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Pirati dei Caraibi part 2: Caraibi Orientali

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Oramai abbiamo battezzato la crociera come la vacanza da fare almeno una volta l'anno, e in particolare durante il periodo invernale!

Questo dopo il successo della precedente crociera nei caraibi occidentali. Per noi alla fine, la crociera è un modo per passare di isola in isola, piuttosto che utilizzare costosi e lunghi trasferimenti; dormiamo la notte, ci si sveglia alle 7 e si decide se fare escursione con la nave, cosa che succede raramente, oppure di noleggiare un'auto o di prendere una escursione con un local!

e quindi ecco nel capodanno 2019-2020 a fare il bis!

COSTI: volo andata e ritorno per Guadalupe 800 euro a testa, crociera 700 a testa, extra 300 euro.

28 dicembre e 5 gennaio: partenza della crociera da Guadalupe.

La Guadalupa è costituita da due isole unite da un istmo; l'isola con la città principale Pointe-a-Pitrè è quella più turistica, dove appunto si trovano tutti i turisti, ma anche i principali servizi se si vuole fare una passeggiata serale sul molo per esempio. 

Il clima migliore, come praticamente tutti i caraibi, lo si trova proprio da nella stagione invernale, anche se nei caraibi orientali si possono trovare ancora qualche pioggia, probabilmente il momento migliore va da febbraio ad aprile. Siamo comunque stati fortunati per tutta la vacanza....o quasi!

Noleggiata auto ci dedichiamo alla esplorazione dell'isola, anche perchè la spiaggia definita come la migliore dell'isola (le caravelle, praticamente in prossimità del nostro appartamento) sembra Rimini il 15 di agosto!

Questa spiaggia si snoda attorno ad una piccola punta che si sporge nel mare, il lato ovest molto ventilato è adatto per gli sport acquatici mentre il lato est è molto più riparato, con una piccola laguna e delle palme. L’accesso è libero a chiunque, però la folla dei clienti del ClubMed monopolizza la spiaggia principale...siamo arrivati fino a qui quindi per forza facciamo il primo bagno della vacanza, ma la folla è davvero impegnativa, quindi rimaniamo giusto un paio di ore, sempre in acqua, e poi decidiamo appunto di visitare l'isola.

L’isola è a forma di farfalla, la cui “ala” più a est (Grande Terre) rappresenta la parte più pianeggiante ed agricola. Il suo entroterra, (Grands Fonds) partendo da Sainte Anne in direzione nord, riserba una vera e propria giungla rigogliosa.

Verso Port Louis troviamo Anse du Souffleur, una lingua di sabbia sicuramente più tranquilla della precedente, ne approfittiamo per un altro bagno. Da qui è possibile vedere direttamente Basse Terre, l’ala montuosa di Guadalupa, e l’isola di Montserrat, sede dell’omonimo vulcano.

Tra Sainte-Anne e Saint-Francois troviamo una spiaggia di tutto rispetto, Plage du Bois Jolan, che si raggiunge passando un bosco chilometrico fino ad arrivare ad una laguna.

Prima di tornare in stanza, ci fermiamo al mercato del pesce di Sainte-Anne dove prendiamo 2 arogoste da cucinarci in stanza, vale la pena farci un giro. Alloggiamo proprio a Sainte-Anne, che è il fulcro del turismo autonomo, con diverse soluzioni per pernottare. Purtroppo non ricordo il nome del nostro residence, era in centro a Sainte-Anne, non vicinissimo al mare, quindi nulla di particolarmente degno di nota.

In generale comunque, sia per mare che per attività da poter fare, dedicherei un paio di giorni massimo a questa isola!

Il secondo giorno 29 dicembre decidiamo di esplorare Basse Terre partendo dal giardino botanico, non sono particolarmente esperta di piante, anzi per niente, ma vado sempre a visitare il giardino botanico ovunque io sia!Lo trovo molto rilassante.

Seguiamo la Route de la Traversée, la strada panoramica che la taglia a metà l'isola. Fortunatamente è stata aperta nel 1967 permettendo agli abitanti dei paesi dell’entroterra di collegarsi più velocemente con il resto dell’isola; attraversando la foresta pluviale infatti è possibile giungere sulla costa caraibica senza dover percorrere tutta la strada costiera. E' possibile fare due passi nella foresta pluviale, salire al vulcano La Soufriere oppure alle cascate del Carbet: il vulcano ce lo siamo risparmiati, mentre parcheggiando al Belvedere, pagando un euro, e camminando per 30 minuti su delle passerelle in legno si arriva alla cascata.

Terminata la passeggiata riprendiamo la strada che attraversa l'entroterra, ma ecco che ad un lato veniamo distratti da alcuni venditori...in effetti inizio ad avere fame, perchè no, perchè non fermarsi a un baracchino?

La donna sta vendendo sorbetto al cocco, preparato con una gelatiera tradizionale in legno (così dice), mentre la sua vicina prepara il chi-chi, bastoncini dolci di pasta frolla fritti al momento e ricoperti di zucchero di canna o di cioccolata (il chi-chi l'abbiamo mangiato anche alle Tuamotu!), optiamo decisamente per il sorbetto. Che dire...anche solo il sorbetto è valso il viaggio!

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30 dicembre: parte la crociera!devo dire che rispetto a quella dell'anno precedente, dove siamo stati anche in Honduras e Belize, questa crociera è decisamente molto più marittima e con meno siti da visitare. Probabilmente con il senno di poi avrei scelto un'altra meta.

Primo Stop: Virgin Gorda the baths, Isole Vergini Britanniche.

Le Isole Vergini si dividono fra Americane (USVI) e Britanniche (BVI): le USVI sono tre (St Thomas, St Jhon e St Croix), mentre le BVI sono molte di più, alcune disabitate (come Tortolo e Virgin Gorda per esempio).
La popolazione delle isole è, per la maggior parte, formata dai discendenti degli schiavi africani importati in queste isole per la coltivazione della canna da zucchero, attività molto fiorente durante i primi dell’800.

La nave fa lo stop a road town, capoluogo dell'isola di Tortola e delle Isole Vergini Britanniche. Saliamo su una imbarcazione che ci ha condotto attraverso il Drake Channel a all'isola di Virgin Gorda: sull’isola ci sono tante spiagge, le più famose sono The Bath e Devil’s Bay.

Le due spiagge costituiscono un parco naturale e sono collegate tra loro da un percorso tra le rocce. Che dire, si tratta di una serie di pietroni che formano una specie di labirinto, sicuramente non ci hanno particolarmente esaltato, ma come sempre in queste cose, de gustibus. Alla fine abbiamo fatto questo giro nelle mini caverne formate dai pietroni più bagno nel mare.

Il problema principale è che il luogo è piuttosto piccolo, le persone sono tantissime. Ci dedichiamo al bagnetto rinfrescante e via, torniamo alla nave.

31 dicembre: St marteen e anche la sua omologa St Martin, essì perchè metà isola è francese, metà è antilla olandese, è talmente piccola che in 30 minuti la si gira tutta. Si tratta di una isola delle Piccole Antille che detiene un record: è la più piccola isola abitata a essere divisa tra due stati, appunto la Francia, nella parte settentrionale con la capitale Marigot, e i Paesi Bassi in quella meridionale, con la capitale Philipsburg (la parte olandese si chiama infatti Sint Maarten). 

Perchè è famosa, lo sappiamo tutti, per l'aereoporto in spiaggia!

Praticamente gli aerei ti atterrano in testa!una volta visto questo però le attrattive di questa isola scendono a zero dal mio punto di vista.

Le due capitali distano solo 15 minuti, senza un vero e proprio confine, ma sono molto diverse (non mi ha entusiasmata nè l'una nè l'altra), in generale: la parte olandese sembra più orientata verso locali notturni, negozi per lo shopping e casinò, mentre quella francese ha preservato maggiormente il fascino coloniale. 

A Baie de Grand Case ci siamo fermati nella piazza principale dove abbiamo trovato diversi chioschetti (detti Lolo, che sembrano derivare dai piccoli chioschetti ubicati all’interno delle piantagioni dove gli schiavi potevano rifocillarsi durante le lunghe giornate di lavoro.) con barbecue open air, molto frequentati anche dai locals, vale la pena prendersi del pesce o della carne e "mimetizzarsi" tra gli abitanti del posto, anche se è difficile tra la marea di croceristi. Queste isole sono troppo piccole per accogliere una nave di queste dimensioni!

La visita termina proprio a Maho Beach, dove attendiamo l'arrivo dell'aereo a pelo d'acqua...e di testa, ma anche un bel fortunale che ci lava completamente (della durata di un'ora buona, alla faccia degli scrosci tropicali!).

Completamente fradici, attendiamo di vedere il primo aereo atterrare e quindi torniamo alla nave.

30 dicembre: virgin gorda the baths

1 gennaio 2020: Dominica. Finalmente un'isola che merita di essere vista!

Prima di tutto abbiamo deciso di visitarla con un tour operatore locale (Bumping Tours) che ci è venuto a prendere al porto della capitale, Roseau.

con conseguente giro della capitale, nulla di interessante, per poi arrivare al parco nazionale della Roseau Valley, famoso per le cascate e le hotsprings.

In particolare imperdibili le Trafalgar waterfalls e anche il Titou Gorge, una gola dove hanno girato una sequenza dei Pirati dei Caraibi, dove entri con un gommolone alla vita, anche se l'acqua è bassa, e ti avvicendi all'interno di una piccola gola.

Ultima tappa del tour di una giornata, molto interessante, snorkeling a Champagne nella costa sud-occidentale dell'isola.

Si tratta di una spiaggia sassosa che nasconde qualcosa di particolare!oltre ad alcuni pesci interessanti e colorati, si entra in acqua e ci si trova circondati da mille mila bolle!proprio come in una coppa di champagne!questo perchè il terreno è vulcanico, tutta l'isola è vulcanica, e ribolle sotto l'acqua. questo ribollire produce le famose bollicine di aria calda!

La costa ovest è la costa dove poter fare il bagno con tranquillità, in particolare a Meru Beach, dove però portano tutti i crocieristi e quindi diventa una bolgia di gente.

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2 gennaio 2020: St Kitts. 

3 gennaio 2020: Antigua

che dire, poco da riproporre, abbiamo fatto due giornate di mare, bello sicuramente, ma niente di molto altro da fare.

A St Kitts in realtà avevamo prenotato un hike su un vulcano, ci hanno fregato alla grandissima (anche se poi rimborsati), fondamentalmente avevo prenotato con un tour operator locale, come tutti gli altri turisti presenti quel giorno a quanto pare. Sono arrivate le navette, hanno fatto salire tutti, io e Fabry non ci stavamo e quindi ci hanno lasciato a piedi. Posso dire per fortuna....sul monte si è scatenata l'ira di dio, un fortunale pazzesco, quindi questi alla fine sono andati, si sono presi l'acqua e sono tornati. Però attenzione, in generale tutti tour operator per questa escursione sono d'accordo tra di loro e soprattutto se ne fregano se l'hike diventa infattibile. Quasi quasi meglio la spiaggia!

Ad Antigua menzione d'onore per il colore dell'acqua va a Jolly Harbour ricoperta di conchiglie coloratissime (generalmente vanno dal bianco al rosa), ci fermiamo in particolare a North Beach. Questa zona è praticamente deserta, mentre lo è molto meno la vicina English Harbour, ma ai tempi più attrezzata. Noleggiamo un kayak e ci facciamo un giretto, faticoso per le correnti, nella baia.

4 gennaio Martinica: finalmente un'altra isola interessante!

Abbiamo noleggiato l'auto al porto e siamo partiti per un giretto esplorativo. Forte De France e Port Pierre, capitale e antica capitale rispettivamente, non mi hanno particolarmente entusiasmato, come tutte queste capitali delle piccole isole dei caraibi, quindi siamo andati veloci e ci siamo recati ai giardini di Balata, giardini botanici, a detta della guida imperdibili. Ok, carini, ci si può fare una passeggiata tranquilla.

Abbiamo praticamente fatto il giro di tutta l'isola in 40 minuti e abbiamo deciso di fermarci nella zona per noi più interessante: Grande Anse.

Perchè per noi più interessante? Perchè è la spiaggia delle tartarughe! Quindi snorkeling alla mano ci buttiamo in acqua e rimaniamo per almeno 3 ore ad osservare le tartarughe che nuotano belle pacifiche.

Per premiarci per le ore passate a nuotare, decidiamo di mangiare delle cozze nei baracchini vicino a grande Anse e torniamo in nave.

Come dicevo, non è stata sicuramente la crociera che più mi abbia entusiasmato, ma Dominica e Martinica, oltre che un giro a Guadalupa, hanno comunque risollevato il giro.

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