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Arabia Saudita

Siamo arrivati a dicembre 2021 e alla nostra tradizionale crociera di capodanno!

per sicurezza, a novembre, prenoto un tampone molecolare vicino a Roma, necessario per entrare in arabia saudita, la meta della nostra crociera!

Perchè Arabia Saudita e perchè crociera?a parte che era l'unica crociera in partenza causa covid, sicuramente avevo un interesse nel visitare una parte di Arabia Saudita. COn il senno di poi vi direi:

- si stanno evolvendo dal punto di vista turistico moooooooolto velocemente, quello che c'è un mese X, potrebbe essere totalmente diverso un mese dopo!quindi prima si visita dal mio punto di vista, meglio è. Non vorrei attendere troppo in là con il rischio di veder persa l'unicità del paese che sta andando verso una Dubai Style.

- ok la crociera, abbiamo visto diversi luoghi in modo semplice, non sembrano essere ancora pronti al turismo (e spiegherò dopo perchè), potrebbe essere particolarmente difficoltoso come viaggio. Mi sono sentita decisamente sicura, non credo ci siano particolari problemi nel viaggio fai da te, ma anche con questa modalità "organizzata" mi sono sentita soddisfatta!

- attenzione che in alcuni punti ci sono controlli del vostro essere mussulmano...sulla via di Medina abbiamo visto uno stop in direzione Mecca. Alla Mecca una persona non musulmana non può accedervi, non dico alla moschea, direttamente alla città!quindi ci sono controlli in questo senso. per raggiungere Medina, la seconda città di culto, è necessario avere un pass turistico e vestire con il velo nero che copre testa, corpo e faccia, insomma solo occhi a vista.

i documenti necessari a dicembre 2021:

  1. un Tampone PCR con esito negativo 72 ore prima della partenza + la Vaccinazione completa.

  2. il Visto (visa.visitsaudi.com) che, cosa molto comoda, vale un anno da quando lo acquistate. Quindi se vorrete ritornare in Arabia o se per qualche ragione il viaggio vi salta, potrete riprogrammarlo nell’arco di un anno sfruttando il medesimo visto.

  3. una Assicurazione che copra anche il covid è obbligatoria. La cosa positiva è che è compresa nel visto, quindi quando acquisterete il VISA turistico, nella stessa occasione comprerete anche la loro assicurazione medica.

  4. solo dopo aver ottenuto il visto, potrete e dovrete compilare il form di registrazione del vaccino, fruibile al seguente link: muqeem.sa

  5. una volta in Arabia Saudita, per entrare in ristoranti, stazioni, supermercati, aeroporti, ecc, dovrete sempre mostrare la schermata dell’app Tawakkalna che potrete scaricare da qui: ta.sdaia.gov
    A tal proposito vi consiglio vivamente di acquistare in aeroporto una SIM locale, altrimenti non potrete entrare in nessun locale in quanto l’app ha bisogno di internet per funzionare.

Per spostarsi in città utilissimo Uber, nel caso di spostamenti tra le città, invece, utili bus extraurbani della linea Saptco (link al sito: saptco.com) che ha il monopolio sulla nazione, e poi treni della compagnia SAR (link al sito: sar.com.sa). La guida sconsiglia il noleggio auto, costoso, necessaria patente internazionale, ma soprattutto... punto di domanda in caso di incidente, ci ha sottolineato che non avendo molti turisti che noleggiano l'auto, potrebbe risultare difficile la gestione in caso di contenzioso.

TEMPERATURA: in generale gli arabi escono dalle 17-18 in poi in questo periodo dell'anno, le temperature di giorno sui 20 gradi e scende fino a 10 la sera. Si sta benissimo, la nostra guida sottolinea quanto questo periodo dell'anno sia perfetto per visitare l'arabia, da evitare l'estate, ma anche autunno e primavera, temperature troppo alte, città deserte fino alla sera.

CIBO: i ristoranti sono pochissimi, molto di più i fast food americani o locali dove ordinare qualcosa da consumare poi in piedi fuori o ristoranti molto spartani dove però si mangia bene. Abbiamo provato Kebab o Shawarma servita al piatto o nel pane arabo e può essere di pollo, agnello o bovina. Lo Shakshuka, una specie di uovo strapazzato con pomodori, cipolla e peperoni. Ovviamente le salse come l’Hummus, la Babaganoush e il Mutabal da mangiare con il pane arabo appena sfornato. I Kibbeh o Qubbah sono dei fagottini di semolino ripieni di carne speziata di solito fritti. I famosi Dolmades, foglie di vite con carne e riso. il Foul, preparato cuocendo le fave in acqua con lenticchie e pomodoro. Per non parlare dei datteri!
Il Kunafa a base di pasta di fillo imbevuta di sciroppo di zucchero e tipicamente stratificato con formaggio o con altri ingredienti come kaymak o noci. Infine l’Umm Ali, un budino cremoso di sfoglia e burro.

Volo diretto da Roma, totale costo 1000 euro a testa con volo e crociera inclusa, una settimana.

Prima di raggiungere Roma ci regaliamo 3 giorni tra il bellissimo castello di Monterone (assolutamente consigliato) e rocca Calascio (set di Lady Hawke) negli Abruzzi, con una notte passato a Santo Stefano di Sessanio, un borgo completamente ristrutturato nei pressi di rocca Calascio.

Cerchiamo di anticipare il test molecolare per non essere sotto troppo data...ci rendiamo conto della follia in cui stiamo vivendo. Come prassi oramai dal 2020, casualmente si osservano dei picchi di contagi esattamente prima di ponti e feste comandate, questo si è tradotto in una isteria collettiva per cui TUTTI i posti per effetturare un tampone molecolare dall'emilia romagni fino all'abruzzo, lazio compreso, sono occupati. Deo gratias ho prenotato il tampone a fine novembre...avremmo rischiato di non partire!

Detto questo, facciamo il tampone a Roma, viene per fortuna negativo, quindi ci rechiamo in aereoporto, volo ore 00.00 del 1 gennaio 2022!Brindisi sull'areo incluso, arriviamo diretti su Jeddah. Circa 4 ore di viaggio, non mi sembra nemmeno di partire!

Atterriamo in aereoporto, e già noto qualcosa che non mi sarei aspettata: ci sono ragazze in minigonna, in shorts...per sicurezza ho comprato un paio di pantaloni larghi e una maglietta larga, portata una sciarpona da mettere in testa per sicurezza. Posso dire che sarie potuta partire anche con abiti normali, ma credo che comunque un minimo di rispetto per una cultura, anche se non la condivido, sia d'obbligo. Inaccettabile vedere turiste praticamente nude (per me inaccettabile a prescindere, il decoro sarebbe il minimo della decenza indipendentemente dalla località, qui a maggior ragione!). Oltre alla vestizione, non ho trovato l'atteggiamento che mi sarei aspettata di trovare: la guida ha sempre parlato con me, mi ha stretto la mano, potevo prendere per mano il Fabry e discutere di viaggi gay con la guida.

Poi ho scoperto perchè!il figlio del Re Salman, Mohammad bin Salman Al Sa'ud, ha deciso di stanziare miliardi e miliardi di dollari per Arabia 2030, ovvero l'obiettivo di rendere l'Arabia Saudita una nuova Dubai entro il 2023, in particolare dal punto di vista turistico.

Spero vivamente che succeda dal punto di vista turistico, anche perchè inevitabilmente potrebbe portare degli miglioramenti sociali in particolare dal punto di vista della donna (ho visto comunque più donne guidare qui che in India), confido invece che sapranno mantenere le bellezze storiche e naturalistiche e non si lancino in un Dubai Style, che ritengo davvero uno scempio senza senso.

Prima di uscire dall'aereoporto, rimaniamo una buona mezz'ora incantanti davanti all'enorme acquario, alto 3 piani, che separa gli arrivi dall'uscita.

Iniziamo da due punti curiosi:

- in aereo, prima di partire, oltre al solito video di sicurezza, parte la preghiera ad ALLAH...non è facile descrivere...voce profonda da film horror!ho cercato di registrarla, ma non rende, anche solo partire in aereo con quel messaggio letto con quella voce, vale una piccola esperienza!

- atterrati, ci è stato fornito un visto dalla guida e ci siamo diretti al porto dove abbiamo scaricato una applicazione che dovrebbe essere di geolocalizzazione (peccato ovviamente che non ci fosse il wifi libero ovunque, quindi geolocalizzaizone per modo di dire!), abbiamo dovuto effettuare uno screenshot della schermata con la spunta verde da mostrare eventualmente a dei controlli).

I negozi, come succede nei suq, vanno per “argomento”. Troverai ad esempio una via con 20 negozi di divani e neanche un supermercato. Così come troverai un’altra via con solo gommisti, o solo profumerie o soli elettrodomestici. I ristoranti sono pochissimi e frequentati quasi interamente da uomini. Varrà lo stesso discorso dei negozi che sono localizzati in determinate aree? Alcuni ristoranti hanno ancora le entrate e le sale divise per famiglie (donne) e single (uomini), nonostante dal 2018 le donne possono guidare e uscire di casa da sole senza essere accompagnate da un uomo di famiglia. Inoltre, non c’è l’obbligo di velo, ma il 95% delle saudite lo usa comunque ( la guida ci dice che le donne possono vestirsi come vogliono, ma che loro decidono di rimanere coperte...sarà vero? non lo sapremo mai, non abbiamo mai parlato con una donna del posto!!). Gli uomini e le donne sono sempre separati, se non sono famiglie non li vedrai mai mischiati in un ristorante o con gli amici a prendersi un caffè, quindi o solo donne o solo uomini o solo famiglie. Nei bus le prime 6 file sono riservate alle donne e alle famiglie, quindi un uomo non può sedersi avanti, nei treni questo non succede perché chiunque può comprare un biglietto con il posto.
La gente vive in macchina, pedoni pochissimi, strade larghe tipo quelle americane e segnaletica per pedoni ridotta all’osso. I sauditi non accettano le mance. Anche se il resto del taxi era di 0,50 centesimi, loro si impegnano fortemente per darti il resto. Le stanze degli hotel non hanno gli asciugamani, li devi quasi sempre chiedere o usare i tuoi.
In arabia 1/3 della popolazione non è saudita, è gente che proviene da altri paesi musulmani che vi si trasferisce per lavorarvi svolgere i lavori più umili che i sauditi non vogliono fare, ma nessuno di loro può in alcun modo avere la cittadinanza saudita. 

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Prima di salire sulla nave facciamo un giro panoramico per Jeddah.

La città nuova è molto moderna, appunto in stile Dubai ( al massimo interessante è passeggiare lungo la Cornice, il lungomare che affaccia sul Mar Rosso), ma la parte interessante è Al Balad, il centro storico di Jeddah, nonché il quartiere più affascinate della città con i suoi palazzi bianchi con finestre e balconi tipici di legno di colore marrone, verde o blu. A tratti è fatiscente, perché alcuni edifici sono malconci, anche se molti sono in ristrutturazione, ma il tutto rende il centro affascinantissimo, tanto da essere stato dichiarato patrimonio UNESCO. La mattina abbiamo trovato molti esercizi chiusi e solo alle 11 la nostra guida ci ha portato a bere del buonissimo the in un negozietto tipico. CI vengono offerti sempre i datteri, anche entrando in un museo, è la loro forma di benvenuto agli ospiti!Ovviamente datteri fuori misura!

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Il tour di Medina è stata una sfacchinata, 17 ore di cui 5 in bus, ma secondo me ne è valsa la pena. 

Come dicevo, essendoci check point lungo la strada che poi si divide o verso Medina o verso La Mecca ed essendo Medina la seconda città sacra, è necessario essere muniti di pass per essere sicuri. Oltre a coprirsi per la prima e unica volta, con il velo.

Non ha particolari aree di interesse, ovviamente quella maggiore è la moschea del Profeta, che però non è accessibile ai non musulmani, interessante comunque vederla da fuori seguendo il perimetro.

Si tratta della moschea più importante di tutta la religione Islamica, in quanto in essa sorge dove si dice che Maometto, appena arrivato, abbia deciso di soggiornare. Questa moschea ospita anche il sepolcro del profeta di Medina.

La moschea del Profeta ha una pianta rettangolare su due piani, con la muṣalla ottomana che si allunga verso sud. La sala principale di preghiera occupa l’intero primo piano. Il perimetro della moschea è 100 volte maggiore della prima moschea fatta costruire da Maometto e può accogliere oltre mezzo milione di devoti. La moschea del Profeta ha un piano sovrastato da 24 cupolette dalla base quadrata. Il piano è usato per la preghiera durante i periodi di maggiore affluenza. La moschea non è visitabile da persone che non sono di credo islamico.

Prima di raggiungere la moschea, ci siamo fermati al nuovissimo museo dedicato alla storia dell'arabia saudita e al profeta Maometto.

Dar Al Medina è uno dei vari musei che hanno aperto i battenti nella città saudita da quando la Commissione per il Turismo e il Patrimonio Nazionale dell'Arabia Saudita ha cominciato a rilasciare licenze per l'apertura di musei privati.

"E' il primo e più grande museo specializzato nella storia, nel patrimonio culturale di Medina e nei passi importanti della storia del Profeta" ha dichiarato ad Arab News Hassan Taher, direttore esecutivo del museo.

Sicuramente una barriera è stata...la guida che parlava poco inglese!come ripeterò più volte, l'arabia saudita si sta preparando ad accogliere i turisti, devono ancora fare alcuni passi avanti!

Due info sulla città di Medina: 

Medina Città dell’Arabia Saudita (918.889 ab. nel 2004), nel Hegiaz, a 402 m s.l.m. in una fertile oasi, al centro di una estesa pianura; capoluogo dell’omonima provincia. Comunica con la costa del Mar Rosso, distante circa 200 km, tramite il solco dello Uadi Safra, allo sbocco del quale sorge il porto di Yanbu al-Bahr. Oltre che meta di pellegrinaggi, che formano la principale risorsa commerciale della città, è centro agricolo di una zona che produce frutta e ortaggi. È capolinea della ferrovia per Damasco.

Nota dai tempi preislamici come Yathrib, assunse il nome di M. («la città del Profeta») nel 622. Durante la lotta di Maometto contro la Mecca e le tribù alleate, la città fu assediata (627); l’impresa, detta anche ‘guerra della fossa’, rimase tuttavia senza risultato. Il trionfo di Maometto e l’estendersi della sua influenza in Arabia fecero di M. la capitale di un nuovo Stato che, dopo la morte del profeta, assurse a vastissimo impero. Ma la trasformazione politica ed economica che questi eventi produssero nella vita araba, trasformò M. in città di provincia e Damasco in capitale. Circondata di venerazione come luogo santo/">santo e divenuta centro di studi religiosi, M. seguì le sorti della Mecca. Divenuta luogo di pellegrinaggio per il culto della tomba di Maometto, ivi sepolto, fu occupata (1804) dai wahhabiti che distrussero molti suoi edifici sacri. Dal 1916 al 1919 i Turchi vi resistettero all’assedio dello sceriffo al-Ḥusain. Dopo essere stata capitale del Regno del Hegiaz, nel 1924 accolse anch’essa i vincitori wahhabiti e da allora fa parte, come la Mecca, del Regno dell’Arabia Saudita.

Due cerchie di mura cingono la città antica, allargandosi in un vasto spiazzo utilizzato dalle carovane. Alle mura si appoggia a NO un forte costruito dai Turchi, alla cui dominazione risalgono anche gli spaziosi quartieri che formano la città moderna. Nella città murata s’innalzano numerosi minareti e sorge la moschea del Profeta sul luogo della sua casa, poi sepolcro, rifatta nel 706 come grandiosa moschea, che servì da modello a tutte quelle dell’islam. Più volte ricostruita, nell’aspetto attuale risale al 1853.

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Nota di merito per una moschea presente nei pressi della città santa: Moschea Sayyed Al-Shuhada, considerata dai musulmani un sito importante della storia islamica.

Il sito racconta infatti la storia della battaglia di Uhud, avvenuta durante il terzo anno dell'Egira.

La moschea è ubicata vicino al cimitero dei 70 compagni del Profeta Mohammad (SW) martirizzati durante la battaglia. Il luogo in questione si trova e a circa tre chilometri a nord della Moschea del Profeta.

La moschea si affaccia sul monte Rumat, una piccola collina situata a ovest del monte Uhud. La piazza dei martiri di Uhud, insieme ai monumenti che contiene, può essere osservata dalla cima della collina.

Fonti storiche affermano che l'esercito della tribù di Quraysh, all'epoca ancora politeista, accompagnato dai suoi alleati, si diresse verso Medina con l'intento di sconfiggere ed eliminare i musulmani rifugiatisi nella città e vendicare così la sconfitta patita l'anno precedente nella battaglia di Badr.

I musulmani hanno affrontato i politeisti, con il Profeta Mohammad (SW) che ha schierato arcieri sul Monte Rumat ordinando loro di rimanere nelle loro posizioni fino a nuovo ordine.

Quando l'esercito nemico sembrò sconfitto ed iniziò a fuggire, gli arcieri pensarono che la battaglia fosse finita e scesero dalla collina ignorando gli ordini del Santo Profeta (SW).

Il comandante dei politeisti, Khalid bin al-Walid, che all'epoca non si era ancora convertito all'Islam, sorprese però gli arcieri attaccando proprio dalla posizione lasciata sguarnita da questi ultimi.

Ciò portò al martirio di settanta compagni del Profeta, incluso suo zio, Hamzah bin Abdul-Muttalib. Lo stesso Profeta venne ferito nella battaglia e fu salvato solo dal sacrificio di una manciata di compagni che combatterono strenuamente. Tra questi il già citato Hamza ed il cugino e genero del Profeta, Ali ibn Abu Talib, anch'egli rimasto ferito.

Al termine della battaglia i compagni caduti furono sepolti nel luogo della battaglia ai piedi del monte Rumat. Allo zio del Profeta, Hamza, fu dato da allora il soprannome di Sayyed Al-Shuhada (Signore dei Martiri).

Ovviamente non è possibile entrare!

Il luogo è oggi meta di pellegrinaggio da parte dei musulmani, come fece tra l'altro all'epoca lo stesso Profeta Mohammad (SW).

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Terminato il giro a Medina, siamo tornati alla nostra nave che era attraccata al porto di Yanbu (Medina è distante 160 km da Yanbu). Il giorno Dopo facciamo un giro anche di Yanbu.

Yanbu Al.Nakhal, la parte settentrionale della città dove si trova l'antica città. Qui il restauro è iniziato nel 2020, e si possono ammirare le tradizionali case arabe fatte di pietre che presentano i rawashin, le finestre sporgenti a grata adornate con intricate opere in legno. 

l'old Yanbu ha un segreto particolare, la casa in cui Thomas E.Lawrence, noto come Lawrence di Arabia, visse tra il 1915 e il 1916 quando sostenne la Grande RIvolta Araba.

I vecchi residenti di Yanbu dicono che la casa non sia stata più occupata dalla partenza del famoso ospite britannico. Nessuno ha osato viverci nemmeno per una notte a causa delle voci secondo cui gli spiriti siano i principali inquilini della casa!

Di Thomas Edward Lawrence, meglio noto con il soprannome di Lawrence d’Arabia è stato scritto e detto moltissimo. Archeologo, spia, rivoluzionario, condottiero, stratega militare, fino a diventare un personaggio così scomodo, da far sospettare che la sua morte, avvenuta per un incidente di motocicletta nel 1935, non sia stata accidentale.
Nato in Galles nel 1888, Lawrence frequenta il prestigioso Jesus College di Oxford, dove viene avvicinato da David George Hogarth, archeologo, orientalista e soprattutto agente dell’intelligence britannica.
Lawrence appassionato di storia delle crociate e archeologia, nel 1909 comincia a viaggiare tra Siria, Giordania, Egitto e nei paesi del Vicino Oriente, diventando un esperto della cultura araba, un profondo conoscitore del territorio, degli avamposti e capisaldi turchi.  Tutto il territorio infatti, è da oltre quattro secoli sotto il dominio dell’Impero ottomano, alleato degli imperi tedesco e austroungarico. La decadenza dell’impero di Istanbul ha stuzzicato gli appetiti delle potenze coloniali europee, che desiderano sostituirsi al suo dominio.
Arruolato nell’intelligence britannica alla vigilia della I Guerra Mondiale, a Lawrence viene affidato il compito di sollevare le popolazioni arabe contro l’Impero ottomano, per indebolirlo internamente.
Il primo problema che deve affrontare è quello di riunire le diverse tribù, spesso in lotta fra loro, sostituendo alla lotta per la supremazia locale, un sentimento nazionale in grado di far sollevare le diverse popolazioni contro l’oppressore ottomano. Il nazionalismo è un sentimento estraneo alla cultura mussulmana dei primi del ‘900, e Parigi e Londra alimentano le rivolte locali con la promessa di appoggiare la causa nazionale dei paesi arabi nel dopoguerra. Una promessa che non verrà mantenuta.
Lawrence stringe rapporti con al-Ḥusayn ibn ʿAlī Himmat, sharif della Mecca e discendente del Profeta, la principale autorità religiosa dopo il sultano di Istanbul.
Lawrence però non si accontenta, e cerca un altro condottiero da affiancare all’anziano leader religioso. Individua questa figura in uno dei quattro figli di Husayn, il colto e raffinato Faysal, futuro re dell’Iraq, che rimane subito affascinato dall’idea dell’indipendenza araba.

La rivolta inizia nel 1916 e viene coronata da successo anche grazie all’apporto militare di Lawrence, che nel frattempo è stato elevato al grado di colonnello.
Con le tecniche tipiche della guerriglia, Lawrence, pur non disponendo di soldati regolari, mette subito in difficoltà l’esercito  ottomano. La prima importante vittoria avviene con l’occupazione di Aqaba, la città portuale del Mar Rosso.


Per questa operazione decide di attaccare via terra il porto, sorprendendo le difese turche. Un assalto che mette in luce le geniali doti di comando di Lawrence. Nel novembre del 1918, Lawrence e Faysal entrano trionfalmente a Damasco. La guerra è vinta.
Alla conferenza di Parigi nel 1919, Lawrence è il traduttore ufficiale di Faysal. Di lui il nuovo leader arabo si fida completamente.  Sono le potenze vincitrici, Francia e Gran Bretagna, a tradire le aspettative. Stabiliscono la spartizione dei territori Medio Orientali; una decisione che avrà gravi ripercussioni sulla stabilità dell’intera regione. Libano e Siria, staccati dalle nazioni arabe, vengono posti sotto mandato francese; Palestina, Transgiordania e Iraq sotto mandato britannico.
Dopo aver alimentato il nazionalismo arabo, le potenze europee lo soffocano con il colonialismo; una politica che farà cadere sul nascere la possibilità che il Medio Oriente possa avviare una transizione in senso democratico.
Amareggiato dagli eventi, e sentendosi personalmente tradito, Lawrence si dimette dalla carica di consigliere politico degli Affari Arabi giungendo a rifiutare la carica di viceré delle Indie. Rifiuta anche la più alta onorificenza militare, la Victoria Cross, proprio mentre Giorgio V sta per consegnargliela.
Si ritira a vita privata, dedicandosi alla stesura del suo libro di memorie I sette pilastri della saggezza.

Giornata molto lunga ci aspetta, 17 ore di escursione partendo dal volo interno per Al Ula.

Ovviamente noi abbiamo preso l'escursione all inclusive con la nave, ma per chi fosse interessato nell'organizzazione ecco alcuni consigli. 

Per visitare Al Ula vi consiglio di comprare i biglietti dei tour con un notevole anticipo, perché se andate in biglietteria il giorno stesso quasi sicuramente non trovare un solo posto. Noi li abbiamo comprati online dall’Italia qualche settimana prima di partire. Il sito è ben fatto e ci sono tutte le attrazioni e gli eventi che si possono prenotare: experiencealula.com. La maggior parte dei tour sono guidati purtroppo, non ci si può muovere liberamente con i propri mezzi, difatti c’è un bus che vi accompagna. I più interessanti sono Hegra, Dadan, Old Al Ula e tutti quelli che riguardano un trail o un trakking.

Crocevia di numerose civiltà, la valle di AlUla è ricca delle tracce del loro passaggio: dipinti rupestri, imponenti tombe scavate nella roccia, antiche città. I Regni di Dadan, dei Lihyaniti, dei Nabatei, l’Impero Romano, la civiltà islamica: tutti hanno contribuito alla magnificenza di AlUla.

Prima tappa è stato il deserto di Madain Saleh e le sue rocce notevoli. La prima tappa è stata la Elephant Rock che è gratuita, basta avvicinarsi per fotografarla. Anche le rocce limitrofe, erose nei millenni, sono spettacolari per la loro imponenza, il colore e le varie forme che assumono.

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Il sito di Hegra è sicuramente il gioiellino di questa regione: tombe, cattedrali e sculture dormono qui da tempi immemori. Fino a poco fa, questi tesori erano inaccessibili, ora non più.

Oltre alle tombe c’è anche la Jabal Ithlib, una conformazione rocciosa naturale che da vita a un piccolo siq (gola) con all’interno alcune incisioni rupestri e un antico scavo nella roccia rappresentante una sala sacramentale chiamata Al-Diwan.

Hegra è conosciuta anche con il nome di Al-Hijr o Mada’in Saleh. Situata nella regione di Alula,ha un nome che significa “luogo roccioso” ed è il più importante insediamento del regno arabo preislamico, dopo Petra.

In tempi antichi è stata abitata da Thamudeni e Nabatei ed in seguito occupata da legionari romani. Il regno dei Nabatei in particolare fu uno dei più ricchi e fiorenti tra quelli che abitarono zona nell’epoca preromana: popolazione nomade che dominò il territorio tra il quarto secolo prima di Cristo e il primo secolo, era costituita da sudditi abituati a percorrere lunghe distanze nel deserto per portare spezie e incensi in terre lontane. Le rotte commerciali dei Nabatei sorsero più di duemila anni fa e sulle loro sponde nacquero città ricche e dinamiche di cui la più conosciuta è Petra, capitale del regno Nabateo, riscoperta nel diciannovesimo secolo. Solo pochi invece conoscono Hegra, crocevia della principale strada che portava dal Mar Rosso al Golfo Persico e che solo fino a pochi anni fa è rimasta coperta e custodita dalla sabbia. Dal 2008 è nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco che la descrive come “un esempio eccezionale di realizzazione architettonica e di competenza idraulica”

Hegra è una testimonianza dell’abilità edilizia della civiltà Nabatea. Gli scavi continuano a svelare antichi manufatti e oggi è possibile visitare una vasta area del sito che comprende più di cento monumenti funebri ben conservati, senza dubbio la sezione più importante e significativa di questo sito archeologico. Ogni tomba presenta una facciata scavata nella roccia di arenaria e decorata da figure mitiche: maschere, aquile, leoni e serpenti, dalle influenze assire, egizie, fenicie ed ellenistiche.

Nonostante l'importanza storica della regione, nell'area fino al ventunesimo secolo sono state effettuate relativamente poche indagini. Hegra rimane ad oggi un rebus archeologico che cela in sé molte storie di antiche civiltà ancora da raccontare. Archeologi esperti di conservazione del patrimonio culturale stanno tornando per riprendere i lavori sul campo.

Abbiamo fatto diverse domande alla nostra guida...tipo a che età risale o simili, e non sapeva rispondere!

come dicevo, l'arabia saudita si sta preparando al turismo e si nota da questi aspetti, d'altra parte hanno aperto al turismo a settembre 2019...richiuso a febbraio 2020 e riaperto a fine del 2021, praticamente se contiamo, sono aperti da 6 mesi!

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Ultima tappa: Old Al Ula, la città vecchia costruita con fango e legno di palma, una città oramai abbandonata dove, nel corso dei secoli, pellegrini, viaggiatori e coloni permanenti vi si radunavano.

Hegra è una testimonianza dell’abilità edilizia della civiltà Nabatea. Gli scavi continuano a svelare antichi manufatti e oggi è possibile visitare una vasta area del sito che comprende più di cento monumenti funebri ben conservati, senza dubbio la sezione più importante e significativa di questo sito archeologico. Ogni tomba presenta una facciata scavata nella roccia di arenaria e decorata da figure mitiche: maschere, aquile, leoni e serpenti, dalle influenze assire, egizie, fenicie ed ellenistiche.

Attenzione a non salire le scale che portano alla torretta...incautamente Fabry ha fatto due scalini ed eccoli, una decina di autoctoni che evidentemente gli spiegavano di fermarsi e tornare indietro!

Sì perchè si tratta di scalini...sacri!non è ovviamente precisato da nessuna parte, quindi...attenzione ad aree sacre nascoste e controllate sempre gli sguardi degli abitanti del posto!

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Ultima tappa è in realtà in Giordania, a 60km da Aqaba, il Wadi Ruhm. Non avendolo visitato durante il tuoir in Giordania, abbiamo deciso di fare questa escursione.

Il deserto rosso della Giordania, formato da gigantesche montagne di granito, basalto e arenaria, è un paesaggio che alterna forme tondeggianti e picchi scoscesi, fino a blocchi enormi che sembrano colate di cera fusa. 

A 60 chilometri da Aqaba, il porto sul Mar Rosso, una deviazione verso est consente di abbandonare l’antica Strada dei Re, quella percorsa da Mosè. Comincia così la prima immersione nella sabbia color e nei rilievi rocciosi di colore rossastro. Siamo nella terra dei beduini che oggi sono diventati guide turistiche e accompagnano i visitatori alla scoperta del parco nazionale, area protetta dal 1998 e patrimonio dell’umanità Unesco dal 2011. Il deserto è troppo vasto e privo di punti di riferimento per chi non lo abita per lasciare che i visitatori vi si aggirino in autonomia.

La presenza di sorgenti e la posizione strategica già duemila anni fa avevano trasformato il deserto in un presidio dei nabatei, antichissimo popolo di mercanti provenienti dalla penisola arabica. L’area del Wadi Rum conserva infatti numerose tracce delle civiltà che l’hanno abitata, iscrizioni rupestri e iscrizioni thamudene, ovvero dei Thamud, nomadi simili ai nabatei che si spostavano dai deserti dell’Arabia tra l’VIII e il VII secolo d.C.

Grazie alla bellezza di questi paesaggi, il Wadi Rum è diventato un luogo famoso. Deserto atipico, privo di grandi dune ma animato da formazioni rocciose di varia grandezza, il Wadi Rum è stato reso famoso da Lawrence d’Arabia, che visse in questo deserto tra il 1916 e il 1918 durante la grande rivolta araba.

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