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Giappone 2023 + giro del mondo n 2

Ed eccoci, dopo 13 anni di ritorno in quel del Sol Levante per espresso desiderio del Fabry, esaudito per il suo ingresso negli anta!

Partiamo subito sul vivo, tenendo conto che qui potete trovare il resoconto della prima incursione giapponese datata 2010.

Ingresso COVID ad aprile 2023: per fortuna sembra un lontano ricordo, l’ingresso è stato semplice, abbiamo ottenuto i QR-code dal sito (<https://vjw-lp.digital.go.jp/en/howto/), per customs e immigration (quindi due QR-code diversi a testa, se non si dovesse riuscire, fanno compilare il cartaceo direttamente in aereo) e siamo entrati in 15 minuti. Purtroppo il timbrino sul passaporto è oramai un ricordo lontano, siamo passati direttamente dagli scanner automatici!

TRENO O AUTO?

Abbiamo deciso come da tradizione di noleggiare l’auto. In due, con l’itinerario che abbiamo fatto, più di 2000 km, compreso noleggio con avis, parcheggi (carisssimi), autostrade (carissssime) e benzina (economica), è comunque costato meno di 9 giorni di JR pass, tenendo conto che se si dovesse decidere di andare oltre le tratte del JR, è necessario prendere altri biglietti. E ovviamente…la comodità non ha prezzo. Se il gruppo è costituito da più di due persone, l’auto diventa più economica del JR pass di buona misura.

La guida è inglese, ma il traffico è talmente inesistente che non è mai stato un problema.

All’atto del noleggio abbiamo anche aggiunto la ETC card, praticamente il nostro telepass: è comodissimo e i caselli costano anche meno.

Per i parcheggi, li abbiamo sempre trovati, si parcheggia in retro passando sopra una pedana che poi si alza bloccando l’auto, si paga al rientro alle macchinette, solo in contanti, e la barra si abbassa. Nulla di sconvolgente o trascendentale!

Fare benzina è piuttosto semplice, o è presente l’omino che la fa per noi, oppure, prima delle 9 e dopo le 18, si va di self service: in questo caso in effetti è tutto scritto in giapponese, il Fabry, memore della sua esperienza con i videogiochi giapponesi, ha riconosciuto gli ideogrammi e ha fatto benzina senza problema, io sicuramente avrei potuto aver più problemi!quindi…meglio far benzina quando sono aperti i benzinai!

Per tokyo abbiamo deciso di girarla a piedi o in metro, l’auto l’abbiamo noleggiata il giorno successivo, una alternativa al costosissimo trenino per arrivare in centro, sarebbe stato il noleggio un giorno in più e lasciare l’auto in parcheggio vicino all’hotel, ma girare comunque tokyo in metropolitana, facilissima da prendere e comodossima.

Abbiamo noleggiato il giorno dopo perché siamo atterrati alle 8 e 30 del mattino dopo 12 ore di volo insonne e non avevamo molta voglia di guidare, in più il secondo giorno saremmo passati da Nikko, abbastanza comodo da Narita. Comunque con il senno di poi avrei noleggiato subito.

In generale, non c’è alcun dubbio dal mio punto di vista, è la seconda volta che vengo in Giappone e la seconda volta che noleggio l’auto e non prenderei il treno mai nella vita: in auto si arriva ovunque, anche fuori dai circuiti turistici (che non sono tantissimi, ma la vista del Fuji dal lago più lontano e più scomodo e difficile da raggiungere non ha prezzo).

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Nuove CURIOSITà del viaggio 2023:

  • Non ci sono cestini: la maggior parte fu eliminata in seguito all'attentato alla metro di Tokyo del 20 Marzo 1995, durante il quale 13 persone persero la vita a causa del gas nervino sarin, posizionato proprio dentro i cestini

  • Non ci si bacia in pubblico

  • Meglio avere tanti contanti, poche carte di credito, nemmeno i biglietti della metro, non è cambiato nulla dal 2010

  • Non si mangia mentre si cammina

  • Non ci si soffia il naso

  • Non si paga dando i soldi in mano ai giapponesi, si poggia sul un piattino

  • Tokyu hands: per comprare stupidate di ogni tipo, a basso costo, da articoli per la casa a Sali da bagno

  • I famosi water con bidet incluso si possono trovare anche in formato più evoluto: in alcuni casi si apre la porta del bagno e si alza il coperchio del water e si illumina tutto, compresa l’acqua

  • Ciabatte ad hoc per il bagno

  • I bagni pubblici spesso sono inclusi nella tariffa dell’hotel, se non sono esterni, sono sempre divisi maschi e femmine

  • Non è buona educazione guardare un giapponese mentre mangia…è concesso succhiare rumorosamente mentre si mangiano gli zupponi, questo non è considerato poco elegante!

  • Praticamente inesistente come fenomeno nel 2010, a Kyoto il 30% dei turisti, anche occidentali, erano vestiti in abiti tradizionali: è possibile pagare per farsi agghindare e pettinare per poi scorrazzare per le vie della città. Sia adulti che bambini. De gustibus ovviamente, dal mio punto di vista pacchiano e quasi carnevalesco un adulto infagottato in questo modo. Del 30%, il 90% erano americani, non per girare il dito nella piaga!

  • si pagano tutti i templi, davvero praticamente tutti, a suon di almeno 5 euro a botta, alla fine sarà un salasso

CIBO 

Aggiungo le novità assaggiate nel 2023 o alcune approfondimenti del “senno di poi” o “vecchiaia” come la si vuole chiamare, per il resto…direttamente nella sezione 2010

  • SUSHI: nei ristoranti o chioschetti lontani dalle zone turistiche il wasabi è già inserito tra pesce e riso, e ci vanno giù pesante. Meglio aggiungere subito dello zenzero per stemperare. Quest'anno mi sono strafogata di FATTY Tuna, una varietà più pregiata del tonno che nei nostri ristoranti giapponesi, in particolare all you can eat, risulta essere introvabile. Costa di più, se un tonno “normale” formato due pezzi di nigiri si aggira sui 600 yen, un fatty tuna arriva a 900 yen. Vale tutta la spesa. Migliore sushi in assoluto: mercato di Kanazawa

  • Manzo WAGYU, qualità HIDA, la qualità migliore in assoluto. Mangiata nella regione di Hida, in particolare a Takayama. Senza alcun dubbio, insieme al fatty tuna, il pasto migliore della vacanza (ed entra nella top 10 dei cibi migliori mai assaggiati). Non solo in forma di yakiniku (grigliato da noi), ma anche sotto forma di sushi. Altri tipi di manzo li abbiamo mangiati al ryokan durante il kaiseki (tipica cena importante, descritta già nel dettaglio nel 2010) come sukiyaki (fettine di carne di manzo, tōfu, ito konnyaku, porro, cavolo di Pechino, Shiitake (funghi giapponesi), e altri vegetali cotti in una pentola di ferro con salsa di soia, zucchero, acqua e mirin), il maiale invece lo abbiamo mangiato in forumla shabu shabu (si mettono tutti gli ingredienti nel brodo, preparato utilizzando il “Katsuobushi”, scaglie di tonno essiccato, o “Kombu”, una tipologia di alghe, insieme all’acqua. Dopo pochi secondi nel brodo, le fettine di carne, vengono intinte nella salsa, Ponzu). Immancabili gli yakitori (spiedoni) presi alle bancarelle davanti ai templi. Il Tonkatsu, simile alla cotoletta, l'abbiamo assaggiata per colazione all hotel di Kyoto, attenzione a quello che viene spacciato, per esempio per le vie di Kyoto, per cotoletta....in realtà è una poltiglia fritta mista carne, davvero indecente, nonchè dolciastra!

  • Mele fuji mercato di takayama

  • Sake alle distillerie a takayama

  • Lacrima d’angelo, goccia d'acqua, torta raindrop....insomma una diavoleria inventata circa 10 anni fa, una vera schifezza. Che spopola ovviamente....negli USA, perchè super dietetica...e vorrei anche vedere!si tratta di acqua minerale addensata con agar agar e condita con kuromitsu (sciroppo simile alla melassa) e kinako (farina di soia). Che dire...anche no!ma si prova tutto nella vita....

  • Fluffy cake di osaka, trovata a kyoto: in realtà la cucina e la conosco da una decina d'anni, che soddisfazione averla provata per la prima volta originale ed essermi accorta di esserci andata decisamente vicino!Che dire...prese due fette, più una ventina di mini porzioni...me le sono mangiate tutte in una sera!Anche perchè obbiettivamente....tra mochi, dango e similari, qui siamo una spanna sopra!

  • Sempre grandi classici: Ramen, Udon e Soba. Il miglior Ramen l'abbiamo mangiato a Ponto-cho a Kyoto, ricetta tramandata da tre generazioni (tipico piatto giapponese, ma di origini cinesi, a base di tagliatelle di frumento servite in brodo di carne e/o pesce, spesso insaporito con salsa di soia o miso e con guarnizioni come maiale affettato, alghe marine secche, Naruto, cipolla verde e, a volte, mais. Ogni località del Giappone ha la propria variante di ramen). Soba invece mangiata in un ottimo ristorante a Shizuoka, il Kiyomi Soba, totalmente fuori mano (infatti eravamo gli unici turisti), che è simile come dimensioni al ramen, ma spaghetti fatti in grano saraceno. 

  • Impossibile non fare assaggiare al Fabry i Takoyaki (personalmente non mi fanno impazzire, rispetto a quanto invece dichiarato nel 2010!) ovvero polpette fritte di forma sferica tipiche della cucina di Ōsaka. Quando sono pronti, vengono guarniti con salsa per takoyaki, chiamata “Otafuku”, o equivalente alga tritata, chiamata “Aonori, maionese e scaglie di tonno essiccato, chiamato “ Katsuobushi”. Oltre alla ricetta tipica, vi sono altre varianti, specialmente per quanto riguarda la guarnitura finale. L’ingrediente principale è il polpo, ma prima della cottura ci si può aggiungere ritagli di tempura (tenkasu), zenzero rosso e/o cipolla verde. Infine c'è la ricetta base, solo polpettine senza nessuna salsa o maionese o scaglie di pesce essiccato, che è quella su cui ci siamo fiondati!

  • I Gyōza sono dei ravioli di pasta al cui interno possiamo trovare carne macinata, pesce (di solito gamberi) e verdure. Possono essere cotti al vapore oppure alla padella. Vengono solitamente accompagnati da salsa di soia e aceto di riso nel quale intingerli.

  • Il Nikuman(Baozi nella versione cinese) è un tipico spuntino giapponese, che si trova diffusamente in banchi di street food per le strade del Giappone e nei convenience store diffusissimi nel territorio. Si ottiene impastando acqua farina e altri ingredienti ottenendo quindi un sacchetto di pane cotto al vapore, ripieno di carne di maiale ed aromatizzato in diverse varianti

  • Natto: fagioli di soia fermentati....odore, sapore e vista scadenti...sembrano degli alien filamentosi, non saprei riproporre il sapore!li abbiamo assaggiati a tradimento durante la cena kaiseki e dentro un onigiri preso in aereoporto

  • Sezione dolci giapponesi, per quanto mi riguarda mangiati solo per gola (a parte la fluffy cake ovviamente), praticamente o ripieni di crema al the macha (che odio) o di fagioli dolci azuki (che invece amo)!

Tayaki: pasta tipo pancake a forma di orata, oppure qualsiasi altra forma, ripieni di crema pasticcera (non scherziamo, non sanno nemmeno cosa sia la crema pasticcera fatta come si deve) oppure di crema di azuki (e allora ragioniamo)!

Imagawayaki: dolce a base di pastella fritta in una padella speciale (simile ad un ferro da cialde, ma senza lo schema a nido d’ape) e farcita con pasta di fagioli azuki, a me è sembrato del tutto simile come gusto al tayaki.

Mochi: fatto di riso glutinoso trasformato in una pasta morbida e appiccicosa solitamente consumato con marmellata di azuki o del famigerato the. Variante del mochi il Daifuku, sinceramente mi è sembrata la stessa cosa, se non che in questo caso abbiamo una fragola fresca all'interno della pallotta di pasta di riso e azuki.

Kasutera o castella (che ho anche portato a casa come souvenir): il tipico pandispagna, che può essere ripieno. Della stessa pastella sono fatti i Doryaki, tortino rotondo con all'interno solitamente la crema di fagioli.

Dango: Gnocchetti di riso serviti su uno spiedo e spesso accompagnati da una tazza di tè verde

ALLOGGIO, riporto solo i due hotel degni di nota, per il resto, o sono stati hotel normali, per esempio vicino all’aereoporto, oppure hotel in stile ryokan che non mi hanno soddisfatta in senso di qualità prezzo

  • Takaragawa onsen, sono tornata dopo 13 anni e hanno costruito un nuovo edificio!però ha sempre il suo fascino, risalente agli anni 30, abbiamo alloggiato proprio nella zona “vecchia”. L’onsen esterno, anche misto, è notevole. Inclusa nella tariffa il Kaiseki per cena e la colazione giapponese la mattina

  • Luck You Kyoto (sì, si chiama così), piccolo B&B a 1,5 km dal mercato di Kyoto. Bellissimo, pulitissimo, inclusa colazione giapponese e bagni pubblici all’esterno per un onsen dopo una camminata per Kyoto. Se non si ha voglia di camminare fino al centro, passa il bus lì vicino. Solo 60 euro a notte, assolutamente un must.

FIORITURA DEI CILIEGI

Ovviamente abbiamo prenotato ad inizio aprile, che sarebbe dovuto essere il momento propizio per la fioritura dei ciliegi…e invece?nel 2023 un bell’anticipo di 2 settimane!questo ha significato vedere Tokyo e Kyoto praticamente verdi, per fortuna abbiamo trovato una parte della zona del Fuji e la zona di Takayama ancora in piena fioritura!Siamo riusciti a vederli e trovare la zona grazie a questa pagina https://www.japan-guide.com/sakura/ assolutamente precisa!

Il classico disegnetto dei fiori di ciliegio conta cinque petali. Questo è vero per la maggior parte delle specie di ciliegio, tra cui la varietà più diffusa in Giappone, la Somei Yoshino.

Alcune specie di alberi di sakura però contano più di cinque petali: vengono chiamate yaezakura e comprendono ad esempio la specie Ichiyo (circa 20 petali per fiore) e la Kikuzakura (circa un centinaio di petali, i fiori assomigliano a dei ponpon).

Il ciliegio è genericamente rosa pallido ma molte varietà presentano fiori rosa chiaro che sembrano quasi bianchi e altri invece di un bel rosa intenso. Alcuni sono perfino gialli o verdolini. Il colore inoltre può cambiare durante la fioritura, sbocciare bianco e “arrossire” durante l’apertura dei petali. 
La varietà Shogetsu ha ad esempio i fiori bianchi, mentre la Kanzan li ha di un bel rosa deciso e intenso, mentre la specie Ukon li ha giallo crema. 

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Giorno 1

pagando 30 euro a testa andata e ritorno per il trenino, andiamo direttamente a UENO, sperando di vedere i primi ciliegi, qualcosa in effetti troviamo, ci sono ancora delle famiglie giapponesi sedute sotto i ciliegi sopra a delle cerate blu.

Ci dirigiamo verso ASAKUSA

Già mi rendo conto di un aspetto…c’è tanta gente, ma tanta. Ad agosto 2010 ad occhio ci sarà stato un terzo del turismo, è vero che la primavera è il top per il turismo in Giappone, ma stiamo parlando di difficoltà nel camminare…

Palazzo imperiale

Quartiere della tecnologia

Sera shibuya e Shunjuku

Giorno 2

Nikko

Takaragawa onsen

Sulla strada verso l’onsen vediamo diversi ciliegi in fiore misto a neve

Giorno 3

Parco delle scimmie e abbiamo vista la capra di montagna giapponese!rarissima!

Ritornata dopo il 2010, anche in questo caso, il numero di visitatori va moltiplicato per 10…

A Kanazawa si possono trovare uno dei giardini più belli del Giappone e gli antichi quartieri delle geisha e dei samurai.

Il Kenrokuen è giustamente classificato come uno dei “tre giardini paesaggistici” più belli del Giappone insieme al Kairakuen di Mito e al Korakuen di Okayama. Molti lo considerano il migliore di tutti.
Il Kenrokuen era adibito a giardino esterno del castello di Kanazawa. Costruito dalla famiglia Maeda che ha regnato per un periodo di quasi due secoli, non è stato aperto al pubblico fino al 1871.

quartiere chaya: chaya (lett. casa da tè) è un tipo esclusivo di ristorante dove gli ospiti sono intrattenuti da geisha che eseguono canti e danze. Durante il Periodo Edo, i chaya si trovavano in quartieri dedicati, di solito al di fuori dei confini della città.

Il mercato Omicho (Omicho Ichiba) è stato il più grande mercato di prodotti freschi a Kanazawa dal periodo Edo. Oggi, si tratta di una fitta rete di strade costeggiate da circa 200 negozi e bancarelle. Mentre la maggior parte dei negozi sono specializzati in frutti di mare e prodotti tipici locali, si possono anche trovare fiori, abiti, attrezzi da cucina e molto altro ancora. Fatty tuna migliore della storia!

Dal 1583 fino alla fine del Periodo Edo, il castello di Kanazawa (Kanazawajō) era la sede del potente clan Maeda, signori di Kaga, secondi solo ai possedimenti dei Tokugawa in termini di dimensioni e di produzione di riso.

Nagamachi era un quartiere di samurai situato ai piedi dell’ex Castello di Kanazawa, dove i samurai e le loro famiglie risiedeva abitualmente. L’area conserva un ambiente storico con case, muri di terra, cancelli d’ingresso privati, vicoli e canali d’acqua.

Nomura-ke è una residenza samurai restaurata con un bellissimo giardino. Nomura era una famiglia di samurai di alto rango, come molti altri samurai. Andò in rovina quando l’era feudale in Giappone si concluse con il periodo Meiji.

DAY 4

Bellissima Takayama, in piena fioritura dei ciliegi. Ecco cosa vedere

I mercati mattutini (in giapponese Asa-ichi) hanno luogo ogni giorno dalle 7 del mattino fino a mezzogiorno. Il mercato di Jinya-mae è di fronte al Takayama-jinya; il mercato di Miya-gawa è più grande, e si trova sulla riva orientale del Miya-gawa.

Nei mercati si possono trovare molti manufatti tipici di Takayama, soprattutto oggetti in legno, per cui l’abilità degli artigiani è rinomata in tutto il Giappone; e le Sara-boro, bamboline di pezza dalla caratteristica forma, usate come amuleti di buon auspicio.

Sanmachi è il centro della città vecchia, disposto lungo la riva orientale del fiume Miyagawa. Il distretto si estende lungo tre vie principali (Ichi-no-Machi, Ni-no-Machi e San-no-Machi), ed è caratterizzato da negozi di manufatti tradizionali, musei, case private visitabili e le rinomate birrerie di sake.

Il sake di Takayama è rinomato in tutto il Giappone, ed è considerato una delizia che vale la penaa provare. Inoltre le birrerie sono spesso dei veri e propri musei, costruiti in legno nello stile tipico della città.  

L’edificio attuale di Takayama Jinya risale al 1816, ed è stato usato come palazzo del governatore fino al 1969. L’area è stata riadibita a museo, e contiene un’importante esposizione di arte locale, oltre ad essere sede di esposizioni temporanee. Intorno al palazzo si estendono i giardini, progettati con il tipico gusto estetico giapponese.

A nord del quartiere di Sanmachi si può ammirare lo Yoshijima-ke, l’antica casa di un mercante, accessibile al pubblico. È divisa in due settori, uno impiegato come magazzino e l’altro usato come abitazione. Attualmente ospita manufatti dell’epoca, divisi lungo un percorso che permette di rievocare gli stili di vita precedenti all’era Meji. Rappresenta uno degli esempi d’architettura locale meglio conservati, con un’estetica che richiama fortemente opere del XX secolo di architettura razionalista.

Villaggio Hida-no-sato: Questo grande museo all’aria aperta racchiude dozzine di case tradizionali, alcune delle quali spostate dai loro siti originari in occasione della creazione della diga di Miboro. Il villaggio Hida-no-sato offre un interessante scorcio sulla vita rurale nei secoli passati, con numerose spiegazioni sui vari aspetti della vita contadina.

Dopo la mangiata e il giro per Takayama, siamo ritornati verso Kanazawa passando per i villaggi tra le montagne giapponesi. L'ultimo è stato Ainokura, spacciato dalla guida come più autentico e senza turisti, ovviamente nel tempo i turisti sono arrivati eccome!quindi abbiamo preferito il villaggio di Suganuma, dove eravamo soli!

Nel villaggio si distinguono due aree: Suganuma Village e Gokayama Gassho no Sato, entrambe visitabili a piedi e collegate tra loro da un tunnel.

A Suganuma Village avrete la possibilità di visitare una decina di case tradizionali convertite in museo.  Durante il periodo Edo (1603-1868) questa attività rappresentava la principale fonte di sostentamento dell'area. 

Nell'area di Gokayama Gassho no Sato si trovano una serie di gassho-zukuri che sono state trasferite qui con l'intento di preservarle. Le case sono disabitate e sono spesso visitate dalle scolaresche, che qui possono partecipare ad una serie di attività dedicate alle tradizioni tipiche di questa regione remota. Sebbene non siano un'attrattiva turistica, l'area è ad accesso libero e chiunque può passeggiare all'esterno delle abitazioni.

Ainokura è un piccolo villaggio sperduto tra le montagne giapponesi che conserva ancora una ventina di case rurali note come minka, costruite in stile gasshō-zukuri. Hanno tetti di paglia che a prima vista ricordano quelli delle capanne, ma sono vere e proprie case costruite su più piani. La maggior parte di queste case ha tra i cento e i duecento anni, mentre la più antica fu costruita circa quattro secoli fa. La visita ad Ainokura è insomma una vera e propria immersione nel mondo rurale del periodo Tokugawa (1603-1868).

Oggi la maggior parte delle minka è adibita a dimora privata, alcune sono state convertite in laboratori di artigianato e nel Museo del folklore. Ainokura è stato inserito nel patrimonio UNESCO nel 1995 insieme a Shirakawa-go e ad altri villaggi simili della regione di Gokayama, ma la sua posizione remota lo ha mantenuto meno affollato rispetto a Shirakawa-go e ad altre frazioni della zona. Ad Ainokura è presente anche il Washi Workshop Hall, dove viene tuttora prodotta artigianalmente la tradizionale carta giapponese washi, anch’essa patrimonio UNESCO.

DAY 5:

Hikone: è una cittadina di poco più di centomila abitanti sulle rive orientali del lago Biwa, il bacino d'acqua dolce più grande del Giappone, siamo a circa una settantina di chilometri da Kyoto. Qui sorge il castello, perfettamente conservato e non ricostruito.

Dopo un periodo di costruzione di vent’anni, il castello di Hikone (彦 根 城, Hikonejō) fu completato nel 1622. Il castello si trova in cima ad una collina e servì come sede dei daimyo (signori feudali) fino alla fine dell’età feudale nel 1868.

Il castello di Hikone è un castello originale, cioè è sopravvissuto all’era post feudale senza subire distruzioni e ricostruzioni. Oltre al mastio principale del castello, rimangono intatti anche la maggior parte dei fossati interni, delle mura, delle guardie e delle porte. Inoltre, parti degli edifici del palazzo del castello sono state ricostruite, dando ai visitatori una panoramica abbastanza completa di com’era un castello feudale giapponese.

Il mastio a tre piani del castello di Hikone è relativamente piccolo ma mostra un design unico che combina più stili architettonici diversi. Questo è uno dei motivi per cui il mastio del castello è stato designato tesoro nazionale, la più alta designazione di proprietà culturali in Giappone, detenuto solo da altri quattro castelli, vale a dire quelli di HimejiMatsumoto, Inuyama e Matsue. Salendo le ripide scale all’interno del castello fino all’ultimo piano, i visitatori possono godere della vista sul parco del castello e sulla città.

Interessante anche l’approccio al mastio del castello in cima alla collina. Include una rampa a spirale su un ponte di legno che può essere facilmente distrutto in caso di attacco. Ci sono anche diverse torrette che possono essere viste al loro interno e una grande campana che suona ancora più volte al giorno per indicare l’ora.

Terminata la visita al castello ci dirigiamo verso Kyoto, per vedere i punti di interesse presenti in zona non centrali e quindi raggiungibili non che le proprie gambe!

Templi tori memorie di una geisha: fushimi inari taisha (già visitato nel 2010, ma con molte meno persone)

Tempio d’oro kinkaku ji: già visitato nel 2010....anche qui con un terzo delle persone!

Foresta bambu arashiyama: a differenza del 2010 ci siamo fermati nel quartiere, molto piacevole da visitare a piedi

Uji: Byodoin temple

Il tempio Byodoin è un esempio lampante dell’architettura buddhista Jodo. Insieme con il suo giardino, il tempio rappresenta il Paradiso della Terra Pura. Il Byodoin è stato inizialmente costruito nel 998 come villa di campagna per il potente politico Fujiwara no Michinaga. Gli edifici del Byodoin furono ripetutamente distrutti a causa di incendi e altre calamità nel corso dei secoli, tuttavia, la Phoenix Hall non fu mai distrutta, rendendola una delle poche strutture in legno originali a sopravvivere dal periodo Heian.

Originario della Cina, il simbolo della fenice è venerato dai buddisti in quanto protettore del Buddha. La forma della sala Hoodo ricorda quella di questo uccello e sul tetto si trovano due fenici di bronzo, l'una di fronte all'altra, in perfetta simmetria.

DAY 6

Kyoto: 20 km come minimo a piedi, dal nostro hotel Luck You Kyoto, passando per il mercato, quindi al tempio passando per i quartieri

quindi passeggiata del filosofo fino al tempio e infine tornare indietro attraversando Gion e Ponto-cho per poi svenire di nuovo in hotel.

- Nishiki Market: 

Questo è il posto ideale per chi ha voglia di delizie culinarie tipiche giapponesi e di Kyoto, ma non ha intenzione di spendere troppo nei ristoranti più costosi. Questo mercato all’aperto, include decine e decine di negozi e bancarelle, dove è possibile comprare di tutto, dal ramen agli snack ai takoyaki, ma anche souvenir, capi d’abbigliamento, accessori e scarpe.

- Sannenzaka e Ninenzaka: Si trovano proprio sotto il Kiyomizudera e, a dispetto del gran numero di turisti che lo affollano e del proliferare di locali e negozi, è riuscito a conservare la propria anima intatta.

- Tempio Kiyomizudera: È un tempio buddista che si trova sulle colline di Higashiyama. Si tratta di uno dei più celebri della città, se non addirittura di tutto il Paese, e può essere considerato un tutt’uno con l’ambiente naturale che lo circonda, dominato com’è dai tantissimi alberi in cui è immerso, che regalano colori straordinari sia in autunno che in primavera.

- Passeggiata del filosofo: questo sentiero, chiamato in giapponese tetsugaku no michi, è un percorso lungo un paio di chilometri che si sviluppa tra il Padiglione d’Argento (tempio Ginkaku-ji) e il Tempio Nanzen-ji.

- Il Tempio Ginkakuji è il Padiglione d’argento (da non confondersi con il padiglione d’oro, il Kinkakuji), che però – a dispetto del suo nome – non presenta la minima traccia di argento.

L’edificio è stato costruito negli anni ’80 del XV secolo, e l’idea iniziale era quella di rivestirlo con un tetto in argento; la mancanza di fondi, tuttavia, costrinse a un cambiamento dei piani iniziali, che tuttavia non ha indotto a mutare il nome della struttura.

- Gion e Ponto-Cho: sono due quartieri celebri sia per le ochaya che per le okiya, le prime sono le case da tè, mentre le seconde sono le case delle geisha. Quel che salta subito all’occhio mentre si passeggia in queste zone, sono i numerosi edifici antichi e in legno.

Gion, in particolare, ci sono due punti che mi sento di consigliare prima di lasciare il quartiere. Parlo del tratto a sud di Shijo-dori, dove si può passeggiare lungo i due lati della strada al coperto, ricchi di un sussegguirsi di ristoranti, negozi e caffè. Per trovarlo dovete avere come riferimento lo Yasaka Jinja.

L’altra zona di Gion da non perdere è Shirakawa Minami-dōri o Shinbashi, una parallela di Shijo-dōri. 

DAY 7_ zona dei 5 laghi

Siamo stati fortunati, tempo non perfetto, ma siamo riusciti a vedere il panorama prima che fosse troppo tardi

Motosu Ko, Shoji Ko (il migliore per vista e presenza di ciliegi, nonché assenza di turisti), sai ko, kawaguchi-ko, yamanaka ko.

Il fuji ovviamente non è scalabile in questo periodo dell’anno, la strada che porta al “campo base” era chiusa, ma siamo arrivati fino a quel punto per godere dell’asfalto musicale e la vista del monte.

Il Parco nazionale Fuji Hakone Izu fu istituito nel 1936 e oggi comprende la regione dei cinque laghi, la penisola di Izu, la città termale di Hakone e naturalmente il Monte Fuji.
I cinque laghi: il Kawaguchi, il Motosu, il Sai, lo Shoji e lo Yamanaka conservano intatto il loro fascino naturalistico attraendo centinaia di migliaia di visitatori ogni anno.

Foresta di Aokigahara: foresta dei suicidi. 

Il terreno lavico e la fitta copertura arbustiva rendono Aokigahara un luogo impervio e pericoloso per chi non rimane lungo i sentieri prestabiliti, rischiando di perdersi. Non è raro imbattersi durante il cammino in cartelli che cercano di dissuadere i visitatori dal togliersi la vita.

È infatti questo un luogo tristemente conosciuto per l’alto numero di suicidi che avvengono ogni anno, rendendolo il secondo luogo al mondo, dopo il Golden Gate Bridge in California, in cui vengono recuperati i corpi di chi sceglie di togliersi la vita.

Non è chiaro, ovviamente, il perché di queste tragedie. Corrono leggende sulla maledizione della foresta, abitata dalle anime insofferenti del passato, che attirerebbero gli spiriti più sensibili, le persone fragili, malate, o con problemi che in quel momento sembrano irrisolvibili, ad inoltrarsi nella selva oscura per poi venirne inghiottiti, per cessare ogni pena.

Ad alimentare queste leggende fu anche il romanzo giallo Kuroi Jukai di Seicho Matsumoto, nel 1960, che termina con la drammatica morte di due amanti tramite suicidio proprio in questa foresta, riportando alla luce le vecchie credenze popolari.

Nel 1993 esce anche “Il Manuale Completo del Suicidio” di Wataru Tsurumui, dove vengono indicati i migliori modi per togliersi la vita, nonché i luoghi che secondo l’autore sarebbero adatti a porre fine alla propria esistenza, tra cui spicca la foresta Aokigahara.

Pare che copie di questo libro vengano ritrovate spesso tra gli effetti personali delle vittime di suicidio.

Il lago Kawaguchi è quello meglio attrezzato per raggiungere i molteplici gusti dei turisti e quindi....il meno interessante nonchè più affollato. Le magnifiche foto che abbiamo fatto sono state scattate dal lago Shoji, molto più complesso da raggiungere (bisogna aspettare e trovare un bus) e quindi...libero da turisti!

Il giorno dopo viaggio verso Tokyo e rientro con giro del mondo e sorvolo del polo nord, tutto questo pur di non sorvolare la russia!!!

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