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Verso il nord

Anno Domini 2020...fino all'ultimo ero sicura di poter partire per il viaggio prenotato nel novembre 2019 ovvero: nunavut + Cuba. Purtroppo così non è stato e quindi ci siamo dovuti adattare...che fare quindi?prendere l'auto e andare verso il nord, meta ultima Capo Nord e le Svalbard!

Operazione del tutto subordinata all'apertura della Norvegia agli stranieri!Sul sito del Ministero della Salute Norvegese era infatti possibile monitorare giorno per giorno gli stati banditi...per fare spoiler...tre giorni dopo il nostro ingresso in Norvegia, l'italia è diventata rossa per lo stato norvegese e quindi un residente in Italia da quel momento non sarebbe più potuto entrare per turismo!

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31 luglio in serata prendiamo la macchina e via!verso la prima tappa: Polonia e campo di concentramento di Auschwitz

Ne avevo visitati altri, in particolare con la scuola, questo mi era sempre mancato. Non mi dilungo su non necessari dettagli, di seguito le foto. Dedichiamo tutto l'1 agosto mattina alla visita del campo.

Verso mezzo giorno usciamo dal campo di concentramento e ci dirigiamo verso le famose miniere di sale. Che dire, una visita che merita sicuramente, sia per l'imponenza delle miniere, sia per la "sala da ballo" che hanno creato nelle profondità delle miniere, sia perchè è affascinante vedere le capacità dell'uomo nel creare una struttura del genere. La parte visitabile è lunga 3.5 km, che rappresenta solo l'1% delle dimensioni!anche i cristalli dei lampadari sono costituiti da sale!

Terminata la visita andiamo a Cracovia, città molto carina che avevamo già visitato in una delle nostre macchinate, ci fermiamo a mangiare, finalmente, anzi, a cenare, e riprendiamo la marcia, perchè la seconda tappa non è vicinissima...

2 agosto: in piena alba ci svegliamo nel nostro hotel (macchina) per il gelo (2 gradi buoni)!siamo arrivati alla Collina delle Croci in Lituania!

SI tratta di una piccola collinetta su cui si ergono oltre quattrocentomila croci,  piantate da pellegrini secondo una tradizione popolare che dura da alcuni secoli. Si vedono croci a perdita d'occhio, se si pensa che nel 1900 ve ne erano solo 130...adesso si stimano circa 400.000 croci.

Carino sicuramente per una sosta, quindi sosta fu!facciamo un giretto di 15 minuti e ci rimettiamo in marcia, anche perchè....fa un freddo bestiale!

Arriviamo quindi alla tappa successiva della giornata del 2 agosto, la città di Karosta, sempre in Lituania.

Karosta è stata costruita negli anni 1890-1906 per ordine del russo zar Alessandro III. I primi edifici ad essere costruiti furono quattro grandi batterie di bunker, che alla fine non furono mai utilizzate e poco prima dello scoppio del Prima guerra mondiale furono fatte saltare in aria; si possono ancora vedere i resti fatiscenti che sono parzialmente affondati in mare (infatti siamo andati subito a vederli!)

Negli anni 1900-1903, anche la Cattedrale di San Nicola fu costruita a Karosta per ordine di Nicola II, un'imponente struttura con cinque cupole dorate, che è dedicata a San Nicola, il santo patrono dei marinai. 

Fin dall'inizio, Karosta era un'enclave militare russa sul territorio lettone. Non c'era quasi nessuno scambio con la vicina città di Liepāja: si trattava di un'area chiusa, alla quale nemmeno i cittadini della città potevano accedere e che non era indicata su molte mappe per motivi di sicurezza. Il distretto aveva le proprie infrastrutture, centrale elettrica, approvvigionamento idrico, chiesa, maneggio e scuole. Chiunque volesse inviare una cartolina da Karosta alla vicina Liepāja ha pagato la tariffa interurbana di 3 copechi, lo stesso di quello pagato per inviare una carta a Vladivostok. Il tenore di vita dei soldati russi e delle loro famiglie a Karosta era notevolmente superiore a quello della popolazione del resto della città.

Dopo la caduta del Unione Sovietica la Lettonia è diventata indipendente e nel 1994 i soldati russi hanno dovuto lasciare il paese. Di conseguenza, Karosta perse circa 20.000 dei suoi 26.000 abitanti e il distretto cadde in rovina. Oggi solo un terzo di Karosta è abitato. Il resto è toccato a uno città fantasma, dove dozzine di appartamenti con le finestre rotte sono diventati il ​​dominio della vegetazione selvaggia.

Un giro nella cittadina fantasma già di per se è interessante, ma il fiore all'occhiello è sicuramente il carcere, dove venivano deportati non solo i prigionieri politici dai russi comunisti, ma anche dai nazisti (infatti il Fabry si è preso un curioso souvenir, un bicchierino da liquore della prigione, con svastica, falce e martello!).

La guida ci spiega la storia della prigione e ci fa vedere anche come si accendeva le luci una volta all'interno della prigione: ci sono degli interruttori posizionati a circa 2 metri e mezzo di altezza, e solo le guardie possedevano il bastone per poterci arrivare...a parte la nostra guida. dall'altezza di circa due metri e 10, riusciva tranquillamente a raggiungere con la sua manona l'interruttore!mi ero dimenticata quanto fossero alti questi qua!

Vicino a Karosta sorge anche un'altra città, veramente fantasma, di stampo comunista, Skundra: tornando indietro verso l'entroterra dalla costa, verso Irbene, notiamo una serie di palazzoni a blocchi e ci addentriamo nelle frasche su stradine sterrate...si ovviamente l'intenzione era quella di raggiungere la ghost town e visitarla. Purtroppo abbiamo scoperto che questa non è una idea nuova, talmente tanto vecchia che da qualche anno hanno aggiunto delle telecamere lungo tutto il periodo per impedire questo tipo di incursioni. 

Ok, non ci teniamo ad incontrare le forze dell'ordine lituane, ci allontaniamo e guidiamo verso la prossima tappa.

Terminiamo la giornata del 2 agosto arrivando a Riga, non sarà la nostra tappa finale, perchè l'abbiamo già visitata insieme a Tallin, 

ma facciamo due passi e mangiamo e soprattutto...dormiamo in un letto!

Tutto questo non senza essere giudicati da un gatto che ci ha schifato durante tutta la nostra cena!d'altra parte....il simbolo di Riga sono proprio i gatti!

3 agosto: monumento sovietico nella vicinanze, sento questo irrefrenabile richiamo!Sì, perchè continuo a sostenere che i monumenti sovietici siano tra i più interessanti e belli in assoluto, tanto che il nostro giretto nella Bulgaria Sovietica me lo ricordo come se fosse ieri.

ed eccoci così di buon ora a Salaspils.

Si tratta di un memoriale dei caduti nel campo di concentramento di Salaspils (dedicato per lo più a lettoni, lituani ed estoni), in breve il campo, oltre ad aver imprigionato i civili delle repubbliche baltiche, è stala la casa anche di altri prigionieri transitori, tra cui bambini dalla Bielorussia e dalla Russia. si stima che più di 20.000 persone siano state deportate qui, e che tra i 2000 e 9 3000 individui morirono in questo campo, in particolare per il lavoro importante. 

il monumento risale al 1967.

Non solo i monumenti sovietici sono la mia passione, anche i castelli lo sono!

Per questo ho trovato, sulla via per Tallin, un castello dove passare la notte: Litse Loss, molto molto bello!

Lasciate le valige, facciamo un giro a RUmmu, una ridente località....balneare!

davvero!si paga un biglietto per il parcheggio (irrisorio, forse 1 euro) ed eccoci nel Garda estone!

4 agosto: facciamo una sosta a Tallin, per mangiare nel nostro ristorante preferito, Olde Hansa, per poi prendere il traghetto per Helsinki.

Nota di colore: usciti dalla Polonia abbiamo messo via le mascherine, che non erano più, giustamente, utilizzate. è estate, fa caldo, siamo in quattro gatti, da chi me lo devo prendere sto covid?L'unico momento in cui ho deciso di mettere la mascherina è proprio stato durante il traghetto da Tallin ad Helsinki. Siamo in 4 gatti comunque, ma i 4 gatti sembrano dei tisici!quindi nel dubbio...

Comunque arriviamo ad Helsinki che, per quanto mi riguarda, si conferma nulla di che, quindi facciamo un giro veloce nella piazza principale, Prendiamo due frutti di bosco da un venditore che dice "ahh italianiii, Berlusconi, Milan, Mafia", ah, quanto mi mancava! e andiamo avanti verso quello che sarà la nostra meta per ben 2 giorni consecutivi!la regione dei laghi!prendiamo traghetti, attendiamo ponti mobili e alla fine...arrivati nel nostro cottage tipico!

il nostro cottage si trova vicino a Pumaala, in onore del mio Pumi è stato deciso di fermarci lì!il bagno si trova all'esterno, ma poco importa, l'atomosfera è imbattibile!ci viene data anche la licenza di pesca e un kayak per esplorare i laghi.

Abbiamo anche la possibilità di usufruire della sauna finlandese presente dietro la casetta, meglio di così!

Fabry prova a pescare, senza successo, mentre io preparo un bel risottino ai funghi in busta (sono buoni suono buoni!).

Il giorno dopo lo passiamo interamente facendo kayak nei laghi, ci viene anche offerta una mappa, ovviamente da scarsa navigatrice quale sono, riesco a sbagliare strada e finiamo chissà dove....meno male che abbiamo il navigatore sul telefono quindi capiamo dove siamo finiti!particolare attenzione, non bisogna avvicinarsi troppo alla costa, perchè sono presenti tutti i cottage dei finlandesi che vanno lì per l'estate, molto spesso pescano ignudi nella loro proprietà, quindi per evitare di essere ripresi,meglio pagaiare un pelino più in centro al lago!finito il giretto, facciamo un salto a Savonlinna per fare la spesa per la sera e per vedere il castello, nulla di che.

6 agosto: inizia la salita verso la norvegia!

prima tappa: Kuusamo, in una tenuta dove cercare di vedere gli orsi. In tutta onestà non consiglio questa escursione, vi mettono in una casetta in mezzo al bosco e state li ad aspettare che qualcosa si palesi, non mi è sembrata una grande escursione, poco immersa nella natura. Comunque, fatto questo saliamo verso Rovaniemi, con solita foto di rito. Inizia a farsi tardi, alla fine abbiamo guidato per 13 ore...facciamo un riposino di qualche ora e all'alba riprendiamo la salita.

è il 7 agosto e finalmente entriamo, nell'ancor accessibile per gli italiani, Norvegia!

e non solo, ritrovo i miei dolcetti preferiti!piccola digressione, pare normale ritirare dal mercato i famosi Negretti, di cui mi sono cibata da piccola, solo per il nome poco politically correct?continuo a pensare che la nostra generazione dovrebbe estinguersi, comprese quelle successive.

Detto questo mi prendo un bel pacco di negrettini e me li finisco tutti subito, con nausea annessa (grande classico).

Questo ci aiuta a raggiungere, verso le 22, la nostra meta: capo nord!

Scendiamo per la foto di rito: siamo stati travolti da una bufera ghiacciata, e ovviamente non siamo attrezzati per temperature vicine allo zero. Stoici ci facciamo la foto comunque e decidiamo di dormire direttamente lì, a capo nord, tra la bufera, e riprovarci il mattino dopo!

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Giorno 8: dedichiamo all'esplorazione della zona di Alta, con le scritture rupestri, e alla pesca con grigliata annessa!

il tempo era così buono (non a capo nord, faceva ancora maledettamente freddo con un vento pazzesco) che alcuni facevano il bagno!

Purtroppo il programma della giornata non prevedeva un hotel, ma diretta macchinata fino a Tromso con notte in auto.

Ci fermiamo poco sotto Capo Nord in questa caletta amena (fa ridere che nel mentre, in Sicilia, dove tutti sono rintanati per le vacanze estive, sta piovendo ininterrottamente da giorni!), il fabry prende la sua canna da pesca e via, vediamo se riusciamo a procacciarci il cibo!morale, pesca almeno 4 pesci, tra cui merluzzi, e avrebbe potuto andare avanti all'infinito!

Prepariamo la griglietta portata da casa, la carbonella, e via, si griglia!più fresco di così si muore!

Finita la mangiata andiamo ad Alta, per vedere i graffiti rupestri: Le incisioni più antiche sono databili attorno al 4200 a.C., mentre le più recenti sono del 500 a.C. La grande varietà di immagini illustra una civiltà dedita alla caccia e raccolta in grado di controllare branchi di renne, abile nella costruzione di barche e nella pesca. Questi popoli praticavano riti sciamani che comprendevano il culto degli orsi e di altri animali. La conoscenza di questa civiltà si limita a quello che si apprende dall'analisi delle pitture rupestri.

Prima di fermarci per la notte a Tromso (in auto), facciamo due passi verso il canyon di Alta, una passeggiata semplice e interessante, consiglio di portare qualcosa di caldo per i piedi, bisogna togliersi scarpe e calze, e pantaloni, per guadare un fiume (basso, ma fino a tutte le gambe, se si è alti un metro e un barattolo come me!).

9 agosto: ed ecco il momento!

Lasciamo la macchina all'aereoporto di Tromso e via...verso le Svalbard, in particolare l'isola di Spitsbergen dove sorge la capitale, Longyearbyen!

Tiriamo fuori anche la mascherina, dopo 7 giorni buoni in cui ce ne siamo dimenticati (appena lasciata la Polonia) e dopo un paio di ore buone, eccoci!Devo dire che ero piuttosto emozionata, erano anni che desideravo andare alle Svalbard!Ovviamente, con la speranza di di vedere l'orso bianco, anche se so già che sarà impossibile!Diffidate da chi scrive: "stavamo girando per la baia con lo zodiac ed eccolo, l'orso". Tutte le guide delle escursioni hanno detto che in 6 mesi ne hanno visto uno solo. Uno solo. Che bello il web pieno di invenzioni!poi magari queste persone erano le fortunate che hanno visto l'orso proprio quel giorno...ma per avere una probabilità di vederne, e nemmeno troppo buona, va a fortuna, è necessario fare una crociera, oppure andare a Churchill (Manitoba, Canada)!

Ovviamente ero speranzosa in un colpo di fortuna smisurato...tagliamo la testa al toro, non lo abbiamo avuto!

Prima di iniziare, due parole di ordinanza su queste fantastiche isole: prima di tutto non fanno parte dell’Accordo di Schengen, poco importa si entra con la carta di identità, inutile cercare di noleggiare l'auto, praticamente non esistono strade (e non mi sono nemmeno informata particolarmente, se proprio ci si tiene è assolutamente possibile), alle Svalbard è presente il Global Seed Vault, un deposito sotterraneo creato nel 2008 per custodire la più grande varietà possibile di sementi provenienti da ogni parte della Terra, e per preservare la biodiversità agricola. La struttura è composta da tre sale che possono ospitare fino a 1,5 milioni di campioni ciascuna ed è gestita dal governo di Oslo insieme al Global Crop Diversity Trust, una fondazione che si occupa di aumentare la sicurezza alimentare nel mondo. Il Global Seed Vault è progettato per resistere a disastri naturali o causati dall’uomo, dalla caduta di asteroidi a una guerra nucleare, e per durare un millennio. I semi si trovano incasellati in depositi di roccia a 120 metri di profondità, conservati in un ambiente secco a una temperatura media di -18°C. Ad oggi, ce ne sono circa 700.000 appartenenti a 4.000 specie vegetali. Il museo è stato posizionato in questa regione così remota perché stabile dal punto di vista geologico. Il nostro caro permafrost, terreno perennemente ghiacciato tipico delle regioni polari, funge da refrigerante naturale aiutando il deposito a mantenere una temperatura rigida e costante, indispensabile per salvaguardare le sementi. Purtroppo il museo non è visitabile, ovviamente ogni ingresso potrebbe causare contaminazioni.

Le Svalbard (nome che deriva dall’antico norvegese e significa coste fredde) sono un arcipelago di isole scoperte nel 1596 dall’esploratore olandese Willem Barents, collocate tra i 74° e gli 81° di latitudine Nord, nel cuore dell’Oceano Artico, ghiacciato per gran parte dell’anno e il più piccolo dei 5 oceani. Barents inzialmente aveva chiamato le isole “Spitsbergen”, che significa “montagne appuntite”. Il 60% del territorio delle Svalbard è ricoperto da ghiacciai per un totale di 7 mila chilometri cubi di ghiaccio. Nel nord, si trova una delle calotte glaciali più grandi al mondo, quella dell’Austfonna, la terza in Europa per estensione e volume.

Le Svalbard furono definite “terra di nessuno”: scoperte nel 1925 non furono governate da alcuno stato. Con il trattato di Svalbard (1920)  la sovranità del territorio fu affidata alla Norvegia, nonostante concedesse molti diritti di sfruttamento anche agli stati firmatari (esempio la Russia).

Alcune curiosità reperite online (chissà se tutte vere!):

- Longyearbyen è definita come “La cittadina dove è vietato morire”: esiste un divieto di sepoltura all’interno del villaggio perchè il processo di decomposizione dei cadaveri viene rallentato dalle temperature rigide, ritardando anche la normale distruzione dei microrganismi. Sembrerebbe che questa decisione sia stata presa in seguito ad una epidemia avvenuta tra il 1917 e il 1920 e al conseguente ritrovamento di virus “ancora attivi” nei tessuti prelevati da corpi riesumati a distanza di anni;

- sicuramente vero il motivo, appunto, per cui le tubature sono all'esterno: esattamente con in Russia, questa necessità (come l'inutilità d tentare di asfaltare le strade) è data dalla presenza del permafrost. Le tubature non possono essere interrate perché a causa delle temperature congelerebbero immediatamente diventando inservibili, le case invece vengono costruite su palafitte perchè in questo modo non sono a contatto con il terreno sempre freddo e perchè a lungo andare  la parte ghiacciata della terra a causa delle differenze di temperatura potrebbe avere degli spostamenti anche di alcuni centimetri che andrebbero a causare cedimenti strutturali sugli edifici;

- non pare essere presente un ospedale vero e proprio, solo uno studio dentistico e ortopedico. Leggenda narra che il medico di guardia abbia il potere di spedire il malato sul primo aereo, a spese del servizio sanitario nazionale, fino ad Oslo per le cure (quasi 4 ore di volo);

- nascere alle Svalbard è praticamente impossibile. L’ultimo nato alle Svalbard risale ormai al 1966. Le donne in gravidanza abbandonano l’isola, circa tre settimane prima della data prevista del parto, per partorire sulla terraferma a Tromso;

- sembra che sia assolutamente proibito l’accesso ai gattoni, per il rischio di contrarre la rabbia dalle volpi, contagiando poi le persone. Unico gattone?Kesha, morta nel 2021 purtroppo all'età si dice di 20 anni, unico gatto rimasto a Barentsburg, sembra essere riuscita ad entrare alle Svalbard perchè registrata come...volpe!

- sono presenti due serre, due aziende agricole, per permettere di avere verdura fresca anche alle Svalbard, invece di importare tutto dalla Norvegia (per esempio, le patate mangiate al ristorante a Longyearbyen provenivano da una delle due aziende agricole!);

- l'alcool è esente tasse:  gli alcolici sono venduti esclusivamente in una zona all’interno al supermercato (solo fino alle 18), con limitazioni di quantità, o nei bar/ristoranti/strutture ricettive e in un mese i residenti possono acquistare al massimo due litri di superalcolici, 0,5 bottiglie di vino liquoroso, o 24 lattine di birre. Ognuno possiede una card su cui vengono annotate le quantità acquistate, anche il turista che acquista al supermercato dovrà essere "annotato". Adesso è addirittura presente un birrificio artigianale, Svalbard Bryggery (Fabry ovviamente ha provveduto all'assaggio immediatamente).

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Immediatamente iniziamo a esplorare a piedi Longyearbyen, abitata da circa 2000 cristiani, nessuno ovviamente autoctono, ma prevalentemente ricercatori e operatori turistici. Nessun abitante è disoccupato o in pensione, vivono circa 43 nazionalità diverse e una delle etnie più numerosa è...quella thailandese!tanto da parlare di little Thai! Fu fondata nel 1906 dall’americano John Longyear, la città si trova al 78° e 13 parallelo e per questo è definita la città “più a nord del mondo”.

Mi sembra di essere arrivata davvero sulla luna. Alcune case sono costituiti da container, poi abbiamo i palazzoni con le tubazioni in superficie (un pò come in Yakutia).

Siamo in periodo di sole di mezzanotte, questo illumina la città approssimativamente per poco più di 4 mesi, dal 19 aprile al 23 agosto, nei quali il sole è sopra l'orizzonte per 24 ore al giorno. Il sole rimane sotto l'orizzonte dal 26 ottobre al 16 febbraio, ma la notte polare ufficialmente (durante la quale il sole è almeno 6 gradi sotto l'orizzonte e non vi è nemmeno il crepuscolo civile) inizia il 14 novembre e finisce il 29 gennaio. In realtà, a causa dell'ombra prodotta dalle montagne, il sole non è visibile a Longyearbyen fino a circa l'8 marzo. L'ultima apparizione del sole di mezzanotte avviene durante la notte tra il 23 ed il 24 agosto, mentre la prima mezzanotte di buio totale, a causa dei crepuscoli estremamente lenti, avviene tra il 5 ed il 6 settembre.

Devo dire che il sole di mezzanotte mi stava facendo uscire di testa: fondamentalmente mi sveglio alle 2 del mattino e il sole è li dove l'ho lasciato a mezzanotte, mi sveglio alle 4 ed è sempre lì, nello stesso posto, alle 5 uguale e così via, sempre lì, senza muoversi di un millimetro, mi ha veramente scombussolata!mi piacerebbe tornare durante la notte polare, quella sì che deve essere interessante, e comunque per meglio notte polare che quel sole malato fisso 24 ore su 24!

Come clima, pensavo facesse molto, ma molto più freddo, siamo sui 15 gradi circa!mentre camminiamo nella città di imbattiamo in un paio di volpi artiche.

Il nostro hotel è il Mary Ann Polarrigg, dentro un container, solo stanza, bagno in comune, ma davvero top, sembrava di essere in una spedizione artica!

Siamo andati a mangiare al Gruvelageret, miglior panino all'alce e patatine fritte (non surgelate) della vacanza!

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Giorno 10: prima escursione, in gommone, una specie di Zodiac, verso Pyramiden. Una delle escursioni più belle che abbia mai fatto!ma ovviamente...essendo russofila, non poteva essere diversamente!

Avvertimento, non sedersi davanti al gommone. Noi eravamo per secondi, davanti a noi una coppia che si è completamente congelata!questo perchè, anche se ti vestono di tutto punto, in mare fa freddo. Vai a vedere il ghiacciaio con lo zodiac, fa freddo, starai sullo zodiac per ore e ore, fa mooolto freddo!!

Comunque torniamo a noi: Pyramiden.

Sembra di essere tornati nell'unione sovietica degli anni 70, o almeno così me la immagino.

CI accoglie una guida russa molto giovane, armata del fucile anti orso (per sicurezza, non è prassi per fortuna sparare ad orsi bianchi, anche perchè non sono così frequenti. Ricordo che per vedere gli orsi bianchi bisogna prendere una crociera e andare a nord, le nostre guide ne hanno visto uno durante una escursione in zodiac come la nostra in 6 mesi..., invece a Pyramiden, curiosamente, una volta un orsetto ha visitato il paese. Pare sia entrato in un pub e abbia banchettato con scorte, sia solide che liquide, ovvero birra, prima di tornare sulle montagne! 

Interessante anche la storia della nostra guida: laureata in scienze del turismo, ha fatto domanda per diventare guida statale in uno dei parchi russi....mi immagino la chiamata "Dottoressa, lei andrà a Pyramiden, ecco il suo fucile!"

Comunque vale maledettamente la pena, e le foto parlano da sole, comunque un paio di info sono sicuramente interessanti...

L'insediamento, abitato stabilmente da una comunità di minatori russi fino al 1998, deriva il suo nome dalla caratteristica forma piramidale della montagna alle spalle delle città.

Fondata nel 1910 da minatori svedesi, nel 1927 fu venduta alla compagnia mineraria sovietica, che agli inizi degli anni ’30 la vendette nuovamente ad un'altra compagnia mineraria sovietica, dalla quale fu utilizzata (pur essendo territorio norvegese) in virtù del Trattato delle Svalbard fino al 1991. Fu poi utilizzata dalla Russia post comunista, sopravvivendo grazie allo sfruttamento dei giacimenti carboniferi.

Distrutta dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, durante il periodo sovietico furono ricostruite tutte le abitazioni e fu dotata di diversi servizi: un asilo e una scuola elementare, una piscina ad acqua di mare riscaldata, un ospedale attrezzato per le operazioni chirurgiche, una biblioteca con oltre 50.000 volumi, un cinema/teatro da 300 posti, palestre ed un campo da pallacanestro e calcio a cinque.

L'insediamento era dotato anche di un pollaio e di una stalla e terra fertile era stata fatta arrivare dall'Ucraina per permettere di coltivare frutta e verdura all'interno di una serra. Vi erano frequenti scambi scolastici con gli studenti delle altre scuole delle Isole Svalbard e gli abitanti di Longyearbyen spesso usufruivano della piscina di Pyramiden quando non ve ne era ancora una nella città principale. Le abitazioni non erano dotate di cucine ma il cibo era preparato in una grande mensa comune. Gli edifici residenziali erano tre: uno per le famiglie, uno per le donne ed un altro per gli uomini.

Tra gli anni '60 e gli anni '80 l'insediamento superò i 1000 abitanti e venne anche creata una sede del KGB. Questa località così remota fu dotata di numerosi servizi anche perché era un luogo visitabile senza visto d'ingresso, al contrario del resto dell'URSS e successivamente della Russia, dai turisti e dai lavoratori stranieri che si trovavano sulle isole Svalbard. Era quindi un modo per mostrare la grandezza dell'Unione Sovietica (dice wikipedia, e sono perfettamente d'accordo).

Tra il 1955 e il 1998 l'insediamento produsse circa 9 milioni di tonnellate di carbone, di cui un milione servì al solo sostentamento di Pyramiden. I giacimenti erano però frammentati e di difficile sfruttamento e con il tempo iniziarono a diventare improduttivi. A partire dal 1991, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, probabilmente diminuirono i finanziamenti provenienti da Mosca e per la cittadina iniziò un periodo di decadenza. A mettere in ginocchio la comunità fu anche l'incidente aereo del volo charter Vnukovo Airlines 2801 proveniente da Mosca nel quale, il 29 agosto 1996, morirono 130 abitanti di Pyramiden e Barentsburg dopo uno schianto avvenuto sulla montagna di Operafjellet, nei pressi di Longyearbyen, portando quindi ad una diminuzione netta degli abitanti dell'insediamento

L'insediamento fu abbandonato nel 1998, quando vi erano circa 300 abitanti ai quali vennero dati quattro mesi di tempo per trasferirsi altrove. Circa la metà decise di rimanere nelle Svalbard e trasferirsi a Barentsburg mentre gli altri tornarono in Russia e Ucraina, gli ultimi residenti lasciarono la città il 10 ottobre 1998.  Dal 2013 sono circa 30 le persone che vivono qui a turno per mantenere attivo l'insediamento (oltre che per garantire la manutenzione degli edifici).

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11 agosto: dopo essere letteralmente collassata dopo le 12 ore in mare e a Pyramiden (il vento è maledettamente freddo sullo zodiac, maledettamente), mi alzo a malapena per partire per l'avvistamento dei trichechi!

in questo caso non si naviga nelle acque calme della baia, ma è necessario uscire in mare aperto per raggiungere l'isoletta dove riposano questi animaloni. Per altro siamo fortunati, la stagione sta per finire....a breve migreranno in acque più calde, quindi abbiamo rischiato di rimanere a bocca asciutta.

Ci caricano su quello che è praticamente uno zodiac chiuso, una barchettina in formato gommone, ma chiuso (perchè davvero a questo giro ci saremmo ibernati direttamente) e abbiamo navigato per 2 ore prima di raggiungere l'isolotto!

Il tricheco non appartiene né alla famiglia delle foche né a quella delle otarie, bensì a quella degli Odobenti – un nome greco che letteralmente significa “coloro che camminano con i denti”, denti (o forse zanne) che continuano a crescere per tutta la vita dell’animale e arrivano a pesare fino a 5 kg ciascuna, che vengono utilizzate nella lotta e per tener lontano i predatori.

l tricheco pesa circa 1 tonnellata e mezza per circa 3 metri e si nutre principalmente di vongole, ostriche e altri animali che vivono nei fondali marini, come gamberi, granchi e oloturie. Per mantenere un adeguato peso il tricheco ha bisogno di pescare almeno 20 kg di molluschi al giorno (utilizzando i baffi per la ricerca e la bocca per la suzione).

I maschi corteggiano le femmine con veri e propri canti e, dopo 15 mesi dall’accoppiamento, viene alla luce un trichechino di 45 chili, accudito dalla madre per due anni e nutrito con salutare e corposo latte materno.

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12 agosto: prendiamo il volo e, tristemente, tristemente perchè mi è piaciuto da morire, torniamo a Tromso, dove ci rinfocilliamo al Full Steam Tromso con...foca (lo ametto mi sono sentita una brutta persona, ma sono anche curiosa e le foche non sono in via di estinzione...per altro era maledettamente buona), tempo per due insulti all'Italia (uno dei miei primi viaggi da ragazza nel 2005 è stata la norvegia, praticamente non potevo permettermi nulla, dei prezzi allucinanti rispetto a noi), adesso mangiare in norvegia costa quanto mangiare a Milano e  provincia, niente da fare. Peccato che siamo dei poveracci con stipendi da fame, ma non vado oltre con la polemica.

Guidiamo come dei disgraziati e arriviamo alla prossima tappa: le isole Lofoten!

cosa si fa alle lofoten?questa serie di isolotti si attraversano velocemente in macchina, ci si ferma per ammirare il panorama, ma quello che si viene a fare normalmente è sicuramente il trekking.

Non sono assolutamente amante delle camminate, a meno che non siano finalizzate a vedere qualcosa di particolarmente esaltante, quindi, dopo averle girate tutte in auto fino ad  Å, prendiamo una delle loro casettine rosse tipiche per un bel pomeriggio di off, di riposo!

In particolare ci siamo fermati ad Å Rorbuer, ovviamente costosissimo: il nome rorbu deriva da un insieme di parole norvegesi come bu, che indica una casa di piccole dimensioni ed è collegato al verbo bo, che significa vivere. Sono le casette dei pescatori. La colorazione è tendenzialmente rossa, perchè a base di olio di pesce (e quindi più economico). Sembrerebbe che la tradizione di costruire queste casette sia nata nel 1120: erano costituite su palafitte e consistevano in due stanze: un ripostiglio e un soggiorno con letti. Questo perchè i pescatori migravano durante la stagione invernale fino a qui per partecipare alla pesca al merluzzo. NB: del merluzzo non si butta via niente: specialità della zona sono la lingua e le guance fritte; dal fegato si ricava il famoso olio e le teste essiccate vengono utilizzate per insaporire zuppe 

Per altro, questa modalità di 5-6 notti in auto e quindi giornata di off, miracolosamente sta permettendo un viaggio sostenibile sia economicamente che dal punto di vista del fisico!

Lungo la strada verso  Å (tra il ponte di Hamnøy e Reine) ci fermiamo all'Anitas Seafood, un luogo sicuramente rustico con merluzzi utilizzati come lampadari...famoso per il panino al salmone, devo dire che sono rimasta soddisfatta. Povera, ma soddisfatta!Non mi sono fatta mancare anche una porzione di zuppa di pesce ovviamente!

Come dicevo, in generale non le Lofoten non mi hanno particolarmente esaltato, ma secondo me tutto è dovuto al periodo: sono sicura che in inverno o comunque in periodo di aurora boreale e senza la luce perenne, con la neve, devono avere un altro fascino.

13 Agosto: ci facciamo una tragica macchinata fino a Trondheim, città universitaria molto carina, dove mangiamo qualcosa per non morire. Sì perchè è lunga, molto lunga. COn dei limiti ridicoli e diciamocelo, i norvegesi non sanno guidare!

ci giriamo la città a piedi verso le 23, molto creepy la chiesa a quell'ora!

14 agosto: dopo dormita in auto nella zona tra Trondheim e Alesund, ci dirigiamo proprio verso Alesund passando per la famosa strada formata da ponti quasi verticali, quindi facciamo la strada panoramica Trolls Ladder e arriviamo a Alesund. Giriamo per la cittadina, mangiando un fish e chips indecente e il gelato tipo dottor strabik, che è stato il momento migliore della giornata, e ripartiamo per Bergen.

Diciamo che questa zona mi entusiasma un pelino meno...

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15 agosto, dopo aver dormito in auto a bergen, il giorno 15 lo dedichiamo a visitare la chiesa famosa bruciata dal buon Burzum, la chiesa di Fantoft, e un giro per il centro di Bergen con pane e pesce di ordinanza. Comunque praticamente non c'è in giro nessuno, questa è stata una delle vacanze con minor contatto umano di sempre!

Giorno 16, arriviamo ad Oslo a trovare un nostro amico oramai autoctono, grigliatina in un parco proprio dietro Oslo, sulle colline. Lo salutiamo e andiamo in nottura al parco Vigeland, molto suggestivo di notte, e via si parte....direzione Danimarca!

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18 agosto: arriviamo in Danimarca e in particolare visitiamo il palazzo reale Frederiksborg, arrivando in traghetto direttamente dalla Svezia.

Passiamo la mattinata così e in serata andiamo a riposarci nei pressi del castello.

19 agosto iniziamo la discesa, ci fermiamo per pranzo e per due passi nella cittadina di Ribe, carina per due passi appunto

Guidiamo verso la Germania (e vediamo i blocchi all'ingresso della Danimarca in senso opposto...per controllo covid, meno male che in uscita nessuno ci ha stressato!) e ci fermiamo in questo villaggio, Fahrdorf. Nulla di particolare, se non fosse che il centro città non è altro che un...cimitero!

ci siamo arrivati in piena notte quindi anche al momento giusto per godere appieno dell'atmosfera!

la nostra discesa si completa con un paio di stop:

- Lubecca, per vedere i magazzini del Sale dove è stato girato il mitico Nosferatu del 1922, mangiando inoltre il famoso marzapane della città

- Hemeln: cittadina dove è ambientata la fiaba del pifferaio magico:  Nella sua versione base, che fu oggetto di trascrizione dei fratelli Grimm e messa in poesia da Wolfgang Goethe e dall'inglese Robert Browning, narra di un suonatore di piffero magico che, su richiesta del borgomastro, allontana da Hamelin i ratti al suono del suo strumento; quando la cittadinanza si rifiuta di pagarlo per l'opera, questi si vendica irretendo i bambini del borgo al suono del piffero e portandoli via con sé per sempre.

- Innsbruck per mangiare al stiftskeller come sempre e a casa!

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