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Ecuador, Perù, Bolivia, Colombia

 

28 luglio 2023 - 12 agosto 2023 

Probabilmente il giro più pesante mai fatto, o forse perchè...si sta invecchiando!Con il senno di poi avrei organizzato il tutto in modo leggermente diverso, ma appunto, con il senno di poi, sono bravi tutti!

Partiamo dal principio, partenza con volo Milano-Madrid-Quito (ben 800 euro a testa, solo andata): incredibilmente per il volo a lungo raggio Madrid Quito ci viene offerto un bellissimo upgrade in business!iniziamo bene!certo, per una botta di fortuna di questa caratura, qualche insidia era prevedibile...e in effetti...

 

 

29 luglio 2023: QUITO

Comunque arriviamo a Quito il 29 luglio, ci aspetta agli arrivi il taxi mandato dall'hotel, il Friend hotel & rooftop (70 euro a notte), molto bello e caratteristico. Arriviamo praticamente alle 7 del mattino, facciamo colazione e usciamo per esplorare la città. Abbiamo dei dollari per pagare ingressi alle chiese, ma si paga ovunque con carta (la moneta ufficiale è proprio il dollaro).

Quito è la seconda capitale più alta del mondo, si trova a circa 2800 metri di altitudine ed e' circondata da numerosi vulcani, molti dei quali attivi. Si trova alle pendici del vulcano Pichincha (ben visibile anche dalla finestra della nostra stanza). Sia il centro cittadino che la periferia che abbiamo attraversato sono molto puliti, abbiamo visto pochi senza tetto e in generale mi aspettavo la classica metropolitana sudamericana costruita senza piano regolatore!

Il centro di Quito offre un esempio della scuola barocca di Quito (la Escuela Quitena), che riunisce le tradizioni artistiche indigene ed europee: fondamentalmente...così ci viene raccontato dalla nostra guida della cattedrale di Quito, per far digerire agli indigeni la cultura cattolica, sono state mischiate immagini cristiane a immagini appunto della cultura locale!

Ecco i luoghi principali nel centro storico di Quito:

  • Plaza Grande è la principale piazza centrale di Quito 

  • Palazzo Presidenziale, noto anche come Palazzo Carondelet, qui vive e lavora il presidente dell’Ecuador

  • Cattedrale Metropolitana, una chiesa cattolica completata nel 1565 e ora arcidiocesi. Davvero top la visita con guida e salire sulle cupule verdi e bianche. In questa cattedrale è possibile vedere dipinti con icone indigene e cattoliche coesistere!

  • La Compañía de Jesus, una chiesa gesuita del 17° secolo a pochi isolati da Plaza Grande, nota per i suoi interni ricoperti d’oro

  • Plaza San Francisco, la piazza di Quito che contiene la chiesa più antica della città (San Francesco), venditori ambulanti, una cappella, un museo con arte religiosa 

  • La Merced, una Chiesa cattolica a cupola bianca (1736) che contiene importanti opere d’arte e biblioteca.

  • San Agustin, il convento storico (1617) della città, dove fu firmato l’Independence Act dell’Ecuador e ospita molti dipinti dell’artista del XVII secolo Miguel de Santiago. 

  • Dalla Basilica del Voto Nacional con i suoi gargoyle a forma di tartaruga marina, tartaruga gigante, squalo, insomma tipico dell'equador

Per il cibo siamo stati alla la purisima devo dire nulla di spettacolare, abbiamo mangiato:

- Bolón de verde, palline a base di banane verdi, platano, impastati con pezzi di formaggio o ciccioli, o entrambi, e poi fritte. I bolon si possono mangiare sia semplici che accompagnati da uova fritte.

- Empanada de verde, a base di platano e ripiene formaggio ed Empanada de viento, con quesillo, un formaggio morbido tipico del Sud America, cipolla e poi fritte e cosparse di zucchero.

- Humitas, piccole torte a base di mais tenero, cipolla, aglio, uova, formaggio e panna avvolte e cotte in foglie di mais.

- chevice di gamberi: i gamberi sono cotti nel succo di limone

- Il churrasco ecuadoriano:  variante ecuadoriana consiste in una preparazione di manzo servita con uova fritte, insalata, patatine fritte, riso bianco e avocado.

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La città mi ha sorpreso piacevolmente, meriterebbe un approfondimento il parco vulcanico vicino a Quito, ma per questa vacanza è andata così!siamo di passaggio un solo giorno per essere diretti verso le Galapagos!

30 Luglio: volo Quito-Guayaquil - Baltra (galapagos) (200 euro a testa)

Prima di imbarcarci per il volo diretto, ma con una sosta di 20 minuti a Guayaquil, dobbiamo pagare i 20 dollari a persona per un form di ingresso, al controllo passaporti appena atterrati è necessario pagare 100 dollari a testa in contanti.

Le Galapagos sono un parco nazionale marino protetto, solo il 3% del territorio è accessibile in maniera indipendente mentre per il resto è richiesta una guida e tours dotati di regolare licenza (tra i 180 e i 250 euro a testa al giorno per giornata intera in una isola).

La stagione da Giugno a Novembre corrisponde alla stagione fredda, l’aria e l’acqua si raffreddano, teoricamente sarebbe stata necessaria una muta. Ovviamente siamo arrivati nell'anno dell'arrivo del fenomeno de El Niño: quindi invece di acqua a 20 gradi e temperature esterne di 25, acqua a 27 gradi (e qui va bene), ma temperatura esterna a 35!

COME ORGANIZZARSI:

Le scelte sono due: o girando isola per isola dormendo sulla terraferma, oppure tramite una crociera. Abbiamo deciso di visitare isola per isola dormendo a Puerto Ayora, Hotel la Isla (1000 euro 5 notti).

Abbiamo visitato una isola diversa ogni giorno, ma devo dire che il tutto è stato piuttosto faticoso!con il senno di poi avrei organizzato in questo modo:

- puerto Ayora e isola di Santa Cruz: visita dell'isola

- trasferimento e una notte ad Isabela

- ritorno a santa cruz e visita dell'isola

- da santa cruz a Floreana (che non abbiamo visto) con rientro a santa cruz

- da santa cruz a san cristobal, due notti con snorkeling con gli squali martello a Kicker Rock e rientro nell Ecuador continentale con volo da San Cristobal

Invece il tour è stato questo:

- primo giorno arrivo a Santa Cruz e visita dell'area circostante Puerto Ayora

- visita a Isabela in giornata e ritorno a Santa Cruz (il traghettino veloce è piccolo, e quindi si soffre il mal di mare, e ci mette due ore ad andare e due ad arrivare, abbastanza provante)

- visita Santa Fe

- visita San Cristobal

- ultima visita di Santa Cruz verso l'aereoporto

Tutti i tour alle isole, a parte Santa Cruz, sono state organizzate da Guiding Galapagos Expeditions. 

1 agosto SANTA CRUZ (2 giorni)

Si lascia così l’isola di Baltra prendendo uno scafo al prezzo di 1$ e si approda sull’isola più popolata, Santa Cruz. Da qui è possibile prendere un taxi (20/25$) fino a Puerto Ayora, oppure risparmiare con il pullman pubblico che in 40 minuti porta al porto (2$). Abbiamo cercato di noleggiare un motorino elettrico, praticamente impossibile e soprattutto la batteria non regge, così ci è stato detto, il giro dell'isola. IL motorino a benzina è solo per i locals, l'alternativa è la bicicletta...ma per poter esplorare l'isola, al cui centro svetta un vulcano, bisogna essere decisamente allenati!

Infatti, dal punto di vista geologico è un grande vulcano dormiente. Con oltre 12.000 residenti, Puerto Ayora, il maggiore centro dell’isola, è anche la più popolata cittadina dell’arcipelago. 
Dal 1975 è dotata della strada asfaltata più lunga dell’arcipelago, che collega il canale di Itabaca (che separa Santa Cruz da Baltra), con Puerto Ayora.
I due centri minori dell’isola, Bellavista e Santa Rosa, si trovano negli altopiani interni e sono principalmente dei poli abitativi di agricoltori che allevano il bestiame o coltivano piantagioni di caffè, avocado, canna da zucchero, banane, arance e limoni.
Puerto Ayora è decisamente turistica, tanti negozietti, ristoranti e ...tanti leoni marini!per tutta la via del porto e sul molo, passerei ore a osservarli!

Dal porto la sera si possono vedere anche tanti squaletti.

Abbiamo mangiato zuppa di pesce locale, una specie di paella di mare che si mangia in tutte le isole, ma soprattutto...l'impanada di formaggio in un baracchino nella zona locale della cittadina!per fortuna l'abbiamo trovato solo l'ultimo giorno...deliziose, me ne sarei mangiate diciotto!Da provare, tipico, lo scorfano completamente fritto.

Riprendendo a cosa vedere a Santa Cruz:

- Stazione scientifica Charles Darwin
Si trova sulla spiaggia di Academy Bay, a 10 minuti di cammino dal centro di Puerto Ayora. Il centro visite ti aiuterà a comprendere molti aspetti della Natura delle Galapagos  come il clima, la geologia e l’evoluzione di piante e animali dell’arcipelago. Il Centro Tartarughe Fausto Llerena ospita diverse specie di tartarughe dell’arcipelago a differenti stadi di sviluppo, dallo stadio giovanile a quello maturo. 

E’ il cuore pulsante della maggior parte delle attività di conservazione delle Galapagos e da qui vengono gestiti molti programmi di riproduzione per le tartarughe giganti e iguane terrestri, ricerche sui movimenti dei pinguini tra le isole Galapagos, delle tartarughe marine e anche degli squali.

Al di là delle mostre e dei tanti pannelli che consentono di capire nel dettaglio i diversi aspetti che caratterizzano il clima, la geologia e l’evoluzione di piante e animali dell’arcipelago, mi concentro su uno spazio espositivo  particolare. Mi ritrovo così davanti alla più famosa tartaruga delle Galapagos, Lonesome George (Giorgio il solitario) imbalsamata perchè morto nel 2012: è noto per essere stato l'ultimo rappresentante vivente di quella specie, ritenuta addirittura estinta prima del suo ritrovamento, diventando di conseguenza un simbolo della lotta per la conservazione dell'ecosistema dell'arcipelago. Dopo svariati tentativi, mai andati a buon fine, di farlo accoppiare con femmine di altre specie prossime per generare esemplari ibridi che conservassero anche solo in parte i geni di Chelonoisis abingdonii, venne trovato morto nel 2012 (a un'età di circa 101 o 102 anni), sancendo così l'estinzione della specie.

- Bahia Tortuga (Tortuga Bay), spiaggia a circa 40 minuti di cammino da Puerto Ayora, che puoi raggiungere tramite un sentiero lungo circa 2.5 km, aperto dalle sei del mattino sino alle 6 di sera. Lungo la spiaggia, sulla quale vengono a deporre le uova le tartarughe marine, abbiamo visto iguane, pellicani, granchi e il famoso uccello piediazzurri. Non è possibile fare il bagno nella spiaggia di Tortuga, permesso invece nella vicina Playa de los Perros.

- Los Gemelos sono due doline di lava (ossia due conche chiuse) che si trovano ai lati della strada (rispettivamente 25 metri una e 125 metri di distanza dal ciglio), che si formarono migliaia di anni fa. Situati sugli altopiani dell’isola, los Gemelos sono immersi nella più fitta foresta di scalesia dell’arcipelago e...piove sempre! Uno dei luoghi che mi è piaciuto più in assoluto, ma le foto non rendono per niente!

- il porto effettivamente è una attrazione a tutti gli effetti!leoni marini, squaletti e addirittura razze in formazione d'assalto!

2 agosto ISABELAhttps://www.viator.com/tours/Santa-Cruz/Day-tour-to-Isabela-Island-Tintorera-Islet-Snorkeling-Wetlands-and-Flamingos/d50212-181466P4

Tour di terra e di acqua ad isola Isabela per vedere i fenicotteri, le iguane marine, gli squali delle Galapagos e i pinguini delle isole Galapagos: Isabela è l’isola più grande delle Galapagos e forse considerata la più bella e romantica tra tutte grazie alla lunga spiaggia di sabbia bianca direttamente accessibile dal villaggio. Si trova a circa 2 ore e mezzo di speed boat da Santa Cruz oppure è possibile volare (da Santa Cruz o da San Cristobal).Isola Isabela copre un’area di 4.640 chilometri quadrati ed è lunga circa 100 chilometri. L’isola si trova sulla linea equatoriale, è una delle isole più giovani delle Galapagos ed è molto attiva dal punto di vista vulcanico.

L’isola si è formata come risultato di una fusione di sei vulcani ancora attivi, tranne uno. Il punto più alto dell’isola si raggiunge al vulcano Wolf, 1.707 metri.

Isabela è l’unica isola delle Galapagos a cavallo dell’equatore. La corrente Cromwell porta sul suo lato occidentale, enormi quantità di plancton, arricchendo di nutrienti le acque, dando così vita a un’incredibile e straordinaria varietà di pesci tra cui squali balena, martello e mante. Il Canale di Bolivar è il posto migliore delle Galapagos per osservare i cetacei; in quest’area  sono state identificate ben 16 specie, tra cui orche e capodogli.

Puerto Villamil è la cittadina abitata dell’isola ed è la terza più grande dell’arcipelago con i suoi 2000 abitanti. Qui consiglio di rimanere almeno due giorni perchè le cose da vedere sono davvero molte.La fauna di isola di Isabela è eccezionale anche rispetto alle altre isole grazie all’alta concentrazione di specie. Per esempio anche qui si possono vedere le tartarughe giganti nella natura, oltre che al centro Arnaldo Tupiza. Qui poi si può fare il trekking al meraviglioso Vulcano Sierra Negra, che vanta la seconda caldera più grande del mondo (dopo Ngorongoro in Tanzania) o nuotare negli spettacolari tunnel di lava marini (Cabo Rosa) sentendosi in un acquario naturale formato da lava collassata in acqua.Se ti stai chiedendo cosa vedere ad Isola Isabela questi i luoghi più importanti e belli da visitare.Il centro Arnaldo Tupiza e le wetlands dell’isola. In questa piacevole camminata potrai vedere fenicotteri rosa nella laguna e tante specie di tartarughe giganti nelle differenti fasi della vita.La spiaggia di Puerto Villamil è accessibile dal paese ed è bellissima.

Devo dire che forse è stata l'escursione e l'isola che mi è piaciuta più di tutte, però è anche vincere facile, abbiamo visto gli squali delle galapagos, i fenicotteri rosa, abbiamo nuotato con leoni marini e visto e nuotato con pinguini. AH è vero!nuotato anche con le tartarughe!Insomma primo giorno di escursione, all in!

Ecco come abbiamo passato la giornata a Isabela:

- La Tintorereas, isolotto abitato da colonie di iguane marine, tantissime, e un canale in cui gli squali si riposano e rimangono bloccati con la bassa marea. Las Tintoreras è un gruppo di isolotti lunghi e ampi quale centinaio di metri, appena al largo di Puerto Villamil. Qui abbiamo osservato i pinguini delle Galapagos, le sule dai piedi azzurri, le iguane marine e leoni marini che allattano. Uno dei motivi di richiamo sono gli squali a pinna bianca (tintoreras) che riposano o nuotano in stretti canali stretti.

Come dicevo prima, siamo riusciti a vedere praticamente tutto!e abbiamo iniziato l'escursione con una empanada dolce con anaas e formaggio presa al baracchino davanti al molto...!

Mentre camminavamo sulla lava solidificata circondati da un mare azzurro e il sole alto, abbiamo iniziato a vedere le prime tartarighe e i primi pinguini, nonchè pinne degli squali.

Per altro faceva davvero molto molto molto caldo...ero preparata a 25 gradi, invece ce ne erano 35 (sempre per Il Nino) e lacqua, invece di essere a 13 gradi, il che è stato anche un vantaggio, era a 23 gradi!

Terminato l'escursione a piedi in una isoletta ricoperta di lava dove le tartarughe e le iguane andavano a nidificare, finalmente è ilmomento di immergerci!E devo dire che è stata una delle esperienze di snorkeling più belle in assoluto delle mia vita.

Nuotare in un canyon stresso mentre davanti, sotto, a volte anche sopra, e di lato sfrecciano leoni marini e pinguini. Sul fondo passano pacifici decine di squali (e si parla di 4 metri di acqua, non di più)!per forza le esperienze nelle prossime isole non potevano che essere meno soddisfacenti!

 

 

 

 

 

 

- Centro de Crianza Arnaldo Tupiza
E’ il luogo dove i biologi del Parco Nazionale delle Galapagos stanno allevando le tartarughe giganti per incrementare le  popolazioni di questi rettili presenti a Isabela

 

3 Agosto Santa Fe. https://www.viator.com/tours/Galapagos-Islands/Santa-Fe-Galapagos-Snorkeling-Day-Trip-plus-Playa-Escondida-Includes-Lunch/d936-19569P35

Si parlava di miglior snorkeling di tutto il viaggio, con leoni marini tartarughe e squali!peccato che il giorno prima ad Isabale abbiamo avuto un bellissimo all in!però a Santa Fè abbiamo avuto incontri ravvicinati con altri leoni marini, quasi uno scontro frontale!La spiaggia bianca di Santa Fe offre un morbido letto ai leoni marini che si riscaldano rubando qualche spicchio di sole al cielo coperto di nuvole. Ci incamminiamo in una foresta di cactus che ospita iguane di terra e lucertole della lava. Due parole sulle omnipresenti iguane: l’iguana marina l’unica lucertola al mondo in grado di nuotare. Si ciba principalmente di alghe sugli scogli o che coglie anche in profondità. E’ adatta perfettamente all’ambiente marino. Le zampe facilitano il nuoto, mentre le narici hanno una particolare ghiandola che consente all’animale di liberarsi del sale in eccesso. Si stima che la popolazione di iguane marine alle Galapagos sia formata da 200.000-300.000 esemplari.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4 Agosto San Cristobal https://www.viator.com/tours/Santa-Cruz/Day-tour-to-San-Cristobal-Island-with-private-Land-Tour-and-snorkeling/d50212-181466P5

San Cristobal è l’isola più orientale dell’arcipelago delle Galapagos e una delle più vecchie dal punto di vista geologico. Si stima che abbia 2.4-4 milioni di anni. I geologi ritengono però che sia più giovane di Española e che sia composta da tre o quattro vulcani che si sono fusi tra di loro.

El Junco è un piccolo lago che si trova nella caldera di uno di loro e che fu una fonte di acqua potabile per i primi abitanti dell’isola. Il nome dell’isola deriva dal santo patrono dei viaggiatori e dei navigatori.

- La Loberia
Si trova a nella punta sud occidentale di San Cristobal  e dista 10 minuti d’auto o 45 minuti a piedi da Puerto Baquerizo Moreno. Non richiede la presenza di una guida. Un breve sentiero parte dalla fine della strada e ti condurrà sino a una spiaggia  dove sono presenti i leoni di mare. Lungo il sentiero ci sono diverse tane di iguane

- Frigatebird Hill (Cerro de las Tijeretas)
Poco distante da Puerto Baquerizo Moreno, questa collina ospita le due specie di fregate presenti alle Galapagos. Potrai raggiungere la collina, che  degrada verso una ripida scogliera,  grazie ad alcuni  sentieri che partono dal Centro di Interpretazione. Uno di questi conduce a Las Tijeretas, una piccola baia in cui è possibile fare snorkeling. 

- ci hanno portato in una caletta dove abbiamo nuotato con leoni marini e con decine e decine di tartarughe di mare!

l'unico rimpianto è stato quello di non andar a fare snorkeling con gli squali martello (Kicker Rock (Leon Dormido))

 

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A malincuore lasciamo queste bellissime isole, sicuramente ci torneremo, magari con più calma e magari provando una crociera di quelle serie...budget permettendo!

Prendiamo il volo per Guayaquil, scalo di 6 ore (rigorosamente in aereoporto, Guayaquil deve essere una vera schifezza!) per poi arrivare a Lima!arrivo in hotel mezzanotte al Kokopelli hostel di Barraco

5 agosto

 

giro per Barraco: puente de los suspiros, murales jade rivera prima di tornare in aeroporto per prendere il volo per Cuzco!

Nota bene, dall'ultimo giorno nelle Galapagos fino a Cuzco abbiamo fatto una profilassi per evitare il mal di altura, in particolare il sintomo che temevo più di tutti, il mal di testa...

6 agosto

Volo per Cuzco: prima di tutto, a differenza di quello che si legge in viaggiare sicuri, no, non ci sono tumulti, non si cancellano aerei, è tutto regolare. Forse a inizio anno poteva anche essere così, ma adesso il tentativo di colpo di stato è passato da tempo e tutto è ritornato nella normalità. Quindi, senza alcun intoppo, scendiamo dall'aereo e ci facciamo portare al nostro hotel, Hotel monasterio san pietro. Davvero molto bello, un monastero vero e proprio (senza riscaldamento vero e proprio, ma siamo sopravvissuti lo stesso). 

Iniziamo subito a esplorare la città, nel tentativo di acclimatamento, prima di cenare. Partiamo dal Mercato di San Pedro, che è davanti al nostro hotel ovviamente, e si prosegue per il Convento di San Francesco (chiuso per evento privato) e si prosegue per la bellissima Plaza de Armas e poi, verso il pittoresco quartiere di San Blas. Ultima tappa è il Tempio del Sole Coricancha. Diciamo che fino a quando si cammina in piano, non ho sofferto di fiato corto, mentre in salita l'altitudine inizia a farsi sentire.

Partiamo dai dettagli:

Cuzco “La Muy Noble y Gran Ciudad” (così definita da Francisco Pizarro), situata a 3.399 mt, fu la capitale e sede governativa dell’impero degli Inca.

Mercado San Pedro o il mercato di San Pedro è il mercato più importante di Cusco. Questo è il luogo perfetto per scoprire la cucina locale, frutta, verdura e ingredienti interessanti della dieta andina peruviana locale.

Visitare il mercato di San Pedro ti getta immediatamente nella scena locale. È diverso da qualsiasi mercato americano o europeo pulito e igienizzato. Il rumore, il caos, i profumi, i colori e gli odori possono essere travolgenti. Cerca la sezione gastronomia, affollata da centinaia di gente del posto che pranza.

Non abbiamo mangiato qui, ma abbiamo preso subito le foglie di coca, imperdibili!oltre a litri di acqua, altro modo di combattere il mal di altura.

ll centro della città è rappresentato da Plaza de Las Armas dove si trova la gran parte dei ristoranti e dei locali dove passare una seconda serata a Cuzco. Si tratta di attrazioni in gran parte per turisti e quindi con un costo più alto della media 

Una leggenda attribuisce la sua fondazione ad un essere leggendario chiamato Manco Capac, insieme a sua sorella e consorte Mama Ocllo, divenuto poi primo imperatore.

La leggenda inoltre dice che questo luogo fu rivelato da Inti (il dio sole). La mappa di Cusco antica ha la forma di un puma ( animale sacro) con la piazza centrale occupata dal petto dell’animale. La testa del puma sarebbe ubicata nella collina dove sta la fortezza di Sacsayhuamàn. La città è situata al centro della cordigliera ad un altitudine di 3400 metri. Era chiamata “centro” “ombelico” perchè secondo la mitologia Inca in essa confluiva il mondo degli inferi ( Uku Pacha) con il mondo visibile (Kay Pacha) ed il mondo superiore (Hanan Pacha). Un luogo mistico, magico carico di energia.

San Blas è infatti il quartiere alto della città, famoso per il suo artigianato, riconosciuto e non. La piazzetta di San Blas è anche il centro nevralgico dei vari artigiani viaggiatori che espongono le proprie mercanzie su banchetti improvvisati, dando quel brio in più al quartiere e spesso accompagnando le proprie giornate a suon di flauto e chitarra.

La parte più interessante del quartiere è la passeggiata da fare seguendo il lungo sentiero acciottolato Tandapata: una stretta viuzza pedonale che si districa tra vicoli e scalinate. Isolati dal traffico, sembra di tornare indietro nel tempo mentre si cammina tra mura megalitiche, canali di irrigazione e resti di decorazioni inca.

Infine, dove mangiare:

- stra consigliato: Morena...davvero buonissimo, abbiamo preso tutto. Cheviche di pesce d'acqua dolce locale, carne di alpaca, delle polpette di mais e formaggio, penso miglior pasto della vacanza (prima dell'aragosta a cuba ovviamente!). Menzione d'onore per la Chicha morada, che non è altro che un  elaborato a partire da una varietà di mais di colore viola scuro (maíz morado in spagnolo) che si coltiva intensamente nella Cordigliera delle Ande. Ne avrei bevuti litri...peccato che il mio fisico abbia ceduto prima...essì perchè la profilassi è servita per evitare il classico sintomo del mal di altura, ma non ad eliminare un altro sintomo....quello temuto gastrointestinale.

Ebbene sì, nessun mal di testa per i successivi 10 giorni anche abbondantamente sopra ai 4000 metri, ma sintomi gastrointestinali con conseguenza impossibilità quasi di mangiare e bere e con conseguente disidratazione...peggior nemica dell'uomo a queste altezze....ma non spoileriamo tutto subito, la sofferenza è stata costante nel tempo ed è culminata proprio prima di scendere ad altitudini più umane...ma questa è un'altra storia!per ora godiamoci il buon cibo e la bella città di Cusco!

 

 

 

7 Agosto Machu Picchu

un salasso: 276 euro, però almeno tutto incluso

https://www.viator.com/it-IT/tours/Cusco/Excursion-to-Machupicchu-by-Panoramic-train/d937-164727P14

tenendo conto che la versione fai da te, ma veloce (nel senso prendendo il bus poi treno poi bus girare la città e tornare in giornata) sarebbe venuta a costare 240 euro...a questo punto meglio evitare sbattimenti e andare con l'agenzia, almeno si spegne il cervello e ti portano loro a prendere in vari mezzi, in più si ha la guida che spiega Machu Picchu

se si ha più tempo si possono fare combinazioni dormendo a Aguas Caliente e facendo le tratte o a piedi.

IL giro è il seguente: taxi alle 4 del mattino fino alla stazione dei bus, circa due ore di bus, arrivo in stazione dei treni e si prende il treno alle 8. 

Piacevolissimo giro in treno dalle 9 alle 11. Arrivo alla stazione di Ollantaytambo, si scende, si attraverso il mercato, si prende un bus per 30 minuti ed ecco che si arriva all'ingresso di Machu Picchu. Ovviamente si pensa di entrare nel sito e taaaac, vedere subito al famosa vista....e realtà bisogna salire e salire e salire!Sarà il motivo ricorrente di questo giretto nelle Ande...salire salire salire, a piedi molto spesso!

 

 

La cittadella ha ospitato fino a 700 abitanti ed è stata costruita in circa 50/70 anni, nonostante un secolo di studi ancora non sono riusciti ad attribuire con esattezza perché sia stata costruita in questo luogo remoto a 2400 metri d’altezza. Le ipotesi sono diverse: si va dalla città consacrata agli dei dai sacerdoti, per via della sua buona posizione per osservare le stelle, fino alla residenza estiva di Pachacutec, l’imperatore che favorì l’espansione degli inca, fino ad arrivare alla tesi più affascinante che vede rifugiarsi in questa roccaforte gli ultimi inca, consapevoli della sconfitta subita dagli spagnoli e dell’impossibilità di risollevare le sorti dell’impero. Decisero quindi di isolarsi per preservare la loro identità senza più contatti con gli uomini bianchi, in attesa di riconquistare il Perù ormai perso. Il suo nome in lingua quechua significa "montagna vecchia" ed è stata scoperta nel 1911 da un professore dell'Università di Yale Hiram Bingham, alla ricerca di Vilcabamba, la "città perduta degli Inca" (mai trovata). Una delle caratteristiche principali dell’architettura Inca era il modo in cui lavoravano i blocchi di pietra, avrebbero lasciato molti lati che si sarebbero adattati perfettamente tra loro senza bisogno di malta, formando una sorta di puzzle tridimensionale. Questo tipo di progettazione ha aumentato la stabilità del muro, che era molto necessaria a causa dei frequenti terremoti. A Cuzco, la loro è una famosa pietra con 12 angoli nelle facce.
Machu Picchu fu abbandonato subito dopo la caduta dell’Impero Inca, a causa dell’invasione spagnola, e rimase intatto fino alla sua scoperta nel 1911. Probabilmente era una delle tante cittadine a guardia della Valle Sagrada degli Inca lungo l’Urubamba. Un posto nascosto, geograficamente molto facile da difendere. 

La cittadina è stata abitata fino all'arrivo dei conquistadores spagnoli nel 1533-7 circa, costruita intorno al 1440, si narra che gli abitanti di Machu Picchu abbandonarono la città per andare ad aiutare la capitale Cuzco assediata dai conquistadores. 

A volere la costruzione di questa città fu Pachacútec, un protagonista della storia Inca. A lui si deve la trasformazione del regno Inca da potenza regionale confinata nella Valle di Cusco a più grande impero delle Americhe, esteso dall’attuale Colombia a nord, al Cile e Argentina a sud. 

Machu Picchu è probabilmente il capolavoro di questo programma edilizio, costruita a 160 km dalla capitale del regno per espresso volere dell’imperatore.

Il sito scelto per la costruzione di Machu Picchu poneva evidenti difficoltà tecniche, trattandosi di un crinale incastonato tra picchi scoscesi a strapiombo sul fiume Urubamba, situato 400 m più a valle. I costruttori di Machu Picchu dovettero affrontare e risolvere diversi problemi: trasportare migliaia di blocchi necessari alla costruzione degli edifici, ridurre il più possibile i danni causati dalle piogge torrenziali che annualmente si abbattono sulla regione, rinforzare il pendio della montagna così da poter sostenere il peso delle costruzioni realizzate sulla sommità del crinale. A tutte queste difficoltà, gli ingegneri di Pachacútec seppero trovare soluzioni semplici ma geniali.
Come prima cosa elaborarono un articolato sistema di terrazze, scavate a centinaia sulle pendici di Machu Picchu; oltre a sostenere il peso delle strutture costruite in cima, le terrazze costituivano la base dei campi per la coltivazione del cibo necessario agli abitanti della città e, soprattutto, consentivano un controllato deflusso delle acque piovane, che venivano canalizzate alla base del pendio (sono stati trovati oltre 130 canali) per defluire nella foresta pluviale sottostante. 

La notevole abilità degli ingegneri e operai di Machu Picchu fu quella di riuscire a sbozzare accuratamente e pazientemente i blocchi, usando attrezzi rudimentali (come martelli di pietra), così da farli combaciare alla perfezione: pur senza l’utilizzo di malta a fungere da legante tra i blocchi, questi sono incastrati in modo tanto magistrale che in molti casi tra le fessure è impossibile inserire la lama di un coltello.

La tecnica usata prevedeva di sagomare un blocco e successivamente replicarne il contorno sul fianco del blocco vicino, aiutandosi con travi di legno usate come goniometri e con leve di legno per muovere i blocchi così da permettere di sbozzare le parti in eccesso che avrebbero reso la giunzione imprecisa. Usando superfici convesse e non verticali e alternando blocchi orizzontali a blocchi verticali, gli ingegneri di Machu Picchu attuarono, peraltro, accorgimenti anti-sismici essenziali in una regione tormentata da forti terremoti.

Fatta questa introduzione, torniamo a noi. Arriviamo all'ingresso dove ci aspetta la nostra guida che ci terrà compagnia per 3 lunghissime ore (anche un pò troppo, non ce la facevamo più), entriamo nel sito. Come dicevo...mi aspettavo di vedere direttamente la famosa vista e invece ci è toccata una bella scarpinata in salita di altri 40 minuti!!A 35 gradi...il meteo in realtà ci aveva preparati a 20 gradi, infatti ero coperta a sufficienza per quella temperatura!e invece, come alle Galapagos, almeno 10 gradi in più!ed ecco il primo grande errore: surriscaldata, non ho potuto fare altro che togliermi maglietta a maniche lunghe, felpa e tirarmi su i pantaloni per avere più pelle possibile scoperta...questione di sopravvivenza!

Finalmente arriviamo al pianoro con la famosa vista

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Sicuramente un panorama con del fascino, anche se speravo mi stregasse di più!a parte che ero affaccendata nel cercar di scacciare i mille mila moscerini che mi hanno letteralmente attaccata!dopo solo 15 minuti sul pianoro avevo già più di 50 punture per polpaccio!mi sono tirata subito giù i pantaloni, ma oramai il danno era fatto...

Comunque, 3 ore di visita guidata sotto il solo cocente, verso le 16 torniamo al punto di ingresso per bere una bibita ghiacciata (ovviamente con questo caldo l'acqua è finita dopo due minuti) per poi prepararci per il lungo rientro verso Cusco. Verso le 20 finalmente arriviamo in città, andiamo a mangiare, compro del cortisone e cerco di riprendermi...nel frattempo le mie gambe si erano completamente gonfiate e tumefatte con lividi e pomfi terrificanti!Per fortuna il giorno dopo ci saremmo finalmente riposati!e invece no....

8 Agosto: valle sacra

Atterrati a Cusco, abbiamo preso il primo taxi per arrivare all'hotel, e il tassista si era proposto, per circa 80 euro, di farci fare il giro di tutta la valle sacra. Quindi l'8 di agosto, alle 7, ecco il nostro tassista che ci aspetta davanti all'hotel per la lunga giornata per tutta la valle, fino alle 18 circa, ora di rientro. Di seguito il giro. Tendenzialmente non lo farei tutto in una giornata, è stato davvero devastante, ovviamente è stata una decisione dettata dal tempo!

Iniziamo direttamente a 3700 metri con Chinchero, un villaggio che ospita il nostro primo stop, una fattoria di Alpaca (dove ho comprato ben due colbacchi fatti con pelo di Alpaca, ovviamente da tosatura) e dove ci mostrano come colorare naturalmente i tessuti.

Quindi ci dirigiamo direttamente verso il cuore pulsante del villaggio. si ritiene che l'Inca Tupac Yupanqui abbia costruito il suo palazzo in questo luogo, così come la chiesa della Vergine Natività che è stata costruita sopra le costruzioni Inca, un chiaro esempio della fusione tra l'epoca Inca e quella coloniale. Le rovine, con terrazzamenti annessi, sono ancora visibili, ma il sito che più mi è piaciuto è stata proprio la chiesa, per le caratteristiche sopra citate. Per entrare nella chiesa superiamo il famoso mercato della città.

Secondo e terzo stop:

Le saline di Maras, antiche saline risalenti all’epoca preincaica, che formano un intricato labirinto di vasche scavate sul pendio di una collina. 

Le piscine sono alimentate da un piccolo torrente sotterraneo, ricco di acqua altamente salata. Questa viene indirizzata attraverso un intricato sistema di canali che la distribuisce ai laghetti a terrazzo sparsi sul versante dell’altura, ognuno con una superficie di circa 4-5 metri quadrati e una profondità di quasi 30 cm. Queste pozze sono gestite principalmente dalle famiglie locali, che hanno ereditato quest’antica pratica dai loro antenati. Abbiamo anche comprato diverse varietà di sale.

Moray: Il sito contiene insolite rovine Inca, per lo più composte da enormi depressioni circolari a schiera, la più grande delle quali ha una profondità di circa 30 metri . L’utilizzo di queste depressioni è incerto, ma la loro profondità e orientamento rispetto al vento ed al sole crea una grande differenza di temperatura di 15 ° C tra la parte superiore e quella inferiore. Questa grande differenza di temperatura è stata probabilmente utilizzata dagli Inca per studiare gli effetti di diverse condizioni climatiche sulle colture. In altre parole, Moray era probabilmente un laboratorio agronomo a cielo aperto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quarto stop: Ollantaytambo

Ci fermiamo davanti all'ingresso del sito dove è presente l'immancabile mercato, ed ecco che vediamo...il sito ovviamente è rappresentato da una serie di terrazzamenti...insomma l'antica città si sviluppa ovviamente in verticale. Ci aspetta un'altra bella scarpinata in salita questa volta a soli 2900 metri! Il complesso archeologico di Ollantaytambo era un centro di primaria importanza per l’agricoltura, nonchè per le attività amministrative, sociali, religiose e militari nell’era Tahuantinsuyo (1300-1532 dC).

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Ultima tappa: Pisaq

Pisaq è una delle più importanti rovine Inca. Al suo interno si trovano edifici per uso militare, religioso e agricolo.
La cittadella Inca si trova a 2.950 metri di altezza e, secondo gli storici, difendeva l’ingresso meridionale alla Valle Sacra, Choquequirao quello occidentale, mentre la fortezza di Ollantaytambo era situata a settentrione. Pisaq controllava un percorso che collegava l’Impero Inca con i confini della foresta pluviale.
Le rovine di Pisaq sono divise in 4 parti: Pisaqa, Intihuatana, Callacasa (Q’allaqasa), e Kinchiracay, che si trovano ad altezze differenti e sono separate da terrazzamenti agricoli. Esistono ancora case originali del periodo Inca con cortili, scale, acquedotti e gallerie.
Pisaq deriva dalla parola quechua “Pisaq” o “p’isaqa”, che significa pernice. In conformità con l’architettura tradizionale Inca, le città erano costruite secondo disegni figurativi di animali. Pisaq era a forma di pernice, come indica il suo nome.

Devo dire che forse è stato il sito che più mi ha appassionato, e siamo anche stati fortunati nel vedere il primo (e ultimo) condor!

Peccato che fossi davvero distrutta, abbiamo girato solo 20 minuti per la cittadella, anche se avrebbe meritato una visita più approfondita, per questo consiglio di vederla in una giornata separata.

Tornati in hotel verso le 18, ci siamo riposati per un paio di ore e quindi...ci siamo fatti portare con il taxi alla stazione dei bus per prendere il nostro mezzo di trasporto, nonchè letto per la notte, vero il lago Titicata!

https://www.peruhop.com/passes/#cusco

totale 90 euro incluse due escursioni, una a Puno e una a Copacabana nel versante Boliviano, per la Isla del Sol

Devo dire che il bus era molto comodo, su due piani e solo per turisti, eravamo in totale in 10 per quella notte.

Facciamo il check in e ci accomodiamo sul piano di sopra per passare la notte verso Puno.

10 Agosto

Alle 6 del mattino arriviamo nella città di Puno e prendiamo il traghetto per il lago titicaca.

Il Lago Titicaca è il più alto lago navigabile del mondo: si trova a 3810 m di altezza! Una parte è peruviana (il 60%) il resto è territorio boliviano. Il lago è enorme: 7 volte il lago di Garda.
Dal porto partono numerose barche che accompagnano i visitatori alle isole galleggianti degli Uros: questa popolazione in origine viveva lungo la costa su imbarcazioni di junco ma quando arrivarono gli inca, piuttosto che sottomettersi, decisero di vivere sul lago, costruendo le isole galleggianti. Queste isole sono fatte di Junco, una specie di canna che cresce nel lago: gli Uros si recano al largo dove le onde del lago staccano blocchi di questa canna, che successivamente vengono legati tra loro e posizionati alla base dell'isola e sopra vengono aggiunti strati di junco. Dall'isola al fondo del lago ci sono circa 9 metri e queste canne devono essere rinnovate molto spesso perché marciscono.

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Terminato il giro, ci portano fino al confine della Bolivia, passiamo la dogana e veniamo caricati su un altro bus, Bolivia Hop, per arrivare a Copacabana dove ci fermiamo a mangiare del pesce in un localino (buono il pesce, veramente lurida la cittadina, molto diverso da quello che si era visto in Perù fino a poche ore prima).

Finito il pranzo saliamo sul traghetto che, in un'ora, ci porta alla Isla del Sol dove ci aspetta...una bella salita!!

La guida intanto ci racconta la leggenda dell'isola: secondo la tradizione Inca, l’Isla del Sol è stato il luogo di nascita sia del Dio del Sole che dei primi due Incas del mondo. La storia narra che a seguito di una grande inondazione, l’area del lago Titicaca fu immersa in un lungo periodo di oscurità. Dopo molti giorni, il dio Viracocha sorse dalle profondità del Lago Titicaca e si recò all’ Isla del Sol, dove non solo comandò al sole di sorgere, ma creò i primi due Incas del mondo; Manco Capac e Mama Ocllo (l’Adamo ed Eva delle Ande).

Davanti all'isola del sole sorge la Isla della Luna, l’uomo e la donna, il sole e la luna, il grande e il piccolo, gli opposti che si guardano e si attraggono.

Che dire...interessante dal punto di vista della leggenda, per me non particolarmente entusiasmante, mi sarei saltata tranquillamente questa sfacchinata!

Anche perchè la giornata sarebbe stata ancora lunghissima!

Finita l'escursione, e quindi dopo altre 2 ore buone di navigazione, ritorniamo in quel postaccio di Copacabana per eventuali bisogni fisiologici (ma anche no, il livello igienico di quel luogo va oltre ogni incubo peggiore) e ci ricaricano sul nostro bus in direzione La Paz. Partiamo alle 18 ora locale, peccato in realtà perchè ci perdiamo il panorama (e anche i burroni!), ipotesi di arrivo circa ore 21 (3 ore di bus), alla fine durerà circa 4 ore!

Questo perchè la strada per La Paz, a parte essere tortuosa, stretta, a ridosso di burroni (e per fortuna il nostro autista guidava con del senno, evitando catastrofi tipo finire giù dal dirupo, cosa comune da queste parti), è interrotta da un passaggio di traghetto!

Dopo un'oretta, si giunge in un villaggio dove si rende necessario attraversare un ramo del lago Titicaca: i passeggeri vengono fatti tutti scendere e trasportati con un piccolo motoscafo, mentre gli autobus vengono traghettati a bordo di grosse chiatte. Solitamente il tutto dovrebbe durare circa 30 minuti, ma, per un qualche strano motivo, la chiatta sulla quale viaggiava il nostro bus si stava ribaltando!!

Finalmente alle 23 riusciamo ad arrivare in stanza!meritato riposo visto che ci aspettano altre giornate...impegnative!Almeno siamo in pieno centro (Hotel Sagarnaga).

11 Agosto

La paz, ben 3660 metri, più alta capitale del mondo!

Il giro per La paz inizia da Plaza San Francisco con l’omonima chiesa: la piazza è molto lunga  e ampia ed è praticamente su due piani, collegati da una corta scalinata. Su quello inferiore si affaccia la Basilica di San Francisco, la chiesa più antica di La Paz.
La Chiesa di San Francisco precede la fondazione di La Paz di un anno. La costruzione della chiesa, dedicata a San Francesco d’Assisi, iniziò nel 1548 ma solo qualche anno dopo forti nevicate la fecero crollare: trascorsero più di 170 anni prima che fosse ricostruita. La chiesa è un meraviglioso connubio di culture e stili che coniugano l’arte indigena boliviana e quella cattolica: la facciata barocca è decorata da simboli della cultura boliviana, tra cui uccelli, serpenti e draghi, mentre gli interni racchiudono piccole cappelle in legno di cedro decorate con foglie d’oro. Dal tetto si possono ammirare splendide viste su La Paz. 

Tra le attrazioni più note di La Paz ci sono i suoi caratteristici mercati. Se l’appetito non vi manca, il Mercado Lanza offre prodotti della gastronomia locale (anche se quando ci siamo stati era praticamente chiuso), ma il più popolare è il Mercado de Las Brujas, cioè il mercato delle streghe.

Il mercato più insolito della città si trova lungo Calles Jiménez e Linares, tra i viali Sagárnaga e Av Mariscal Santa Cruz. Non si tratta di un classico mercato in quanto ciò che è in vendita è alquanto singolare: rimedi a base di erbe medicinali e semi, amuleti e ingredienti per tenere lontani gli spiriti maligni, tra cui i becchi di Tucano essiccati, rane secche o feti di lama. Tra le bancarelle del mercato, vedrete inoltre aggirarsi gli “yatiri” (guaritori tradizionali), con indosso cappelli scuri.

Calle jaen Calle Jaen, vicino a Plaza Murillo, è una strada di ciottoli considerata la più bella via coloniale di La Paz. La stradina, che prende il nome dal rivoluzionario boliviano Apolinar Jaen, è fiancheggiata da case dai colori vivaci costruite nel XVI secolo, boutique, caffè, luoghi di intrattenimento e anche alcuni dei più importanti musei di La Paz. 

Circondata da edifici governativi e storici, tra cui il Palacio de Gobierno (Palacio Quemado) e la Cattedrale, Plaza Murillo è la piazza centrale di La Paz. Dal XVI secolo in poi la piazza, situata in quella che oggi è la città vecchia, fu chiamata Plaza Mayor, ma il suo nome fu cambiato nel 1902 in onore di Pedro Murillo, leader boliviano della rivolta dell’indipendenza del 1810. La piazza è anche un luogo in cui si svolgono molte celebrazioni cittadine. Il Palacio de Gobierno è la sede del governo e del Presidente della Bolivia, un elegante edificio di color giallo senape che si è guadagnato il suo soprannome, il “Palazzo bruciato“, per via di una rivolta del 1875 nella quale venne gravemente danneggiato da un incendio.

Prima di fare il giro sulla vera attrazione di La Paz, andiamo a mangiare a Popular cucina boliviana per pranzo.

La vera attrazione di La Paz è in effetti la sua teleferica!una vera e propria rete di trasporto esterna, come se fosse una metropolitana, ma sospesa!abbiamo girato con un solo biglietto, praticamente tutta la città, arrivando fino alla terribile El Alto, dove si trova l'aereoporto e sede purtroppo di un grande degrado (non siamo usciti dalla teleferica). Proprio per questo mezzo di trasporto la città mi ha particolarmente entusiasmato, sicuramente ha lasciato il segno!Mentre sono rimasta leggermente delusa del mercato delle streghe, alla fine sono solo un paio di vie, speravo in qualcosa di più ampio!

 

 

Arriviamo a sera, alle 3 del mattino abbiamo il volo per la COlombia, e devo dire che non mi sento per niente bene!nonn ho dormito, sintomi gastrointestinali da altitudine da almeno dieci giorni...mi guardo allo specchio ed eccole lì, le labbra blu!le dita anche blu...ufficialmente stavo andando in ipossia. Insomma, non si scherza per niente. Nonostante la profilassi, questi giorni in quota sono stati decisamente impegnativi, se poi si aggiunge la poca acqua bevuta (errore grandissimi) e la disidratazione per il malessere...questo è il risultato!Non prendere mai sotto gramba l'altitudine!Arrivati in aereoporto, mi fiondo in launge per iniziare almeno a bere per reidratarmi (perchè, in centro l'hotel in cui alloggiavamo...ma evidentemente la città non è così avvezza a turisti stranieri, praticamente introvabile dell'acqua notturna...), ma la situazione non migliora, attendo con ansia l'aereo e la pressurizzazione per ritornare ai cari 1500 metri per poi atterrare a Bogotà, che non è a livello del mare, ma almeno è sotto i 3000 metri. Saliti in aereo pensavo di essere salva e invece....appena è iniziata la pressurizzazione e appena partito l'aereo mi sono sentita male, malissimo. Una morsa devastante allo stomaco, tipo l'alien che si manifesta dallo stomaco di Kane in Alien....fortunatamente sono sopravvissuta, ma...attenzione all'altitudine. Con il senno di poi non avrei mai tirato così tanto, nonostante la profilassi!

12 Agosto

Atterriamo a Bogotà alle 6 del mattino, andiamo a riposare al nostro ostello, bellissimo: Botanico Hostel che si trova nella zona della Candelaria.

La Candelaria è una zona sicura, ma che al calar del sole può dare qualche preoccupazione; altre zone come Chapinero invece non presenta affatto problematiche di questo tipo. A la Candelaria non mancano bar e ristoranti, ma a cena è il caso di andare presto per i motivi di cui sopra; a Chiapinero, oltre ad esserci una più ampia scelta di locali, si può cenare quando si vuole e pensare a cosa fare dopo cena. Alloggiando alla Candelaria tuttavia si è praticamente a due passi da buona parte dei luoghi di interesse di Bogotà, mentre alloggiando a Chiapinero bisogna mettere in conto ogni giorno almeno un’ora in taxi (sia all’andata che al ritorno) per raggiungerli.

Quindi abbiamo appunto deciso di alloggiare nella Candelaria per essere comodi e anche perchè....sicuramente alle 20 sarei già stata a letto a dormire (per alzarci a mezzanotte per arrivare in aereoporto per partire alle 3 per Cuba!).

Prima di entrare nel dettaglio del nostro giro a Bogotà, importante sottolineare un punto, la sicurezza.

Qui si dice 'No dar papaya', ovvero non uscire con niente di vistoso!Devo anche dire che, in pieno giorno, non mi sono sentita minimamente in pericolo o anche solo in vaghissimo pericolo...abbiamo anche cambiato ben 200 dollari ad uno sportello, senza la minima paura di essere scippati. insomma, da prendere minime precauzioni di una grande città, ma di giorno davvero nulla di più. La pericolosità della Candelaria di notte non l'abbiamo testata, diciamo che comunque è stata confermata questa "voce" dai due tassisti che ci hanno portato in ostello e riportato in aereoporto.

La Candelaria altro non è che il centro storico di Bogotà ovvero il luogo dal quale la città, che oggi è veramente tentacolare, si è via via sviluppata. Passeggiando in questa zona, tra le viuzze acciottolate, potrai ammirare numerosi edifici di epoca coloniale, oltre ad una miriade di opere di street art. La Plazoleta Chorro de Quevedo, la prima piazza costruita dai colonizzatori spagnoli, nel 1538: devi sapere che è raccolta ma al contempo vivacissima (anche grazie agli artisti di strada…) e che su di essa sorge ancora una piccola chiesa, visitabile solo la domenica mattina.

Altra piazza interessante è Plaza Bolivar, piazza dal grande valore simbolico per la nazione, tanto da essere stata dedicata al militare e politico venezuelano che ha combattuto per l’indipendenza della Colombia (e non solo…) dalla corona spagnola.

Su Plaza Bolivar, che è sempre animata da venditori ambulanti, sorgono diversi edifici degni di nota, tra i quali la Cattedrale, il Municipio, la Camera dei Deputati e la Residenza del Presidente della Repubblica. Non lontano si trova il Museo Santa Clara, la Iglesia de San Francisco e la Iglesia de Nuestra Senora del Carmen.

Immancabile la visita al Museo Historico Policial, ad ingresso gratuito, che si trova nel vecchio quartier generale della polizia di Bogotà, in un bel palazzo degli anni ‘30. Qui trovate una sezione dedicata alla morte di Escobar e diversi cimeli. Davvero molto interessante, anche vedere come, solo nel 2022, centinaia e centinaia di poliziotti (giovani) siano caduti nella lotta contro il narco traffico. Non pensavo fosse ancora così...

Altri due musei sono imperdibili:

Il Museo del Oro di Bogotà è molto interessante, disposto su tre piani e che custodisce oltre 50.000 reperti di epoca precolombiana, tra i quali anche la preziosa barchetta in oro che rappresenta il mito dell’El Dorado! L’ingresso costa solo 1 Euro e la domenica è addirittura gratuito!

Ancora di più non può mancare il Museo Botero, allestito in uno splendido edificio di epoca coloniale, dove potrai ammirare ben 123 opere dell’artista, oltre alla sua collezione privata. Probabilmente uno dei musei d'arte che mi è piaciuto più di tutti!

Quindi ovviamente ci siamo fiondati per mangiare:

Si comincia con un succo di frutta. Ci sono molte varietà di frutti tropicali difficili da pulire e da mangiare ma perfetti per essere frullati con o senza zucchero, con o senza latte.

Mango, papaya, lulo, maracuyà, tomate de arbol, curuba, feijoa, guayaba, guanabana, banano alcuni dei nomi che vedrete nei menù, spesso accompagnati dalle proprietà terapeutiche del frutto, ma fate attenzione a non comprare succo mescolato con zucchero liquido e preferite i negozi dove ve lo fanno sul momento.

as arepas, tortini di mais o farina bianca, ripiene di uovo, formaggio o carne sono un tipico ammazzafame servito un po’ dappertutto e spesso accompagnate da una cioccolata calda.

Il primo piatto consiste di solito in una sopa, ovvero zuppa. Esistono centinaia di zuppe differenti ma normalmente il sancocho è considerata la sopa nazionale. Ajiaco, altra zuppa fatta di vari tipi di patate e pollo, accompagnata da avocado, riso bianco e un paio di fette di platano maturo fritto. Il riso è sempre di contorno, la verdura a volte latita, specie sulla costa dove andando a mangiare pesce fritto (è buonissimo) vi capiterà di vedere nel vostro piatto sempre e solo una manciata di lattuga e pomodoro. Tipicamente il pesce viene inoltre servito con riso al cocco e pataconas, immancabili fette di platano maturo o verde fritto, oppure yuca fritta.

Ci sono tanti dolcetti molto tipici fatti per lo più di latte, zucchero, composta di guayaba e formaggio. L’Arequipe è un dolce di latte molto zuccherato servito in coppette oppure spalmato su obleas, grandi ostie che potete farcire a piacimento. Come secondo abbiamo preso un terribile piatto di ciccioli fritti, praticamente immaginabile

Rinfocillati, stanchi, ma soddisfatti, torniamo nella nostra stanzetta per poche ore di riposo prima di tornare in aereoporto verso Cuba...

Insomma un viaggio decisamente impegnativo, soprattutto dal punto di vista fisico, per cui ho dovuto aspettare novembre 2023 prima di scriverne le memorie...talmente sono tornata devastata!!

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