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Primo Giro del Mondo (agosto 2019)

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Dal punto di vista logistico sicuramente il viaggio più impegnativo organizzato ad ora!secondo all'estremo est russia per raccolta informazioni: essendo mete di viaggi di nozze reperire qualcosa che sia lontano dallo spiaggiarsi in resort non è stato del tutto semplice, ma non infattibile!

Soprattutto in quel della Polinesia Francese dove la guida di Jan Prince è stata utile per la vita on the road!

Tutto il viaggio è andato liscio, con passaporto alla mano senza visti o attività extra da effettuare dall'Italia, nessun problema con noleggio auto (nessuna patente internazionale o similare).

COSTI

voli: 2600 euro compreso volo interno isola dei pini (un must SCOOT air, compagnia low cost della Singapore Airlines, 200 euro tratta Berlino-Singapore, non ha gli schermi, in stile classico low cost, ma basta portarsi un tablet o simili e si è ok)

hotel: 650 euro a testa

escursioni: 100 euro a testa

trasporti: 200 euro a testa

cibo: 200 euro a testa

circa 4k a testa per 18 giorni di viaggio

Per prima cosa: organizzazione!

a meno che non si abbia a disposizione del budget limitato, è necessaria una attenta pianificazione.

I voli sono stati presi utilizzando due computer: in uno Fabry prendeva i voli pari, nell'altro prendevo voli dispari. I cambi di fuso orario sono molti, si passa la linea del tempo tornando indietro di un giorno, i voli partono a mezzanotte...insomma un gantt preciso era sicuramente necessario!

di seguito uno stralcio del dettagliatissimo, fittissimo e precisissimo file excel!

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Per seconda cosa: importantissime le informazioni sulle tratte aeree recuperate durante i voli!questo è il primo round world trip, ma sicuramente non l'ultimo!!!quindi di seguito le tratte con voli diretti per le isole del pacifico

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Interessante da tener a mente, la divisione geografica del pacifico del sud:

- Melanesia: Fiji, Nuova Caledonia, Vanuatu, Isole Salomone, Papua Nuova Guinea

- Micronesia: Guam, Kiribati, Marianne Settentrionali, Isole Marshall, Nauru, Palau, Stati Federati della Micronesia (viaggio in programma per 2024, sono ben collegate tra di loro)

- Polinesia: Niue, Nuova Zelanda (anche se non sempre considerata Polinesia, anche se gli abitanti sono Maori di lingua e cultura polinesiana), Pitcairn, Polinesia Francese, Samoa, Samoa Americane, Tokelau, Tonga, Tuvalu, Wallis e Futuna, Hawaii, Isola di pasqua (terribilmente collegate, difficile in una sola vacanza visitarle perchè non esistono voli diretti tra tutte le isole).

HOTEL

La tappa di Singapore è stata una tappa obbligata data dalla compagnia low cost!Sinceramente l'avrei saltata tranquillamente, non mi aveva entusiasmata la prima volta, confermo il poco entusiasmo anche la seconda!

Per questo motivo abbiamo deciso di rendere frizzantina la nostra permanenza in quel di Singapore: proviamo il capsule hotel!

Avevo resistito alla tentazione di andarci in Giappone, questa volta mi sembrava il momento giusto...che dire, consigliatissimo, pulitissimo, tranquillo e per nulla claustrofobico. Diciamo che una volta nella vita sa da fare! MET A SPACE POD, Arab Street

Singapore è il crocevia per il pacifico e per l'asia in generale, ci torneremo di sicuro e sicuramente andremo a dormire al mitico Marina Bay Sands Resort, già costoso al tempo del primo viaggio, ma la piscina a sfioro all'ultimo piano tocca prima o poi!

Fiji:  premetto che siamo stati solo un giorno, perchè snodo di qualunque viaggio nelle isole della polinesia, malanesia, micronesia e quindi consci che sarà meta del prossimo giro, nonostante questo abbiamo deciso di fare la follia di andare al Wellesley resort, un resort che si trova nella costa sud dell'isola, a Korolevu. Il che è significato circa 2 ore di auto tra foreste tropicali e villaggi, diciamo che la scelta è stata sia per aver occasione di ammirare la giungla, sia perchè, trattandosi di un resort totalmente sperduto, eravamo sicuri di trovare pace e tranquillità! e così è stato. Per altro prezzi accettabili per un resort (90 euro a notte). Ristorante obbligato: il cameriere millantava di essere un noto esperto di cucina italiana "sì sì io cucino benissimo gli spaghetti!metto il latte di cocco, gli spaghettii..."

Abbiamo visto il suo cuore spezzarsi quando gli abbiamo comunicato che no, in italia non ci sono piantagioni di palme da cocco e no, il latte di cocco non si usa! 

Vanuatu e Nuova Caledonia...la macchina è stato il nostro hotel come nelle migliori tradizioni!

Isola di Pasqua: KAIMANA inn, molto carino (appena arrivati è saltata la corrente elettrica per tutta la notte, ma a quanto pare è del tutto normale!)

Santiago del Cile: nel Barrio Bellavista, Urbano Hostel. Non particolarmente "elegante", per essere gentile, ma in ottima posizione, con ottimo prezzo.

Buenos Aires: Mine Hotel Boutique, nel quartiere Palermo, trovato in offerta, molto carino e in zona tranquilla (lontano dal centro, ma è stato scelto appositamente per visitare una zona diversa da quella centrale).

 

Concentriamoci sul CIBO, in particolare sulla prelibatezza dell'isola dei pini in nuova Caledonia.

Premetto che la Nuova Caledonia e, in particolare, l'isola dei Pini, è costosa....terribilmente costosa. Vero che il mondo è pieno di ricchi visto che l'isola dei Pini era piena di famiglie francesi composte da almeno 5 persone. Sta di fatto che ci siamo potuti permettere a malapena le tipiche lumache dell'isola dei pini!non male, alla modica cifra di 2 euro a lumaca...

Atterrati a Tahiti, prima tappa imprescindibile: mercato davanti al porto!C'è chi dice sia turistico...sta di fatto che il pesce fresco, soprattutto il tonno (praticamente un tonno intero ci è stato servito),era degno di nota con prezzi assolutamente abbordabili!

prima notte e terza a Tahiti splendido hotel dai sedili reclinabili!

Nelle due isole della Polinesia che abbiamo visitato, ovvero Moorea e isola di Tahiti, ci sono diverse sistemazioni low cost, ma ci sembrava comunque opportuno passare almeno un giorno in uno dei famosi watervilla, compensando i soldi risparmiati dal dormire in macchina!Abbiamo optato per l'hotel più bello di Moorea, il Sofitel, e la stanza più bella, in offerta per la prenotazione sotto data, a una modica cifra di 600 euro a notte (in sconto). Nulla da dire, oblò sul pavimento per vedere i pesci, laguna splendida con coralli, praticamente ho passato la giornata in acqua o sul kayak e la comodità di scendere direttamente tra i coralli con la scaletta dall'appartamento non ha prezzo. 

Un paio di punti fastidiosi: prima di tutto, eravamo solo italiani. Il che non sarebbe disturbante di per sè, se non fosse che si trattava della peggior specie di turisti, quelli che si muovono una volta sola o alla peggio hanno scambiato per un anno (in viaggio di nozze) la Polinesia con Ibiza...chiassosi, non parlano due parole di inglese, maleducati e selfie addicted...giusto una pucciata in acqua, ma più importante documentare sui social il fatto di essere in Polinesia e in un hotel "di lusso". Zero parole.

Altrettanto fastidiosa l'accoglienza che il personale dell'hotel ci ha riservato: parcheggiamo l'auto noleggiata a Tahiti che ci siamo portati in traghetto su Moreea, prendiamo i nostri due trolley zaino e andiamo alla reception. "Guarda Fabry, danno le collane di fiori!"....come no, sognatrice io!Mi avvicino alla ragazza che accoglie gli ospiti con collane di fiori e un cocktail e mi sento dire "posso aiutarla, ha bisogno?"...Giusto perchè arriviamo con le nostre gambe e con due trolley in spalla non siamo meritevoli di alloggiare in questo hotel? 

Essendo non nuova a questo tipo di reazioni, o almeno, a quanto pare non nuova in paesi francofoni perchè solo altre 3 volte sono stata addirittura non invogliata, se così si può dire, dall'entrare in un ristorante e in una creperia, rimango tranquilla e comunico di avere una prenotazione. Una prenotazione per altro nella stanza più bella dell'hotel. A quel punto tutta trafelata ci fa accomodare, ci offre il cocktail e ci porge la tanto agognata corona di fiori.

Fortunatamente mai e poi mai me la prenderò o me la sono presa per atteggiamenti di questo tipo quindi che dire...una volta sa da fare!

Per la cena...lungi da noi farci spennare nel ristorante dell'hotel, abbiamo cenato due sere filate in questo ristorantino locale, davvero ottimo!Manuia Grill

si cena con 20 euro pesce fresco (sashimi di tonno come a tahiti) e se si vuole anche carne.

In generale il cibo, nelle due isole che abbiamo visitato, non manca, è infatti possibile provare varie specialità fermandosi ai baracchini lungo la strada!un pò deludente invece il mercato di Tahiti, chiaramente turistico. Ci abbiamo passato giusto una 30 minuti di ordinanza, ma non ne vale la pena. 

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Isola di Pasqua

Anche solo scrivere di questa isola dopo aver ricordato la Polinesia mi fa male...diciamo che se avessi saputo la verità non avrei mai e poi mai speso quella folle cifra per il volo diretto Tahiti-Isola di Pasqua.

Anche il cibo, come il resto, è stato piuttosto insipido!Unico lato interessante, mentre mangiavamo e per tutta la sera e la notte, non abbiamo avuto l'energia elettrica per via del mal tempo!!

Tanto avrei saltato con il senno di poi l'isola di Pasqua, quanto invece sono rimasta soddisfatta di Santiago del Cile e della sua cucina. Imbarazzo della scelta al mercato di Santiago per quanto riguarda sia i ristoranti che i piatti.

Siamo stati a Tio Willy dopo una lunga riflessione...fondamentalmente sono stati gli ultimi a non stalkerizzarmi letteralmente per entrare a mangiare...essendo un atteggiamento che non tollero, mi è sembrato subito il posto giusto!

qui è necessario spendere un paio di parole in più!prima di tutto le porzioni, le porzioni sono giganti! abbiamo preso il fritto misto locale, molto buono, le capesante al formaggio (il top), una zuppa di pesce (non come la nostra ovvio, ma molto buona), ne sono rimasta soddisfatta (soprattutto delle capesante)!I prezzi non sono bassissimi, è stata una sorpresa, in generale pensavo Santiago fosse una città più "economica". Comunque abbiamo speso 25 euro a testa (che è poco, ma non pochissimo!).

Per dormire, siamo stati in un ostello in posizione strategica per poter fare passeggiata nottura (ovvero nel Barrio Bellavista): Bellavista Hostel

INIZIAMO IL VIAGGIO!

12 agosto: sveglia alle 11 (siamo atterrati alle 4 del mattino) nel nostro confortevole capsule hotel a Singapore, dobbiamo lasciare la capsula per le 12 e tirare le 20 quando avremo il volo di ben 10 ore per le Fiji...

non ho nulla di particolare da aggiungere rispetto a quanto già detto nel viaggio in asia del 2012!

il Fabry si è giusto giusto divertito ad infrangere involontariamente tutto le regole rigidissime, anche se non perseguite o almeno nel nostro caso, imposte dall'autorità singaporiana.

La giornata non passa più, fa caldo, troppi centri commerciali, nulla di particolarmente entusiasmante da vedere, almeno al 2019, ho visto nel 2024 un documentario e sembra che l'abbiano ben rimessa a nuovo!per fortuna riusciamo a tirare le 18 per andare in aereoporto verso la prima meta e le già citate lunghissime 10 ore per Nadi!

Vergognosamente non abbiamo visitato nemmeno il Gardens by the Bay, il famosissimo giardino botanico, a nostra discolpa, la prima che volta che siamo andati a Singapore non era ancora aperto (prima apertura ottobre 2012), questa volta non avevamo molto tempo!

12 agosto ore 20 partenza, 13 agosto ore 11 arrivo: Fiji toccata e fuga!

già dall'aereo il panorama si preannuncia promettente!Usciamo di fretta e furia per non perdere nemmeno un minuto e ci fiondiamo nell'auto dell'hotel che mi è venuta a prendere.

Ci aspettano due ore di viaggio fino al resort, tra villaggi e giungla. Per quel poco che intuiamo, il popolo fijiano è un popolo moolto rilassato, ben lontano dal consumismo occidentale. Anche l'autista ci racconto della vita semplice e appagante dell'isola: villaggi, tutti si conoscono e chi ha bisogno basta che bussi alla porta del vicino. Inoltre non si "corre", non c'è fretta, infatti ci parla del così detto "tempo fijiano". Assolutamente un motivo in più per ritornare!

Vediamo una serie di poster: il festival dell'hibiscus!Un importante festival al quale partecipano anche gli abitanti delle isole più lontane!Un peccano non parteciparvi...sono stata decisamente poco efficiente nel non essermi accorta di questa manifestazione. Purtroppo non possiamo farci nulla, sarà per la prossima volta.

ci "accontentiamo" del pomeriggio passato in acqua alla ricerca di stelle marine e pesci, in una spiaggia totalmente deserta ed estremamente selvaggia, frequentata solo da locali pescatori.

14 agosto: all'alba prendiamo il volo per Vanuatu (Air Vanuatu) e con sommo dispiacere lasciamo le Fiji!

atterriamo a Vanuatu e cerchiamo di noleggiare l'auto...un pò faticosa perchè non accettano l'avoid the excess, ovvero ci lasciano sia la franchigia che il blocco sulla carta di credito, cosa che cerchiamo di evitare puntualmente!ma ancora peggio...abbiamo dovuto aspettare un'ora perchè dei turisti polacchi, forse alla prima esperienza di noleggio auto, continuavano a far questione su argomenti a dir poco elementari...tralasciando questa polemica (comunque faceva caldo, eravamo un pelino stanchi...reazione accettabile!), ci mettiamo in marcia per girare l'isola!

Si tratta di un'isola poca turistica infatti, soprattutto nel nord, ci siamo imbattuti in villaggi e in locals intenti nel mietere piante con enormi maceti!Sicuramente interessante anche se non c'è da aspettarsi un mare da cartolina. Inoltre la pioggia non ci ha aiutati, infatti, verso le 17, si è abbattuto un vero e proprio uragano che ci ha impedito di raggiungere il nostro "hotel", una casa sull'albero senza pareti e in mezzo alla giungla!La nostra macchina non sarebbe stata in grado di terminare il percorso non asfaltato, guadando i torrenti e sopravvivendo al fango!

Meno male che siamo nella stagione secca!Ovviamente va solo a fortuna...ed è stato l'unico giorno in cui abbiamo trovato il tempo meno favorevole, intendo su tutta la vacanza!

Vanuatu è costituita da diverse isole, quindi la nostra toccata e fuga non è stata esaustiva, ma l'obiettivo di questo giro del mondo non era sicuramente questo, ma piuttosto un assaggio di ogni luogo per capire dove tornare per futuri approfondimenti. 

Vanuatu ha ottenuto l’indipendenza dalla Francia e dal Regno Unito solo nel 1980, vive prevalentemente di pesca e di agricoltura; la popolazione è composta per la gran parte da abitanti di origine melanesiana e polinesiana ( 98% ) e da una piccola percentuale di europei, asiatici e abitanti provenienti da altre isole del Pacifico.

Efate è l’isola principale, dove si trova Port Vila, capitale e unico centro commerciale e turistico dell’arcipelago. Cook fu il primo europeo ad arrivare sull’isola che nominò Sandwich, dal nome di Lord Sandwich, colui che aveva finanziato la spedizione.

Noi abbiamo girato tutta Efate, compreso lo stop al mercato, beccando un giorno di apertura (lunedì, mercoledì, venerdì e sabati dalle ore 6.00 alle 13.30). In generale, rispetto a Fiji, Nuova Caledonia e Polinesia, care come il fuoco (punta di massima la Nuova Caledonia e l'Isola dei Pini), Vanuatu è meno danarosa, sia per il cibo (ce la si cava al ristorante anche con 20 euro a testa, mangiando discretamente) che per dormire (anche 50 euro a notte, senza andare in tuguri). La moneta è Vatu (VUV). (€1,00= 128,20 Vatu ai tempi), abbiamo iniziato la collezione delle valute del pacifico del sud!

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Vanuatu - Nuova Caledonia (Air Caledonie)

15 agosto

Noumea è la capitale della Nuova Caledonia con due aereoporti, quello internazionale Noumea La Tontouta (NOU), si trova a circa 40 chilometri a nord della città (1 ora e mezzo dal centro città), mentre il più piccolo, Noumea Magenta (GEA) è costruito a pochi minuti di strada dal centro di Noumea, ed è qua che operano tutti i voli nazionali per le isole minori, tramite aerei turboelica.

Per problematiche di tempo, appena atterati nell'aereoporto internazionale ci siamo fatti portare direttamente all'aeroeporto dei voli interni. Non è necessario arrivare molto prima dell'orario di partenza!Hanno iniziato a chiamare i passeggeri circa 30 minuti prima della partenza del volo direttamente al banco dove lasciare i bagagli. 

Direzione Isola dei Pini!Purtroppo non è stato possibile dedicare del tempo alla Grand Terre, ovvero all'isola principale della nuova caledonia, ma ci torneremo di sicuro, magari in dicembre, perchè anche solo dall'aereo abbiamo potuto ammirare il panorama selvaggio della punta sud dell'isola che meriterebbe qualche giorno di esplorazione in fuoristrada!

Isola dei Pini: il nome dell'isola deriva dalla vegetazione predominante, rappresentata da esemplari talvolta secolari di Araucaria columnaris, albero endemico della Nuova Caledonia, che per il suo portamento somiglia ai comuni pini. L'Isola dei Pini misura più o meno venti chilometri di lunghezza e larghezza, ed è solcata da profonde baie contornate da ampie spiagge di fine sabbia bianca, che fanno da linea di confine tra lagune turchesi dalle acque cristalline e foreste di palme e di Araucaria.

Il volo interno merita una visita anche solo per il panorama delle isole coralline dall'alto, non a caso la barriera corallina della Nuova Caledonia è patrimonio dell'UNESCO!

In 30 minuti arriviamo all'isola dei pini, ritiriamo la macchina e voliamo direttamente verso la nostra prima tappa: sono già le 17, ma il tempo è bello è ho il terrore che il giorno dopo sia nuvoloso quindi facciamo una corsa per non perderci l'ultima ora di sole alla Piscina Naturale.

Devo dire che questa è una delle tappe da aspettativa a mille, quindi l'ansia non era poca!

Per fortuna l'isola è molto piccola e correndo siamo arrivati in 20 minuti al parcheggio de Le Meridien, il resort dal quale è facile accedere alla piscina naturale che si trova ad Oro Bay, una delle zone migliori dell'isola!

Vediamo subito una indicazione per la piscina e in 15 minuti attraversando un sentiero subito ci arriviamo!

Il sole sta tramontando, la marea è molto bassa, non c'è assolutamente nessuno e...fa freddo!

In effetti in Nuova Caledonia in agosto è inverno...ci sono 18 gradi, ma nonostante questo non ci lasciamo scoraggiare e decidiamo di tuffarci lo stesso nelle acque non molto calde, carichi di aspettative...

Diciamo che definiscono questo luogo una meraviglia della natura e non posso che confermarlo, infatti decidiamo di tornare assolutamente il giorno dopo, magari in pieno mezzodì per godere del calore del sole, per poter godere di nuovo dello splendore che questo luogo può offrire!

Tutti bagnati e infreddoliti riusciamo a cambiarci in quella che sarà la nostra camera di albergo...la nostra auto!

sì perchè sull'isola dei pini sono presenti solo resort e abbiamo deciso tranquillamente di evitarli, peccato che non avevamo fatto il conto con la temperatura esterna, scesa tranquillamente intorno ai 5 gradi.

Diciamo che con il senno di poi avremmo fatto diversamente, anche perchè i soli ristoranti aperti per cena erano quelli dell'hotel e solo per il rotto della cuffia siamo riusciti a trovare un posto esattamente dal lato opposto dell'isola.

D'altra parte questa isola è maledettamente cara. Si parla di un antipasto a 18 euro!ad eccezione di Vanuatu, questo giro del mondo ha toccato i posti più cari della terra, e la nuova caledonia in particolare l'isola dei pini, è stato il luogo più costoso!Per altro pieno di francesi con almeno 3-4 figli a famiglia....il mondo è pieno di ricchi!!

In ogni caso il giorno dopo ci svegliamo e un bel solo caldo ci riscalda, il cielo è limpido e quindi i tempi sono maturi per tornare alla piscine naturelle!

Lo spettacolo con il sole alto è ancora più strabiliante e fin da subito si possono vedere attraverso l'acqua, pesci, coralli, tridacne...

sì perchè la piscina naturale non è che un enorme acquario a cielo aperto!

Se solo si entra in acqua, 50 cm di acqua sono necessari, ci si trova catapultati in un tripudio di pesci colorati, coralli, tridacne di dimensioni importanti e spugne giganti!

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La piscina Naturale è collegata a due vie al mare, una delle due vie era accessibile tramite una lingua di sabbia grazie alla bassa marea, e proprio tramite questa abbiamo raggiunto la famosa baia d'oro

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Finito il giro all piscina naturale e baia d'oro, riprendiamo la macchina scendendo verso la baia di Kuto e la baia di Kanumera che dal mio punto di vista presentano le spiagge più belle dell'isola. Passiamo per il villaggio di Vao dove siamo riusciti a trovare una drogheria locale dove siamo riusciti a prendere una bella baguette con formaggio per placare la fame!D'altra parte la sera prima mi ero concessa solo un lauto piatto di lumache dell'isola dei pini (6 per 18 euro...)

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Completiamo quindi il giro dell'isola ripartendo verso nord e in circa 1 ora riusciamo a fare tutto il giro e a tornare direttamente a Vao.

Interessante la baia dei granchi a nord con una spiaggia mooolto argillosa, talmente argillosa che, nel tentativo di raggiungere il mare, appena messo piede nella sabbia, sono rimasta intrappolata e finita faccia in giù nella sabbia!

Praticamente impantanata!

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Finito il nostro giro breve, ma intenso (magari in estate loro un paio di giorni in più mi sarebbero piaciuti), riprendiamo l'areoplanino, ci facciamo portare in centro a Noumea e dedichiamo la giornata a un giro del mercato e della città.

Di per se la città non offre molto, quello che mi ha lasciato di stucco è stata la presenza di una miriadi di coralli...nel porto!!

l'acqua è così pulita che persino nel porto commerciale era trasparente e permetteva la crescita di una varietà sicuramente interessante di coralli!

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Torniamo all'aereoporto di Noumea e via per la polinesia francese (air caledonie)

Prendiamo un volo diretto di 5 ore, partenza il 17 agosto alle 14 e arrivo il 16 agosto alle 18!una specie di ritorno al futuro!!

Arriviamo all'aereoporto di Tahiti dove ci accolgono dei musicisti e delle balleriene di Hula...mi rendo conto che si tratta di una bella trovata commerciale, ma devo dire che dopo l'ennesimo volo non mi è dispiaciuto!

Prendiamo la nostra macchina a noleggio con la quale visiteremo l'isola di Tahiti e anche l'isola di Moorea, e andiamo diritti diritti verso le famose roulotte del porto di Tahiti dove finalmente potremo cenare prima di parcheggiare il nostro prezioso mezzo che sarà anche il nostro hotel per la serata!

Per fortuna che in polinesia è alta stagione e ci sono 27 gradi!dovevo ancora sbrinarmi dall'avventura in nuova caledonia

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17 agosto: Ci svegliamo alle 6, perchè alle 7 del mattino abbiamo il traghetto per Moorea

Questi giorni, tra Nuova Caledonia e Polinesia, mi ansiano non poco...staremo in questi luoghi per pochi giorni e la possibilità di trovare pioggia o nuvoloso mi crea un pò di nervosismo!

D'altra parte non avevamo possibilità di ampliare il nostro soggiorno, purtroppo esiste un solo volo a settimana che collega la Polinesia all'isola di Pasqua e quindi il numero di giorni erano abbastanza "fissi"... me ne sto ancora pentendo amaramente, l'Isola di Pasqua non merita tanto sforzo, sia in termini di sacrificio di altre isole della Polinesia, sia in termini economici, ma questa è un'altra storia!

In ogni caso arriviamo al porto di Tahiti circa 40 minuti prima della partenza del traghetto, ci caricano l'auto 30 minuti prima della partenza.

Il sole è alto e fortunatamente caldo, poche nuvole all'orizzonte, si parte!!

E' la prima volta che mi trovo davanti a una laguna del genere!sicuramente le Maldive o altre isole più vicine si difendono altrettanto, ma sono rimasta a bocca aperta percorrendo anche solo i pochi km che dal porto ci hanno portato alla prima tappa della mattinata, il lagunarium.

Fondamentalmente, per una cifra piuttosto consistente di circa 30 euro a cranio, una barchettina tipica della polinesia ci ha portato su un isolotto, un motu, davanti al quale è presente una barriera corallina esplorabile in tutta sicurezza...se non fosse per la corrente tanto forte da trascinare via pure il Phelps di turno (per fortuna erano previste corde per potersi aggrappare)!

Oltre a coralli e pesci di qualsiasi varietà, Fabry esperto stava diventando matto, abbiamo potuto avvistare i primi squali di barriera!

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Verso le 13 ci facciamo riportare sulla terra ferma, riprendiamo l'auto e iniziamo il giro dell'isola!Prima di tutto ci fermiamo nel punto panoramico ad ammirare i colori della laguna e quello che sarà il nostro hotel quel giorno.

Sì perchè dopo giorni di comfort in auto, abbiamo deciso di sperperare un pò di denaro onestamente guadagnato concedendoci una serata nella camera migliore del Sofitel di Moorea...quando ci vuole ci vuole!

e devo dire che sono stati soldi ben spesi

non tanto per l'indubbia bellezza della camera, ma per la possibilità di avere accesso direttamente non solo al mare, avendo appunto la camera posizionata in punto strategico, ma anche al punto con il mare più interessante in assoluto, praticamente un labirinto di coralli!

Abbiamo fatto check in alle 15, alle 15 e 15 ero in acqua, praticamente fino al calar del sole quando abbiamo deciso di uscire dall'albergo per una cena in un ristorantino locale (abbiamo provato Carameline...costosissimo e nulla di che, invece promosso Manuia Grilla (ovviamente per andarci bisogna prendere la macchina) sia per qualità che per prezzo.

Per dire, proprio intorno alla palafitta della nostra water villa, abbiamo visto decine di pesci pagliaccio e enormi anemoni, senza al cuna fatica.

Visto il costo (era in offerta a 600 euro a notte, in offerta), abbiamo massimizzato il pomeriggio rimanendo in acqua proprio davanti alla nostra watervilla e prendendo (gratis per fortuna) un kayak per due remate nella laguna, ma Moorea decisamente merita visita approfondita.

Prima di rinchiuderci tutto il pomeriggio....nella laguna, ovviamente abbiamo girato tutta l'isola, molto piccola (in un'ora si gira il perimetro e si sale sui punti panoramici all'interno dell'isola, se si ha tempo è possibile fare le cose con calma, dei trekking anche...per fortuna ci siamo tornati nel 2021!): il villaggio di Maharepa è il punto dove abbiamo preso da bere (supermarket), da li si arriva quasi subito all’ingresso della Baia di Cook. La sosta al belvedere di PaoPao, la via delle ananas, la baia di Opunohu, i marae persi nella foresta, Papetoai.

Le abitazioni sono disseminate per strada, vediamo i pescatori, i bambini per strada, le donne con il fiore all’orecchio, tutti molto rilassati!

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18 agosto:

Nostro malgrado è già ora di riprendere il traghetto di ritorno, ma siamo comunque eccitati!

ci aspetta il giro dell'isola di Tahiti per raggiungere lei, la mitica città di Teahupoo!Che cosa ha di speciale?In questa città, o almeno, sulla costa davanti a questa città (anzi villaggio), si tiene uno dei più importanti campionati di surf del mondo.

Davanti alla costa infatti, si forma una onda poderosa dal tubo violentissimo che miete vittime quasi ogni anno: il fondale profondo riaffiora con una secca dove l'acqua è alta solo 1 metro circa. Questo porta alla formazione di onde di altezza e potenza devastanti.

Fortunatamente abbiamo occasione di vedere i "riscaldamenti" del torneo!Meglio di niente, ma se penso che la nostra permanenza in polinesia sia stata condizionata da quel maledetto volo per l'isola di pasqua (uno solo a settimana).... avrei tranquillamente tralasciato la visita a Rapanui per godermi la competizione a Tahiti!

nonostante non fosse ancora aperta, già era tangibile l'importanza che questa competizione ha per l'isola!Un numero elevato di locals si accomodavano nei barettini davanti alla spiaggia a mangiare l'immancabile tonno guardando le sfide dagli schermi.

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Passata la mattinata ci siamo diretti verso l'interno dell'isola, lussureggiante e "piovosa", per cui vale sicuramente spendere 2-3 ore!consigliano il noleggio di un 4X4, ce l'abbiamo fatta tranquillamente e abbiamo incontrato solo macchine utilitarie lungo la strada.

Da notare i vari siti dove possibile vedere i templi sacri (marae,) ce ne sono una serie lungo la strada principale, tutte molto interessanti per cui vale una breve sosta!

Tra i marae meglio conservati dovete assolutamente vedere il marae di Arahurahu, a Tahiti Nui (a Paea, OPK 22,4). Durante le feste dell'Heiva I Tahiti, a luglio, funge da scenografia per le ricostruzioni storiche.

Purtroppo il nostro tempo di permanenza in queste isole è giunto al termine...maledetto unico volo settimanale per l'Isola di Pasqua, e maledetta isola di pasqua. Prima di recarci in aereoporto per il volo in partenza alle 3 del mattino, decidiamo di fare un salto al mercato per l'ultima cena a basso di branchi di tonni!

più ci avviciniamo, più mi sento strana, inizio ad avere freddo ed ecco lì...inizio a ridere...non è possibile, la mia febbre da stanchezza, ne sono certa!

inizio a star male e a ridere in continuazione, non ho fame, non c'è dubbio: la febbre da vacanza impegnativa è arrivata, puntuale come sempre.

Il Fabry, uomo di mondo, sfoggia il termometro...ed eccola: 39,5...grande classico!

esco dalla macchina e accompagno Fabry per la sua ultima scorpacciata di tonno, ovviamente non riesco a inghiottire nemmeno un boccone e gli chiedo di farmi sdraiare in macchina coperta, nonostante i 30 e rotti gradi.

Alle 23 dobbiamo, più o meno, consegnare l'auto con mio sommo dispiacere perchè questo ha comportato la mia permanenza su una panca di legno dell'aereoporto esterno nell'attesa che l'aereoporto stesso aprisse verso l'1 di notte.

Passiamo i controlli e mi siedo sulla sedia, questa volta di metallo, coperta dalla testa ai piedi. " che medico sei" dice Fabry! Ha anche ragione, non ho nulla, nemmeno una tachipirina!Per una volta sono stata contenta della presenza praticamente di soli italiani, ecco che salta fuori la tachipirina!

Per farla breve: tachipirina, sonnifero, 6 ore di volo, mi sveglio in Cile a Rapanui quasi come nuova!

19 agosto: scendiamo in aereoporto a Rapanui, praticamente gli unici, gli altri continuavano la tratta fino a Santiago del Cile, ci danno un bel repellente per zanzare e un opuscolo sulla febbre di Dengue. Sbrighiamo velocemente le formalità e usciamo, accolti dalla proprietaria della guesthouse.

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Ah Isola DI pasqua!

cerco di essere il più descrittiva possibile ed evitare commenti prettamente personali, aggiungo solo una cosa: secondo me i testoni sono stati portati negli anni 50 per cercare di lanciare il turismo sull'isola, non credo nella loro vetustità!Sembrava di essere a Gardaland...comunque....

Iniziamo con un pò di storia: il suo nome è dovuto al fatto che l’isola è stata scoperta il giorno di Pasqua del 1722 dall’esploratore Olandese Jacob Roggeveen. Nell’immaginario collettivo viene identificata con le statue dei moai, enormi busti monolitici sparsi lungo l’intero territorio. Se ne contano ben 638. Nonostante le ricerche condotte negli ultimi anni il loro scopo non è tuttora noto con certezza. Secondo alcuni studi recenti, le statue rappresenterebbero capi tribù indigeni morti e, secondo la credenza popolare, avrebbero permesso ai vivi di prendere contatto con il mondo dei morti. Alcune statue possiedono sulla testa un cilindro (pukao) ottenuto da un tipo di tufo di colore rossastro, interpretato come un copricapo oppure come l’acconciatura un tempo diffusa tra i maschi. I moai sono alti tra i  2,5 e i 10 metri. Ne esiste uno, incompleto, alto 21m. Quelli di 10 m pesano tra le 75 e le 86 tonnellate. Una leggenda dell’Isola di Pasqua narra che dal cielo giunsero degli uomini uccello (Tangata manu) che potevano volare. Il loro capo si chiamava Makemake e, secondo la mitologia locale, era il creatore dell’umanità, il dio della fertilità e la divinità principale del culto dell’uomo uccello. La sua immagine è stata scolpita su alcune rocce presenti sull’isola. I colossi di pietra si muovevano grazie a una forza misteriosa che solo due sacerdoti erano in grado di controllare. Un giorno, però, i due sacerdoti scomparvero e da lì il lavoro di costruzione delle statue fu sospeso. E’ il motivo per cui una schiera di statue è rimasta incompiuta. Gli studiosi fanno coincidere questo momento con l’anno 1500.

Ci rechiamo all'ufficio del turismo per prendere il pass (in contanti, 50 dollari, si poteva prendere anche in aereoporto, ma ci siamo dimenticati!) per il parco nazionale e per farci timbrare il passaporto ovviamente!

L'escursione inizia dal sito archeologico di Rano Raraku, presso l'omonimo vulcano sul lato orientale dell'isola; questo luogo sembra essere la fonte della pietra vulcanica utilizzata per scolpire i Moai (le statue dell'Isola di Pasqua si chiamano, appunto, Moai). Gli studiosi ritengono che i Moai presenti in quest'area giacciono qua semplicemente perché erano stati appena completati ed in attesa di essere spostati lungo la costa, dove tutti gli altri Moai sono in bella mostra rivolti con le spalle al mare.

Anakena ospita Moai dotati di un grande cappello realizzato con una pietra vulcanica diversa da quella impiegata per fare il corpo principale della statua. Tale pietra si trova in una cava sul lato opposto dell'isola, quindi, oltre alla statua, si rendeva necessario trasportare anche il cappello, che arrivava da tutt'altra parte. La spiaggia è molto bella, sicuramente in estate fare il bagno deve essere molto piacevole, in ogni caso questa isola non è circondata da barriera corallina, però è possibile avvistare balene e rinfrescarsi in mare (ma non ad agosto, o quanto meno non nei giorni della nostra visita).

Caldera del vulcano estinto Rano Kau, che al suo interno presenta un lago dall'aspetto paludoso dove si trovano diverse specie vegetali endemiche.

Ad Ahu Tahai è possibile vedere un Moai restaurato, l'unico Moai con occhi

Ahu Tongariki è uno dei siti archeologici più interessanti dell'Isola di Pasqua e si consiglia di visitarlo nel tardo pomeriggio, dal momento che i Moai guardano verso nord-ovest.

In agosto fa un discreto freddino, diciamo intorno ai 10-15 gradi, ma il modo migliore per visitare l'isola rimane il motorino!Si tratta comunque un buco di isola e non conviene noleggiare l'auto, ma state attenti al motorino!Il nostro ci ha lasciato a piedi in mezzo all'isola e ce la siamo fatta a piedi fino a che un santo uomo non ci ha caricati...quasi in dejavu con la Birmania, ma in Birmania la sofferenza è stata decisamente maggiore!

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Passiamo due giorni a Rapanui, più che sufficienti, e finalmente partiamo verso Santiago!

21 agosto

Lo spettacolo della Cordigliera delle Ande dall'alto è unico, quasi quanto lo spavento e il pianto che mi sono fatta per via delle forti turbolenze!

come d'ordinanza in tutti i nostri viaggi di piacere, sedevo di fianco ai bagni all'ultimo posto, il che non aiuta...30 minuti di pura sofferenza e simil attacco di panico tra le risa dei cileni evidentemente abituati a questi "leggeri" movimenti!

In ogni caso, ne è valsa la pena per lo spettacolo!

Arriviamo finalmente a Santiago, prendiamo un taxi fino al Barrio Bellavista dove si trova il nostro ostello e partiamo per esplorare la città. Non sono particolarmente esperta di America del Sud, la mia unica esperienza è stata a Rio e tutti noi conosciamo la fama di Rio, quindi non sapevo cosa aspettarmi! Il Barrio Bellavista è un quartiere molto colorato, un tempo dimora del defunto poeta cileno Pablo Neruda. La casa che ha costruito per la sua amante, “La Chascona” (“quella dai capelli disordinati”), è stata ispirata dalla sua passione per il mare; così è stata  creata la sala da pranzo come la cabina di una barca, mentre l’interno di un faro è stata la fonte per disegnare il  salotto. 

Dal Barrio Bellavista, ricco di locali per la vita notturna e colorato, abbiamo attraversato la piazza centrale, il mercato, fino ad arrivare al nostro obiettivo: il museo della memoria dedicato al periodo della dittatura di Pinochet. Una passeggiata un pò lunga (6km), ma molto rilassante. Il museo sicuramente da visitare e dedicarci un paio di ore. 

Finita la visita al museo, andiamo subito al bianco e elegantissimo palazzo presidenziale La Moneda, dove il presidente Salvador Allende morì durante il colpo di stato cileno del 1973. Si trova sulla piazza principale di Santiago, Plaza de la Constitución

Fuori dal palazzo è presente la statua di Allende, su cui sono riportate alcune parole del discorso finale che ha pronunciato alla radio mentre i soldati si avvicinavano.

Un pò di storia, mi dilungherò un pò, ma la visita al museo è stato illuminante: nel 1970 vince le elezioni con il 36% dei voti, Salvador Allende, e il Cile vira decisamente a sinistra. Quando comincia a delineare il suo progetto, la vecchia classe dirigente si mette in allarme. Il malcontento serpeggia, poiché il presidente ha vinto di stretta misura e sa di non avere il consenso di tutti i cileni. I moderati temono che il governo stravolga il sistema e i loro interessi, così si rivolgono agli Stati Uniti d’America. Il presidente Richard Nixon s’insospettisce e i media dipingono con tinte piuttosto fosche gli scenari andini. Tuttavia Allende non si scompone e dal palazzo della Moneda porta avanti il suo piano. Alle critiche risponde con parole semplici e decise: “Per voi essere un comunista o un socialista significa essere totalitario, per me no… Al contrario, io credo che il socialismo liberi l’uomo”. Iniziano diverse riforme tra cui il rendere statale lee miniere di rame della Kennecott e dell’Anaconda, le banche e interropere i finanziamenti a scuole private. 

Il Segretario di Stato USA Henry Kissinger prosegue le attività del Plan Condor, l’operazione a sostegno dei moderati e delle forze armate.

Nel 1973 gli americani sono determinati a contrastare le riforme strutturali in Cile: l’11 settembre 1973 il generale Augusto Pinochet guida il golpe dell’esercito. Il presidente Allende tenta di difendersi nel palazzo della Moneda, ma viene sopraffatto. Quando capisce che tutto è perduto, Allende si toglie la vita. Di lì a poco il Cile entrerà in un quindicennio di dittatura militare.

Quindi ci muoviamo verso nord lungo calle Bandera fino alla Plaza de Armas piena di palme dove si trova la Catedral Metropolitana, assolutamente da visitare. A quel punto la prossima tappa d'obbligo per il pranzo è il Mercato Central.

Abbiamo trovato una città molto viva, molto attiva culturalmente e, per quello che abbiamo girato noi, molto sicura.

Abbiamo passato una serata e una giornata intera a Santiago, il mattino successivo siamo partiti per l'ultima tappa sudamericana: Buenos Aires

22 agosto

Atterrati abbiamo trovato un tassista, immigrato italiano, che ci ha raccontato un pò della vita a Buenos Aires: ci riferisce che si tratta di una città relativamente tranquilla (almeno le zone centrali), anche se è necessario, soprattutto verso sera, portare attenzione alla micro criminalità tipo borseggiatori.

Ci porta al nostro hotel nella zona di Palermo e subito ci addentriamo nelle vie affollate del quartiere, troviamo anche un bel locale metallaro dove mangiare una bistecchina per rinfocillarci!

Abbiamo a disposizione solo questa giornata, una sera e una mattina fino alle 12 per poter visitare il più possibile.

Decidiamo di fare una passeggiata di 5 km fino al cimitero di Buenos Aires per vedere la tomba di Evita.

Evita Peron, moglie del presidente Peron, è stata ministro del lavoro: Il lavoro di Evita all’interno del governo peronista è orientato all'assistenza sociale, allo scopo di combattere la povertà. Al rientro dal tour europeo, Evita crea la Fondazione Eva Perón, che si occupa di migliorare le condizioni di vita dei bambini, degli anziani, delle ragazze madri e delle donne appartenenti alle classi più povere della popolazione. La Fondazione conduce una vasta gamma di attività sociali: dalla costruzione di ospedali, case di cura, scuole e campi estivi all’assistenza di donne in difficoltà e di problematiche dei quartieri poveri. Perón si ispirò al New Deal di Roosevelt, realizzando una politica caratterizzata da un forte interventismo statale e un welfare assistenziale portato avanti tramite appunto la Fondazione Eva Perón. Scelse di sostenere il distacco dell’Argentina dall’influenza storica degli Usa. Nel 1952 Evita muore e nel 1955, classicamente per questo tipo di governi, un golpe militare costringe Peron a rifugiarsi in Spagna dove Francisco Franco gli concesse asilo politico.

Anche in questo caso non mi sono sentita assolutamente in pericolo, per tutti i 10 km e rotti di andata e ritorno, non ho avvertito nessun rischio, è anche vero che Palermo è uno dei quartieri più eleganti della città, sede di ambasciate e musei, è suddiviso in varie zone, tra cui Palermo Viejo, Palermo Soho e Palermo Hollywood. Recoleta, il quartiere dove si trova il cimitero con la tomba di evita, è il quartiere del ceto alto. 

Decidiamo di andare a vedere il Tango nel quartiere di San Telmo: troviamo al volo "la ventana" che offre anche un servizio navetta: spettacolo di altissimo livello, locale bellissimo, buona bistecca, musica dal vivo professionale. E' stata una bellissima serata, meritato il punteggio alto!

Nota di colore: siamo partiti con uno zaino a testa, come al solito (compresa tutta l'elettronica, praticamente lo spazio per i vestiti era minimo, essenzialmente solo uno dei due zaini), quindi con pochi vestiti a disposizione. Non avevo calcolato le temperature notturne a Buenos Aires, fa decisamente freschino, quindi abbiamo messo le calzette (e non avevamo scarpe, solo ciabatte da trekking) alla tedesca maniera, due magliette, due felpine, due pantaloni. Ci siamo presentati in questo modo a dir poco imbarazzante al "Ventana", dove tutti erano abbastanza eleganti!Mettiamola così: può essere un ottimo espediente per non essere preda dei sopra citati borseggiatori!

Non abbiamo modo di visitare il resto della città, cosa che abbiamo fatto nel dicembre del 2022.

Il giorno 23 agosto, dopo una visita al cimitero, siamo andati in aereoporto e via verso Barcellona!

Polinesia...ci rivedremo nel 2021, secondo giro del mondo....Giappone 2023!Inaspettato, ma ci siamo trovati a fare il giro prima da una parte epoi dall'altra causa chiusura delle tratte aeree sulla Russia

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