli spiriti maligni, ed hanno il volto rivolto l’uno verso l’altro; una delle due statue ha sempre la bocca aperta ed è chiamata “A” (la prima lettera dell’alfabeto sanscrito), l’altra ha la sempre bocca chiusa ed è chiamata “Un” (l’ultima lettera dell’alfabeto sanscrito); in rare occasioni possono esistere anche delle eccezioni in cui entrambi i komainu hanno la bocca chiusa o aperta.

I chōzuya sono piccoli edifici situati all’interno del santuario, posti prima di arrivare alla sala principale, necessari per eseguire la pratica di purificazione prima di poter pregare i kami. Al loro interno è presente una vasca che raccoglie l’acqua da utilizzare per eseguire il rito di purificazione.

La honden è la sala principale del santuario, al cui interno viene conservato l’oggetto sacro simbolo del santuario stesso (quasi mai visibile ai fedeli, ma solo ai sacerdoti); la haiden, invece, è la sala delle offerte dove i fedeli pregano i kami e fanno, appunto, le proprie offerte. Nei templi più piccoli, le due sale possono essere racchiuse in un unico edificio, mentre in quelli più grandi ed importanti, sono quasi sempre edifici diversi, anche se adiacenti.

La saisen-bako è una scatola di legno, solitamente intarsiato, posta nella Haiden del santuario ed usata per la raccolta delle offerte.

Il Kaguraden è un padiglione aperto (senza mura ma con un tetto) al cui interno si tengono danze e vari riti, come gli spettacoli del teatro Noh o le danze sacre kagura; a volte sono eseguite dalle miko del santuario, a volte da attori, geishe o altre personalità.

Lo shimenawa è una corda fatta con fasci di paglia di riso, prodotta attorcigliando tra loro, in senso orario o antiorario, fasci più piccoli; alla corda finale vengono, di solito, aggiunti degli shide (dei fogli di carta dalla forma intrecciata usati durante i rituali shintoisti). La shimenawa possiede la funzione di barriera volta a separare il mondo terreno rappresentato dalla società umana da quello ultraterreno simboleggiato da santuari e shin'iki, i territori sacri. Nell'antichità inoltre, a seconda del luogo era il simbolo che rappresentava un territorio proibito, in cui l'accesso era assolutamente vietato.

Gli omikuji sono foglietti di carta su cui è scritta una frase della fortuna. Sono riposti all’interno di una scatoletta, solitamente fatta di bambù, e vengono dispensati uno per volta scuotendolo la scatola stessa. I messaggi sono classificati in Daikichi (grande buona fortuna), Kichi (buona fortuna), Shokichi (piccola buona fortuna), Shokyo (piccola sfortuna), Kyo (sfortuna), Daikyo (grande sfortuna). Una volta letti, i foglietti di carta devono essere annodati al ramo di un albero, o su appositi raccoglitori, sempre all’interno del santuario per fare in modo che la fortuna si avveri o la sfortuna venga scacciata.

Gli ema sono delle tavolette di legno su cui i fedeli scrivono le proprie preghiere ed i propri desideri rivolte ai kami; queste, dopo essere state acquistate direttamente nel santuario, vengono riposte in appositi raccoglitori pubblici, solitamente adiacenti alla sala delle offerte, in attesa che gli Dei li facciano avverare.

Gli omamori sono piccoli amuleti o talismani giapponesi, reperibili all’interno dei santuari shinto (e spesso anche nei templi buddhisti), formati da un rivestimento di stoffa colorato e decorato, al cui interno è inserito un foglio di carta, o un pezzetto di legno, su cui è riportata una preghiera.

I sacerdoti: Kannushi, o anche Shinshoku. Per diventare sacerdote è necessario dare un esame finale dopo aver frequentato una delle università approvate dalla Jinja Honcho (l’associazione dei santuari shinto, che gestisce più di 80.000 santuari in tutto il Giappone). Non ci sono distinzioni di sesso, sia gli uomini che le donne possono diventare sacerdoti e possono tranquillamente sposarsi ed avere figli. Le assistenti dei kannushi sono chiamate Miko e sono quasi sempre ragazze di giovane età. In passato erano sempre donne non sposate e vergini, che fungevano da veicoli per le rivelazioni dei kami e per interfacciarsi con i morti; oggi una miko non ha una particolare qualifica o certificazione e comunemente sono ragazze delle scuole superiori (a volte le stesse figlie dei sacerdoti) che lavorano part-time presso i santuari occupandosi di tenere pulito il santuario, di vendere gli amuleti e di assistere i sacerdoti. In ogni caso esistono anche miko “professioniste” che svolgono quest’attività come lavoro principale.

Pratica della purificazione: quando si entra in un santuario shintoista è necessario eseguire un rito di purificazione prima di poter proseguire e raggiunge la sala dove pregare; questo rito è chiamato Temizu ed il suo significato deriva dalle parole “te”, traducibile come “mano”, e mizu, che significa “acqua”. Questa purificazione serve a rimuovere dalla propria persona il male e le impurità ed è obbligatoria per poter rivolgere le proprie preghiere ai Kami (gli Dei shinto). 

  1. Prendere il mestolo con la mano destra e raccogliere l’acqua dalla vasca (o anche dalle fontane se presenti).

  2. Sciacquare la mano sinistra usando una piccola parte dell’acqua.

  3. Spostare il mestolo nella mano sinistra e sciacquare la mano destra con un’altra parte di acqua.

  4. Spostare nuovamente il mestolo nella mano destra e versare un po’ d’acqua nella mano sinistra per sciacquarsi la bocca (non bere assolutamente l’acqua direttamente dal mestolo e non sputate l’acqua dalla bocca nella vasca, ovviamente).

  5. Con la parte restante di acqua bagnate nuovamente la mano sinistra ed inclinare il mestolo in verticale, con la coppetta verso l’alto, in modo che l’ultima parte di acqua scorra lungo il manico, pulendolo.

  6. Riporre il mestolo sulla chōzuya, posizionando la coppetta verso l’alto e rovesciata.

Dopo aver eseguito il rito di purificazione, ci si può dirigere verso l’Haiden (ovvero la sala delle offerte), dove poter pregare ed adorare il kami del santuario. Una volta che si è giunti di fronte all’edificio, ci si dispone davanti alla saisen-bako, la scatola usata per la raccolta delle offerte.

A questo punto i passaggi da seguire per richiamare l’attenzione del kami e fare la vostra richiesta sono:

  1. Lancia una moneta in Yen all’interno della saisen-bako, in modo gentile e senza fare lanci strani o inopportuni. Va bene un qualunque taglio di yen, ma considerate che quella da 5 yen è considerata più fortunata delle altre, perché la sua pronuncia ricordala parola “go-en”, per l’appunto la parola giapponese per fortuna; al contrario quella da 10 yen sarebbe da evitare, in quanto ricorda la parola “tou-en”, ovvero fortuna lontana.

  2. Se davanti alla saisen-bako è presente una fune con campana posta in alto, scuotete la corda con un unico scossone e fate suonare la campana, così da annunciare la vostra preghiera (se non ci sono funi, saltate questo passaggio).

  3. Stando con il corpo dritto, fate due inchini consecutivi a circa 90 gradi.

  4. Battete le mani due volte, dopo averle portate all’altezza del petto, così da richiamare l’attenzione del kami.

  5. Tenendo le mani in preghiera, fate la vostra richiesta/preghiera.

  6. Fate un ultimo inchino.

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Senso Ji: ASAKUSA

Paradiso del cibo, soprattutto la sera!si tratta di un tempio buddista,  uno dei templi più colorati e popolari nonchè antichi di Tokyo (645 d.c)

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Ueno e Tempio di Kanei-ji

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Palazzo reale di Tokyo

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Tokyo by night: Shinjuku è sicuramente la zona migliore per la notte. A shibuya invece ci sia va essenzialmente per il famoso incrocio

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Casualmente, ieri 20 gennaio 2015, sono finita sul video dei Jamiroquai "Deeper underground" ed ecco che mi è venuto in mente quel particolare che è imprescindibile quando si parla di Tokyo: Godzilla!

Essì, il grande Godzilla, terrore dei giapponesi e della città di Tokyo!Era impossibile non costruire una statua dedicata al grande rettilone!

Venuta a conoscenza della presenza di questo monumento dedicato, come non andare a vederlo!

Ed ecco la mia reazione quando sono giunta a destinazione

Maddai!!!

Proprio loro, i giappi che hanno costruito una copia a grandezza originale del robot, mi costruiscono una statua del genere?!?!

Ogni commento è superfluo....

I dintorni di Tokyo

KAMAKURA e il grande buddha!

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Nikko

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Gundam gigante

Costruito nel 2009, esposto nel parco Shiokaze ad Odaiba, vicino a Tokyo. Circa 18 metri di altezza!

La statua non è completamente immobile!A volte, in maniera causale, la musica di sottofondo

finirà e il robot muoverà la testa ed emetterà fumo con effetti sonori!

Ingresso gratuito!

Hiroshima

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Miyajima, nei pressi di hiroshima: fortunati ad arrivare nel periodo della festa locale!tante bancarelle e fuochi d'artificio!pieno di daini!

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KYOTO  e dintorni

 

Per altro, presa benissimo dal fantastico film "Memorie di una Geisha" sono andata a vedere alcuni luoghi dove hanno girato il film.... intanto sentiamoci la bellissima colonna sonora

 

Fushimi Inari Taisha 

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Todaiji e Nara

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Gion, Kyoto, il quartiere delle Geishe

Kinkakuji

 

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Kinkaku-ji tempio d'oro

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DA NON PERDERE:

 

1. Ascesa al monte FUJI

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Per una descrizione dettagliata e tutte le foto andate in Extreme & Sports

 

2.  Jigokudani Monkey Park: 

 

Sempre aprtendo da Tokyo, se vi dirigete ivnece verso le alpi giapponesi, prima di tutto vedrete il verde rigoglioso,, tipo prato inglese delle loro alpi sorpa i 2000 metri abbondanti e poi potrete visitare il Jigokudani Monkey Park, patria del Macaco giapponese. Si tratta di un enorme parco dove centinaia di macachi giapponesigirovagano tra i turisti dopoaver fatto il bagnetto nelle sorgenti di acqua calda. Vi ricordo che questo bellissimo esemplare si trova solo in giappone, e questo arco è il psoto giusto dove vederli in compelta libertà!Non guardatele negli occhi....rischio assalto in agguato!

Subito dopo la visita a questo parco, una buoan soluzioen epr la notte sarà quella di accamparvi slle rive di uno degli innumerevoli laghi dlla zona, non importa se munito di campeggio, anche eprchè il costo per la tenda è altissimo e i servizi sono scarsi e a pagamento...10 euro per l’acqua calda per uan doccia mi è sembrato eccessivo!

 

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3. Monte Kōya, Kōya, Distretto di Ito. A sud della città di Osaka, nella prefettura di Wakayama, sorge uno dei luoghi più sacrd el giappone, nonchè una meta non molto turistica ma che vi consiglio di fare assolutamente, ovviamente in notturna: il monte Koya, ovvero un complesso di templi buddisti e santuari, nonchè sede di un vasto cimitero con molti mausolei. Ovviamente anche questo sito è ragigungibile con i mezzi, d’altra parte, se volete visitarlo di notte come vi cosniglio per godere appieno della tetra atmosfera, il fatto di essere in auto di agevolerà non poco. Siamo giunti qandonancor anone r abuioi, per approfittare di un ristorante epr rinfocilalrci e epr perlustrare la zona. Al calar del sole mi dirigo verso il Daimon ovveor l’entrata principale al Koya-.San, ovvero la prota id accesos all’area sacra, costituita da circa venti diversi edifici. In realtà sarebbe opossibile dormire uan notte rpesos un tempio, ovviamente il costo è allucinante e sembra essere una trovata rpettamente turistica, in particolare per questo hod eciso di desistere. Larea sacra risulta essere ocmuqnue piuttosto ampia, per questo decido di dedicarmi al luogo pià affasciante, l’Okunoin ovvero il cimitero buddista pià grande del Giappone. Ovviamente di notte fa tutto un suo effetto rispetto a quello che avrebbe efatto alel luci del gionro, inziiamoa d avventurarci con le nostre pile in testa per le strette viuzze ciottolate del cimitero, finoa  ragiogungere velocemente il Toro-do, ovvero al sala delle lanterne, dove ci sono più di 10.000 lanterne le cui fiamme ardono costantement eil ricordo della mrote di Kukai, monaco buddista giapponese fodnatore della scuoal buddista Shingon, avvvenuta nel 835 dopcristo. Vista ll’attraizone “principale” ricominciamo a girovagare in questo bellissimo labiritno di lapidi fatiscenti e statuette ricperte di muschio. In cima a motle dlele alpidi ci sono mucchietti di ciqnue pietre uan sorpa l’altra, i gorinto, ovvero i ciqnue elementi dle mondo (terra, acqua, fuoc, aria e spazio), più un seso elemento itnangibile, il “consocitore” che è uan riflesisoen su di sè e di un concetto che sintetizza l’isnegnamento di Kukai. Con mio sommo gauido vedo che tutto il cimitero è pervaso da quella deliziosa luce verde, proprio come quella trovata a Sighisoara in transilvania, il che ha reso il tutto ancora pià macarbo e suggestivo. Alcune delel viuzze pi grandi sono percorse da grandi lanterne poggiate per tessa a indicare la via, seocndo la leggenda, per gli Hitodama ovvero i fuochi fatui giapponesi, che si manfiestano rpoprio di notte. Secondo al mitlogia giappoense, le anime dlele perosne mrote da poco assumono al froma di hitodama e appaiono come piccole sfere luminose di colore blu pallido o verdastro con uan piccola coda, generalment enie cimiteri e sorpatutot in esate. Abbiamo girato per più di due ore in questo labirinto abbastanza macabro, usciamo dal Ponte Ichinohashi , che segna entrata e uscita a Okunion, ricordandoci asolo all’uscita di mostrare rispetto a Kukai, inchnandosi prima diala fine dell’attraversamento. Potrete ridurre il tempo di percirrenza del cimitero passando per una aprte più recente del cimitero i cui ci sono tombe moderne, alcuen anche curiore, coem quelald edicata a tutte le teermiti che sonos tat euccise da una comapgnia di epsticidi, potrete iniziare con il eprsocoso corto sul presto e temrinare con il lugno in peina notte!

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4. Foresta di Bambu e dintorni: prefettura di Kyoto. arashiyama

 

Continuando verso Kyoto, prima di fermarvi almeno due giorni nella città delle Geishe, potrete fare una capatina alla gigantesca foresta di Bambu, Arashiyama, nella preferttura di Kyoto. Sembra un fitto bosoc, i cui alberi protendno veroso il cielo, e invece si tratta di altissimi bambù tra i quali è stato tracciato un sentiero. Percorrere tuta la foresta non è lugnoe  faticoso, al termine di questa ptorete riaggiugnere una zona ricca di souvenire, ma se andate dalla aprte opposta a questi vi troverete davanti un fiume di color giallo sui quali uan mriiade di barchette di pescatori, simili a canoe, proseguono tra le montagne. Anche in questo caso è possibile ragigugnere la zona con linee ferroviarie, ma per comodità e per non perdere troppo tempo, la macchina è sempre la via pià veloce!

 

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5. kazurabashi iya e mulinelli di Naruto, Isola di Shikoku. Difficilmente raggiungibile con i mezzi, abbiamo preso il traghetto con la macchina dopo aver visitato il cimitero buddista

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Vortici di Naruto

Parliamo dell’impressionante fenomeno che si verifica nell’omonimo stretto (di soli 1,3 km!) che separa l’isola Awaji e l’isola di Shikoku.
La serie di vortici è dovuta alle maree che riversano grandi quantità di acqua nel Mare Interno di Seto dall’Oceano Pacifico e altrettanta ne rimuovono. Le dimensioni limitate dello stretto provocano un dislivello abbastanza significativo tra mare e Oceano (1,5 metri) e la velocità del flusso è talmente elevata (è stimato che sia la corrente più veloce di tutto il paese e la terza al mondo!) da provocare la formazione di vortici (profondi fino a 2 metri e larghi fino a 20)! 
C'è la possibilità di fare un giro in barca, ma non credo ne valga la pena, non pensate di essere risucchiati, per cui potete risparmiare i soldi!

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Giunti nell’isola sdi Shikoku, vi consiglio assolutamente di continuare la sua esplorazione!

In questa isola è praticamente obbligatorio noelggiare l’auto, i mezzi sono veramente pochi e non vi permetteranno di esplorare le sue foreste (Attenzione agli orsi), le gole di Iyajkei a ovest della provincia di Tokushina, uno scrigno verde e fresco, i suoi mulini abbandonati e soprattutto vi perdereste il ponte sospeso IyA, ovvero lo Kazurabashi-Iya.

Ottenuto da liane che crescono nella foresta intorno, è uno dei pochi esempi ancora visibili (e testabili) di questo tipo di ponte in giappone, un tempo assai diffuso in tutto il paese.

Alto 15 metri, è costituito da tronchi sostenuti sui lati da un cavo d’acciaio dissimulato in un cordone di liane intrecciate secondo una tecnica tradizionale...ovviamente in passato, nel XII secolo dopo cristo a quando il ponte risale, non vi erano i cavi d’acciaio, ma solo le liane, che venivano tagliate all’occorrenza per proteggersi dagli assalitori. Ovviamente il sitema è stato messo in sicurezza visto che è possibile salirvi e seguire l’attraversata!

Ovviamente non ho pouto dire di no, anche se le vertigini sono state alquanto provanti. Se aggiugiamo di aver incontrato l’unico giapponese obeso del mio viaggio in giappone, probabilmente uno degli unici del paese, che ha deciso di attraversare il ponte proprio con me facendo muovere e agitare la struttura....in ogni caso, sentitevi Indiana Jones in piccolo per un giorno!

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6. Esperienza in un Ryokan!costosa è vero, ma per una notte si può fare!abbiamo scelto un Ryokan nei pressi di Nikko, segnalato come uno dei più belli del Giappone...compresa cena di gran festa tipica...nonostante sia una cultrice del cibo giapponese, devo ammettere che è stato quasi impossibile finire uno dei piatti.. Takaragawa onsen...bellissimo, a parte un povero orsetto intrappolato in una gabbia ignobile...

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7. Comprare un kimono i seconda mano


A tokyo con 50 euro si prende alle bancarelle un kimono di seconda mano di seta...non lo userete mai, ma è un oggetto di gran classe!!
I kimoni di seta, sopratutto quelli da cerimonia, costano un occhio nella testa perchè le donne se lo fanno fare su misura. Quelli di seconda mano valgono meno di zero, nessuna giapponese lo indosserebbe e da qui i furbi giappi, invece di buttarli, li rivendono ai turisti a prezzi stracciati!Si tratta di kimono con alcuni difetti, in particolare macchie interne. Pare che, una volta macchiati, questi perdano valore per le autoctone..
Prendere anche la cinturona, obi, ovviamente!Ne ho portato a casa uno di cotone, estivo, Yukata per mia madre, spendendo di più!
Molto interessante è conoscere il significato dei kimoni, ovvero i tipi (si sta parlando di kimoni femminili):

Kurotomesode: è un kimono nero dipinto solo sotto la cintura; i kurotomesode sono i kimono più formali per le donne sposate. Sono spesso indossati dalle madri degli sposi ai matrimoni. I kurotomesode hanno solitamente cinque kamon (gli stemmi familiari) dipinti su maniche, petto e schiena del kimono.

Furisode: letteralmente si traduce con "maniche svolazzanti". Le maniche di un furisode sono infatti molto ampie e variano in lunghezza tra i 75 e i 105 centimetri (oggi arrivano anche fino a 114cm, in base all’altezza della donna che indossa il kimono). I furisode sono i kimono più formali per le donne nubili e generalmente sono completamente decorati ed in colori accesi. Questi kimono sono in gran parte indossati nella cerimonia dipassaggio alla maggiore età delle giovani (Sejin Shiki) e dalle parenti non sposate degli sposi nei matrimoni. 

Tre sono inoltre le sotto-categorie basate sulla lunghezza delle maniche: il kofurisode (75cm), il chuburisode(90cm) e l'ōburisode (105-114cm).

 

Irotomesode: un kimono a tinta unita (ad esclusione del nero) decorato solo sotto la cintura. Leggermente meno formale del kurotomesode, questo è indossato da donne sposate, spesso le parenti più strette degli sposi ai matrimoni. Un irotomesode può avere decorati tre o cinque kamon.

 

Hōmongi: si traduce letteralmente come "abito da visita". Caratterizzato da decorazioni che si sviluppano oltre le spalle, attraversando le cuciture, lo hōmongi si colloca appena sopra lo tsukesage in quanto a grado di formalità e. viene indossato sia da donne nubili che sposate, spesso dalle amiche della sposa ai matrimoni. Può essere indossato anche in occasione di feste formali.

 

Tsukesage: rispetto allo hōmongi ha decorazioni meno estese e generalmente limitate a sotto la cintura e alle maniche; anch'esso può essere indossato sia da donne sposate che da donne nubili.

 

Iromuji: un kimono in tinta unita (ad esclusione del nero e del bianco/avorio, considerati come non-colori e sono destinati a occasioni specifiche) che può essere indossato sia da donne sposate che da donne nubili. Gliiromuji sono generalmente indossati in occasione delle cerimonie del tè. La seta tinta può produrre figure (rinzu) che sono però tono su tono.

 

Komon: letteralmente “bel motivo”, è un kimono con un piccolo motivo decorativo ripetuto su tutta la superficie dell'abito. Abbastanza informale, può essere portato per strada o abbinato a un obi (la cintura da kimono) più elegante per una cena al ristorante. Può essere indossato sia da donne sposate che da donne nubili.

 

 

Io ne ho scelto uno viola, il mio colore preferito, a mezze maniche, con lo stemma di famiglia in basso.Dopo aver preso il kimono e gli accessori necessari, ho cercato una delle tipiche calzature da Geisha, gli Zori

 

Assolutamente bellissime!MA....ostacolo numero 1: il numero. Corrisponde assolutamente alla realtà: i giappi sono piccoli e di conseguenza hanno un piede ristretto.

 

 Sono dovuta andare in un negozio turistico per trovare il 39. Finalmente posso provare queste bellissime scarpette!Ma....non so, le dita del piede, in particolare le prime tre e l'alluce più di tutti, non sono contenute dalle scarpe, cadono. Boooa questo punto scoraggiata dico alla commessa che evidentemente non sono fatte per la mia conformazione del piede.Ed ecco che la Gialappa's "Ai giapponesi piace soffrire" mi viene in mente nuovamente.La commessa candidamente mi dice di non preoccuparmi: dopo poco tempo dall'inizio uso delle scarpette, il mio alluce si deformerà tranquillamente divenendo simil "valgo" per dare l'idea

 

e infine anche il mio ginocchio si torcerà fino a raggiungere la camminata che par tanto sexy ai nipponici...
La camminata tipica
Ci sono varie ipotesi sull'insorgenza di questa andatura, ritenuta segno di grazie, bellezza e regalità!Può essere che sia dovuta alla posizione assunta sin da bambine durante la cerimonia del the, la giappa del negozio di scarpe di ha detto che, grazie agli Zori, anche io avrei perso l'uso dell'articolazione glenoidea ben presto!
Morale, decidendo di preservare le mie funzioni motorie, ho desistito dallo splendido acquisto.

8. Alpi Giapponesi

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I cartelli migliori del Giappone!

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Nel 2023 siamo tornati di nuovo in Giappone, in occasione della fioritura dei ciliegi: qui!

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